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Sistemi di irrigazione, quale scegliere?

Sistemi di irrigazione, quale scegliere?

La scelta è fatta in base alle dimensioni del giardino, al tipo di piante piantumate ma anche alle esigenze dell’utilizzatore. Un focus sui sistemi automatici

Vedi Aggiornamento del 21/03/2024
Irrigazione automatica di un giardino - Foto: vecstock 123rf.com
Irrigazione automatica di un giardino - Foto: vecstock 123rf.com
di Rossella di Gregorio
22/01/2024 - L’irrigazione automatica è una tipologia di irrigazione, ovvero un’operazione colturale fondamentale per mantenere l’idratazione di un giardino e garantire che rimanga sano e rigoglioso, che funziona per mezzo di un programmatore.
 

Perché è importante l’irrigazione

Dotare un giardino di un impianto di irrigazione è importante perché garantisce la sopravvivenza delle piante e promuove la loro crescita in modo sano, attraverso la compensazione dell'acqua traspirata attraverso le foglie delle piante, dell'acqua evaporata dal terreno e dell'acqua persa a causa del drenaggio del suolo.
 

Tipologie di irrigazione

L’irrigazione di un giardino può essere realizzata con diversi impianti. La scelta è fatta in base alle dimensioni del giardino, al tipo di piante piantumate ma anche alle esigenze e preferenze personali dell’utilizzatore finale.
 
Di seguito un elenco di diversi tipi di irrigazione:
 
  • impianto di irrigazione manuale o fuori terra;
  • impianto di irrigazione automatico interrato;
  • microirrigazione;
  • subirrigazione.
 

Impianto di irrigazione manuale o fuori terra

L’irrigazione fuori terra è quella che avviene manualmente con annaffiatoio o tubi da giardino. L’irrigazione fuori terra è il modo più semplice, immediato ed economico di prendersi cura delle piante e del prato e si utilizza generalmente per l'innaffiatura di aree verdi di piccole dimensioni.
 

Impianto di irrigazione automatico interrato

È la soluzione ideale per giardini privati medio grandi e per le aree verdi condominiali. Un impianto interrato consente di programmare orari, frequenza, durata e quantità d’acqua necessaria. Gli irrigatori di un impianto interrato possono essere dinamici o statici, approfondiremo le loro caratteristiche nei paragrafi successivi.
 

Microirrigazione

La microirrigazione anche nota come irrigazione a goccia, è anch’essa una tipologia di impianto automatico, un metodo di irrigazione che somministra lentamente acqua alle piante, sia depositando l'acqua sulla superficie del terreno contigua alla pianta o direttamente alla zona della radice. Sfruttando la gravità e l’azione capillare, l’acqua filtra lentamente nelle radici della pianta, riducendo la perdita d’acqua per evaporazione sulla superficie.
 

Subirrigazione

Si tratta di una tecnica di irrigazione basata sulla distribuzione dell'acqua irrigua tramite ali gocciolanti interrate (ad una profondità tra i 25 e i 50 cm), con erogazioni a basso o bassissimo volume.
 
Il vantaggio di questa soluzione è che agisce direttamente sulle radici in profondità; pertanto, non risente di perdite d’acqua causate dall’evapotraspirazione superficiale e mantiene il terreno umido, dando luogo a una risalita capillare dell'acqua verso apparato fogliare. Di contro è una soluzione che soffre il problema dell’intrusione delle radici negli erogatori che, otturando la tubazione, ne impediscono l’uscita dell’acqua. Tuttavia, sono in corso studi e ricerche per superare questa problematica.
 

Come si compone un impianto di irrigazione automatica

Gli elementi principali di un sistema di irrigazione automatico sono:
 
  • Il programmatore. È il cervello dell'impianto ed ha il controllo su tutto il sistema. Il programmatore manda comandi elettrici a ciascuna valvola di cui controlla l'apertura e la chiusura. I programmatori possono controllare le singole aeree di irrigazione.
 
