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Cessione del credito, ‘si impedisca la morte economica di migliaia di imprese e professionisti’

Cessione del credito, ‘si impedisca la morte economica di migliaia di imprese e professionisti’

Tre Senatori chiedono al Governo di evitare il ‘rischio di disseminare scheletri di cantieri in giro per l’Italia’

Vedi Aggiornamento del 06/02/2023
Foto: Andriy Popov © 123rf.com
Foto: Andriy Popov © 123rf.com
di Rossella Calabrese
08/09/2022 - “Il Governo, anche se in carica per gli affari correnti, non ha il dovere di impedire la più grande morte economica di decine di migliaia di imprese e professionisti che si sono esposti nel superbonus con progetti e lavori con la prospettiva dello sconto in fattura?”
 
Lo chiedono i senatori Elio Lannutti, Luisa Angrisani e Rosellina Sbrana (Gruppo Uniti per la Costituzione - C.A.L. - Alternativa - P.C. - Ancora Italia - Progetto SMART - I.d.V.) in una interrogazione presentata martedì scorso e rivolta ai Ministri dell’Economia e delle finanze e dello Sviluppo economico.
 
I tre parlamentari chiedono anche di riattivare il meccanismo di cessione dei crediti, il cui blocco ora in atto “genera il collasso di sistemi produttivi col rischio di disseminare scheletri di cantieri in giro per l’Italia, con effetti disastrosi sulla qualità della vita delle città”.
 
A sostegno della richiesta, gli interroganti affermano che “nella tempesta perfetta generata dalle sanzioni ‘boomerang’ alla Russia a causa della guerra con l’Ucraina”, si inserisce la problematica del blocco della cessione dei crediti del superbonus, “formidabile strumento che ha contribuito alla crescita del PIL, purtroppo inviso al ‘governo dei migliori’, forse a causa delle errate informazioni ricevute su presunte truffe, che non hanno mai superato la fisiologica statistica”.
 
E ricordano le “molte voci si sono levate contro il blocco della cessione dei crediti”, a partire dai “progressisti, che denunciano la probabile insolvenza sui progetti già fatti, che mette a rischio migliaia di studi e società”. Rischio evidenziato anche dall’Oice, dopo la stretta del sistema bancario e l’esaurimento del plafond di 37 miliardi destinato ai crediti del superbonus.
 

“Se è vero che le imprese rischiano il fallimento - prosegue l’interrogazione -, i professionisti e le società di ingegneria stanno molto peggio perché le progettazioni sono propedeutiche alla valutazione di congruità degli advisors delle banche, attività a sua volta propedeutica alla decisione di acquisto dei crediti”.
 
“I progetti sono stati fatti e ora le banche non acquistano più crediti - avvertono -; se i cantieri non partono, i progettisti non hanno neanche il diritto al credito d'imposta per i compensi del proprio lavoro già svolto. Si fa fatica solo a pensare all'ipotesi di chiedere il denaro ai condomini”.
 
I senatori paventano, quindi, un elevatissimo rischio di insolvenza per alcuni miliardi di euro per il solo settore professionale, con conseguenze devastanti proprio per gli studi e i professionisti che nei prossimi anni dovrebbero essere pronti per le sfide del PNRR.
 
E citano un recente rapporto del Centro studi della Confederazione Artigiani (CNA) secondo cui 33.000 imprese sono a rischio fallimento, con la perdita di 150.000 posti di lavoro nella filiera delle costruzioni, a causa della mancata conversione in denaro di quasi 2,6 miliardi di crediti, equivalente ad uno sconto in fattura ogni sei, rimasto bloccato al passaggio successivo.
 
Tutto questo accade - sottolineano gli interroganti - nonostante gli effetti positivi su PIL ed economia siano inconfutabili, benchè “alcuni organi di stampa, che appaiono agli interroganti genuflessi al Presidente del Consiglio, affermino il contrario”.
 
In definitiva i senatori chiedono quali misure urgenti il Governo intenda assumere, a 15 giorni dalle elezioni, per offrire risposte concrete alle migliaia di imprese condannate al fallimento ed alla chiusura delle loro attività, con conseguenti perdite di decine di migliaia di posti di lavoro.
 
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