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Codice Appalti, Architetti: ‘va adeguato ai princìpi dell’equo compenso’

Codice Appalti, Architetti: ‘va adeguato ai princìpi dell’equo compenso’

Il Cnappc teme il blocco degli affidamenti dei servizi di progettazione e sollecita una correzione che valorizzi la qualità del progetto

Vedi Aggiornamento del 14/03/2024
Equo compenso e Codice appalti - Foto: Worawee Meepian123RF.com
Equo compenso e Codice appalti - Foto: Worawee Meepian123RF.com
di Paola Mammarella
21/07/2023 - Il principio dell’equo compenso e il Codice Appalti sono in contraddizione. Il Consiglio Nazionale degli Architetti, pianificatori, paesaggisti e conservatori (Cnappc) si unisce al coro di professionisti e addetti ai lavori che chiedono un allineamento del Codice Appalti ai princìpi dell’equo compenso.
 
Secondo gli esponenti del mondo delle professioni, l’equo compenso non sarebbe tutelato dall’attuale formulazione del Codice Appalti, che ha acquistato piena efficacia dal 1° luglio.
 

Equo compenso e Codice appalti, le contraddizioni

La preoccupazione dei professionisti nasce dalle modifiche che il nuovo Codice Appalti (D.lgs. 36/2023) ha introdotto in materia di livelli di progettazione.
 
Per le gare bandite dal 1° luglio 2023, i livelli di progettazione devono essere due (progetto di fattibilità tecnico-economica e progetto esecutivo) e non più tre (progetto di fattibilità tecnico-economica, progetto definitivo e progetto esecutivo).
 
La riduzione dei livelli di progettazione è stata motivata con esigenze di semplificazione e snellimento dei tempi, ma ai sensi della legge sull’equo compenso (L. 49/2923) il metodo di calcolo dei compensi si basa ancora sul Decreto Parametri (DM 17 giugno 2016), che fa riferimento a tre e non a due livelli di progettazione.

A preoccupare i professionisti c'è anche la possibilità, prevista dal Codice Appalti in casi eccezionali non specificati, di affidare gli incarichi a titolo gratuito.
 

Equo compenso e Codice appalti, il Cnappc chiede un allineamento

Il Cnappc ritiene he l’equo compenso abbia determinato una svolta nei rapporti tra privati, PA e professionisti. Tuttavia, i principi hanno messo in evidenza le contraddizioni tra equo compenso e Codice appalti, che secondo il Cnappc rappresenta “un arretramento e non certo una innovazione nel sistema di affidamento dei servizi di progettazione”.
 
“La nostra preoccupazione - scrive il Cnappc in una nota - è che tali contraddizioni rischino di bloccare il sistema dell'affidamento dei servizi di architettura e ingegneria e pertanto richiedono un pronto ed adeguato intervento di correzione salvaguardando ed introducendo il valore e la qualità del progetto e quindi delle prestazioni, adeguando gli strumenti del Codice ai principi dell'Equo compenso”.
 
“Ciò consentirebbe - continua il Cnappc - di rilanciare il ruolo del concorso di progettazione e la centralità del progetto rispetto all'offerta economica che non rappresenta in nessun modo la garanzia, sia per la qualità della proposta progettuale, sia per la stessa realizzazione dell'opera. L'offerta economica potrà riguardare lo sconto sulle spese percentuali sul compenso al fine di garantire il rispetto della concorrenza e delle direttive europee”.
 
“Se il Codice non sarà opportunamente corretto - conclude il Cnappc - queste criticità rallenteranno l'utilizzo delle risorse del Pnrr e dei Fondi europei con gravi e pesanti ripercussioni sulla ripresa economica del Paese”.
 

Il disallineamento tra equo compenso e Codice appalti

Il problema è stato messo in luce da quando il Codice Appalti era in fase di approvazione. Lo scorso febbraio, le Commissioni Ambiente di Camera e Senato, nel parere inviato al Governo, hanno chiesto un periodo transitorio per la progettazione, durante il quale sarebbe stato necessario aggiornare il Decreto Parametri.
 
Sul disallineamento tra principio dell’equo compenso e Codice appalti si sono inoltre espressi anche altri esponenti del mondo delle professioni.
 
Tra questi, il Consiglio Nazionale degli Ingegneri (CNI), dopo la pubblicazione del Codice Appalti in Gazzetta, ha sottolineato il mancato coordinamento con il metodo di calcolo dei compensi, ma anche la presenza delle disposizioni che consentono gli incarichi a titolo gratuito.
 
L’Oice, infine, nei giorni scorsi ha affermato che l’incertezza degli intrecci tra equo compenso e Codice appalti rischia di frenare la domanda pubblica, che nei primi giorni di luglio ha già segnato un arresto.
 
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