  • Le elettrovalvole. Le elettrovalvole controllano il flusso dell'acqua attraverso l'impianto, consentendo di aprire o chiudere l'approvvigionamento idrico in modo automatizzato. 
 
  • Le tubazioni e i raccordi. Le tubazioni trasportano l'acqua dal punto di origine fino ai settori che devono essere irrigati. I raccordi sono utilizzati per collegare le diverse sezioni delle tubazioni e garantire che l'acqua fluisca correttamente nell'intero sistema. 
 
  • Il regolatore di pressione. La pressione dell’acqua determina in larga misura l’efficienza di un sistema di irrigazione. Irrigazioni a pressioni troppo elevate possono causare l’atomizzazione e l’evaporazione dell'acqua. Il regolatore di pressione impedisce che questo avvenga. Va sottolineato che l’esposizione al sole e al vento di un giardino influenza il tasso di evaporazione dell’acqua, pertanto, l'impianto di irrigazione deve compensare queste eventuali perdite. In tal caso, una pressione di alimentazione corretta può ridurre al minimo gli effetti del vento e del sole.
 
  • Gli irrigatori. Sono elementi propri della tipologia di sistema di irrigazione interrata e possono essere dinamici o statici.
 

Gli irrigatori dinamici

Detti anche irrigatori a turbina, gli irrigatori dinamici fanno fuoriuscire un singolo getto d'acqua da una testa rotante.
 
Quelli usati più comunemente hanno una gittata compresa tra i 6 e i 15 metri. Poiché raggiungono distanze più ampie, in virtù della maggiore pressione di esercizio, gli irrigatori dinamici sono quasi esclusivamente usati per irrigare i prati.
 
A differenza degli irrigatori statici, i getti d’acqua di quelli dinamici rimangono costanti durante il ciclo di irrigazione, indipendentemente dall’angolo di lavoro.
 

Gli irrigatori statici

Gli irrigatori statici hanno una gittata dell’acqua decisamente inferiore rispetto ai dinamici, che arriva a massimo 5 metri; pertanto, sono ideali per coprire distanze brevi. Gli irrigatori statici hanno diversi angoli di irrigazione, con gradi che vanno dai 90 ai 360. All’aumentare dell’angolo di apertura impostato, e quindi della superficie irrigata, aumenta anche il consumo d’acqua.
 

Irrigatori statici e dinamici: la curva di caduta

Entrambe le tipologie di irrigatori, dinamici e statici, sono disponibili con diversi archi di lavoro (cerchio intero o a settore variabile) per assicurare che l’acqua venga fornita laddove è necessaria.
 
Un’altra caratteristica da ricercare è la curva di caduta decrescente. La curva di caduta misura la quantità d’acqua che cade sulla superficie in un certo tempo. Lavorando gli irrigatori in aree circolari, o in settori di cerchio, sarebbe praticamente impossibile interessare tutta la superficie da irrigare senza creare sovrapposizioni o tralasciare delle zone.
 
Gli irrigatori con curva di caduta decrescente rendono omogenea la distribuzione dell’acqua sul terreno, poiché la caduta dell’acqua decresce man mano che ci si allontana dall’ugello.
 

Come si progetta un impianto di irrigazione automatico

Gli impianti di irrigazione automatica possono comprendere:
  • componenti interrati;
  • componenti di microirrigazione;
  • la combinazione delle due tipologie di componenti.
 
Per progettare un impianto di irrigazione efficiente si parte dall'analisi delle condizioni naturali del contesto, poi si procede alla selezione delle piante, e infine si definisce la distribuzione degli irrigatori perseguendo i principi di risparmio idrico.
 
L'acqua è una risorsa importante e preziosa e non va assolutamente sprecata e l'obiettivo di un buon progetto deve essere quello di minimizzare il suo utilizzo. Per fare questo si dovrebbe considerare sin da subito la zona climatica in cui si opererà e fare scelte di tipologia di piante che promuovono un uso sostenibile di questa risorsa e non un suo spreco.
 
