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Impermeabilizzazione controterra, guida alla scelta

Impermeabilizzazione controterra, guida alla scelta

La tenuta all'acqua, il drenaggio e la protezione per salvaguardare le strutture controterra da danni e alterazioni è garantita dalle membrane bituminose e non

Vedi Aggiornamento del 14/02/2024
Foto:AMPHIBIA™ PRE-GETTO©Volteco
Foto:AMPHIBIA™ PRE-GETTO©Volteco
di Rosa di Gregorio
23/02/2021 - Una costruzione è un insieme di strutture con funzioni e comportamenti diversi.
Tra queste strutture vi sono quelle controterra, ovvero tutte quelle parti costruite a contatto con il terreno, come solai, muri e fondazioni.
 
Uno dei maggiori rischi che le strutture controterra posso correre è l’attacco dell’acqua presente nel terreno. Acqua che si può presentare sotto varie forme:
- acqua ascendente dal suolo per capillarità  o per spinta in presenza di una falda freatica;
- acqua meteorica di dilavamento;
- acqua prodotta e contenuta sotto forma di vapore.

L'acqua è in grado di provocare notevoli alterazioni alle strutture controterra, indipendentemente dal fatto che siano in laterizio, pietra o calcestruzzo,  Per questo è necessario ricorrere all’impermeabilizzazione delle opere controterra.
 
Si tratta di un vero e proprio sistema da progettare ed eseguire con particolare cura.
L’impermeabilizzazione controterra deve assolvere contemporaneamente alle  funzioni di:
- tenuta all’acqua: impedire che l’acqua penetri e intacchi le strutture controterra;
- drenaggio: permettere all’acqua di defluire ed essere così smaltita;
- protezione: resistere agli agenti chimici, ai batteri e alle muffe presenti nella terra, nonché impedire all’apparato radicale della vegetazione circostante l’edificio di perforare l’impermeabilizzazione.
 
La durata del rivestimento dovrà essere pari a quello dell’opera protetta, perché gli interventi di ripristino sono di difficile realizzazione oltreché estremamente costosi.
 
L’impermeabilizzazione delle strutture controterra può essere realizzata con:
- membrane a base bituminosa;
- membrane non bituminose.
 
Una membrana impermeabilizzante deve possedere le seguenti caratteristiche:
- impenetrabile dall’acqua;
- resistente agli agenti atmosferici;
- resistente a qualsiasi sostanza aggressiva di natura acida e basica;
- resustente alle sollecitazioni meccaniche ed elastiche; in particolar modo deve essere resistente al punzonamento (non perforabile) e alla lacerazione;
- resistente al fuoco.
 
Per entrambe le tipologie di materiale si può sintetizzare la tecnica di posa in questo modo: le membrane vengono stese sulla struttura in uno o più strati sovrapposti,  al di sopra del sistema viene generalmente posata una protezione formata da guaina con capacità drenanti .
 

Impermeabilizzazioni controterra, membrane a base bituminosa

Sono membrane confezionate in rotoli e sono formate da un compound bituminoso: una matrice di bitume e additivi polimerici. La sinergia di questi componenti crea un materiale con notevoli caratteristiche.
 
La componente polimerica determina in particolar modo il comportamento elastico della membrana, ossia quella capacità di ritornare, dopo uno sforzo, alla forma originaria.
Pertanto, la membrana a base bituminosa potrà essere:
- plastomerica: superato un certo limite di carico la deformazione è irreversibile;
- elastomerica: la deformazione sotto carico è completamente reversibile, ma richiede una posa altamente specializzata;
- elastoplastomerica: ha un comportamento misto tra le precedenti soluzioni.
 
La posa di una membrana a base bituminosa si divide in 4 fasi: stesura di un primer (promotore di adesione) sulla struttura da proteggere, incollaggio della membrana a caldo con l’uso della fiamma, saldatura a fiamma delle sovrapposizioni, applicazione di uno strato di protezione.
 
Video: come realizzare un sistema impermeabile per muri contro terra ©POLYGLASS


Impermeabilizzazioni controterra, membrane non bituminose

Le membrane non bituminose sono dette anche membrane sintetiche perché formate da formulati sintetici come il PVC flessibilizzato o plastificato, l’elastomero Epdm, le poliolefine, il polietilene ad alta densità o la gomma sintetica. A questi materiali sono aggiunti degli additivi per migliorarne le prestazioni.
 
Le membrane sintetiche sono impermeabili, hanno un’ottima elasticità alla trazione e all’allungamento, resistenza alle lacerazioni, al punzonamento e alle variazioni di temperatura.
 
Per quanto riguarda la posa di una membrana sintetica si può dire che è più semplice rispetto ad una membrana bituminosa. Non richiede promotori di adesione, dell’uso della fiamma, perché è un’applicazione a freddo, e le giunzioni si realizzano per semplice contatto tra le parti o con apposite bande adesive in rotoli.
 
Le membrane sintetiche sono disponibili anche nella versione prefabbricata e parzialmente assemblata in stabilimento. Sul cantiere verranno, pertanto, effettuati solo i collegamenti tra grandi elementi con un notevole risparmio di lavoro, con una maggiore precisione e 
con maggiore sicurezza per la tenuta del manto.
 

Membrane armate

Le membrane bituminose e quelle sintetiche possono essere anche armate. Il rinforzo con armatura migliora il comportamento meccanico, ripartisce i carichi e aumenta la stabilità.
 
Va detto che ci sono anche vernici bituminose o spalmature di bitume fuso da poter impiegare per l’impermeabilizzazione controterra. Ma, l’uso di questi prodotti non permette di raggiungere lo stesso risultato di una membrana armata. Lo spessore del trattamento, per essere veramente efficace, deve aggirarsi intorno ai 3-4 mm; molto spesso è difficile stendere uno spessore uniforme di queste dimensioni, inoltre, il film protettivo non è armato e si fessura alla comparsa della prima cavillatura della superficie cementizia.
 
Impermeabilizzazione controterra, guida alla scelta 
Foto: membrana alveolare e bugnata DELTA® - MS ©DÖRKEN ITALIA

Impermeabilizzazioni controterra, componenti aggiuntivi

In commercio esistono delle membrane che da sole riescono ad assolvere tutte le funzioni richieste dal sistema, ossia quella di tenuta all’acqua, di drenaggio e di protezione.
Ma il più delle volte si raggiungono questi obiettivi con l’abbinamento di membrane protettive.
 
Le membrane protettive per il drenaggio sono realizzate da fogli in polietilene ad alta densità (hdpe) con la superfice bugnata accoppiati ad un tessuto non tessuto filtrante di polipropilene resistente agli agenti chimici, ai batteri e alle muffe presenti nella terra.
Le membrane protettive in hdpe:
- isolano le membrane impermeabilizzanti dal contatto diretto con il terreno e con l’acqua di infiltrazione;
- garantiscono una maggiore durata dell’opera;
- creano uno strato di aerazione che consente la dispersione dell’umidità residua nel terreno;
- fungono da drenaggio.
 
Per impedire all’apparato radicale della vegetazione circostante l’edificio di perforare il manto bituminoso, vengono utilizzati dei teli anti-radice.
 

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