Partendo dal terreno, esso determina il tasso di assorbimento, ovvero la velocità con cui assorbe l'acqua. Un terreno grossolano e sabbioso assorbe acqua molto rapidamente, mentre terreni limosi e argillosi hanno un tasso di assorbimento molto basso. Inoltre, i terreni fini, una volta bagnati, trattengono l'umidità più a lungo rispetto ai terreni grossolani.
 
Di conseguenza il terreno determina sia la velocità che la quantità con cui l'acqua può essere erogata dal sistema di irrigazione. Mettere a dimora in un terreno sabbioso piante ad alta richiesta idrica comporterà cospicui cicli di irrigazione perchè il terreno "non trattiene l'acqua". Ma anche sovradimensionare la frequenza di erogazione d'acqua può provocare fenomeni di ruscellamento, erosione o zone di ristagno del terreno, che possono causare spreco e possibili danni.
 
Il principio progettuale base da seguire è evitare che l’erogazione di acqua sia più veloce di quanto il terreno possa assorbirla.
 
Verificata la tipologia di terreno ed eventualmente effettuate operazioni di ripristino ed integrazione, ad esempio del livello di sostanza organica presente al suo interno, si potrà procedere alla selezione delle piante da mettere a dimora e che meglio si adattano alla tipologia di terreno e alla zona climatica.
 
Dopodiché si dividerà il giardino in aree di irrigazione.
 

Irrigazione automatica, perché serve individuare le aree di irrigazione

Nel progetto delle aree verdi sono comprese differenti tipologie di specie vegetali, erba, fiori, arbusti, tappezzanti, alberi ed anche piante in vaso. Ognuno di questi tipi di pianta ha fabbisogni idrici diversi e deve essere inserito, pertanto, in una zona di irrigazione separata.
 
Erba e piante igrofile necessitano di quantitativi maggiori di acqua rispetto ad alberi o arbusti.
 
Pertanto, per la zona a prato si potrebbe prevedere una zona di irrigazione interrata, mentre la microirrigazione è spesso il metodo più efficiente per irrigare alberi, arbusti, aiuole, tappezzanti o siepi.
 

Innovazioni tecnologiche per sistemi di irrigazione sempre più orientati al risparmio idrico

Per migliorare il controllo del consumo idrico oggi il mercato mette a disposizione nuovi ed innovativi strumenti come i sensori e gli strumenti di misura per regolare l’irrigazione:
 
  • I sensori di pioggia, rilevando un livello preimpostato di precipitazione, determinano lo spegnimento del sistema, ad esempio durante un temporale, e lo riattivano quando si asciugano.
 
  • I sensori di umidità, misurando l’umidità del terreno, consentono di non irrigare fino a che il livello di umidità nel terreno sia sufficientemente basso da richiedere una maggiore quantità d’acqua.
 
  • I sensori di ghiaccio, rilevando la temperatura scesa sottozero, impediscono all’acqua di circolare attraverso i tubi congelati, una situazione che può portare alla rottura dei tubi.
 
  • I sensori di vento, registrando un forte flusso di vento, interrompono l’irrigazione per riprenderla quando la velocità del vento si riduce. Fenomeni ventosi rilevanti spazzano via i getti degli irrigatori vanificando l'irrigazione.
 
  • I sensori di contenuto volumetrico, percependo il volume di acqua totale contenuto nel terreno, inibiscono l’irrigazione ogni volta che il substrato arriva a saturazione, in questo modo gli sprechi dovuti all’eccesso di irrigazione sono eliminati.
 
  • I sensori di potenziale idrico, percependo lo stato idrico delle piante, sono in grado di controllare l’irrigazione e definirne i tempi di funzionamento. 
 
Infine, tra le soluzioni maggiormente ecosostenibili per il risparmio idrico ritroviamo il recupero delle acque meteoriche a scopo irriguo. L’acqua piovana recuperata è una preziosa riserva idrica per i giardini soprattutto nei periodi di siccità come l’estate; in più, oltre all’irrigazione potrebbe essere destinata ad altri usi domestici che non necessitano di acqua potabile, come pulizie, scarico wc, lavatrice, ecc.
 
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