MERCATI
Costruzioni, nel 2024 senza superbonus investimenti in calo dell’8,5%
Caro materiali, Assistal: ‘attesa asfissiante’
LAVORI PUBBLICI
Caro materiali, Assistal: ‘attesa asfissiante’
I costruttori di impianti: il Ministero pubblichi presto il decreto e si intervenga per il mercato privato

21/09/2021 - Il caro materiali continua a strozzare il mercato, ma il Governo non ha ancora messo in campo una strategia di contrasto. È la denuncia lanciata da Assistal, l’Associazione nazionale costruttori di impianti e dei servizi di efficienza energetica - ESCo e Facility Management aderente a Confindustria.
“Sotto quest’ultimo profilo” - ha concluso Carlini - “i rincari speculativi dei prezzi dei materiali rischiano di vanificare gli sforzi messi in campo per rilanciare il settore delle costruzioni depotenziando la misura del Superbonus. Nella situazione attuale le imprese, da un lato, non possono ottenere l’asseverazione della congruità dei costi realmente sostenuti perché i prezzari di riferimento non riescono a tener conto del continuo crescente rincaro dei prezzi dei materiali. Dall’altro, committenti e imprese rischiano di beneficiare del Superbonus in maniera parziale dal momento che i costi delle opere eccedono i massimali di spesa previsti dalla normativa”.
Il Decreto Sostegni-bis ha introdotto un meccanismo per la compensazione dell’aumento dei prezzi dei materiali da costruzione. È prevista la compensazione con l’utilizzo dei ribassi d’asta e degli accantonamenti e l’istituzione di un Fondo da 100 milioni di euro presso il MIMS.
Nel frattempo il Commissario Straordinario per la ricostruzione, ha stabilito che, nei cantieri del Centro Italia, i contributi per la ricostruzione post-sisma saranno riparametrati per tenere conto dell’incremento registrato.
Si tratta di un inizio, che lascia comunque fuori la maggior parte del territorio italiano, per cui le imprese chiedono al Governo un intervento urgente.
Assistal: ‘non c’è traccia del provvedimento attuativo del MIMS
Il presidente di Assistal, Angelo Carlini, ha affermato che “viviamo un’attesa asfissiante per le imprese poiché non c’è ancora traccia del provvedimento attuativo da parte del Ministero delle infrastrutture e della mobilità sostenibili (MIMS) che deve rilevare le variazioni percentuali dei singoli prezzi dei materiali da costruzione per il primo semestre 2021. Vogliamo richiamare l’attenzione del Ministero competente affinchè il decreto, malgrado l’esiguo stanziamento delle risorse finora previste, sia pubblicato quanto prima per consentire alle imprese appaltatrici di attivarsi, presentando la relativa richiesta di compensazione alle stazioni appaltanti. Inoltre, è necessario un intervento estensivo anche al mercato privato in quanto i rincari crescenti dei prezzi dei materiali stanno impattando seriamente sulla tenuta finanziaria delle imprese impegnate nei cantieri del Superbonus 110%.”“Sotto quest’ultimo profilo” - ha concluso Carlini - “i rincari speculativi dei prezzi dei materiali rischiano di vanificare gli sforzi messi in campo per rilanciare il settore delle costruzioni depotenziando la misura del Superbonus. Nella situazione attuale le imprese, da un lato, non possono ottenere l’asseverazione della congruità dei costi realmente sostenuti perché i prezzari di riferimento non riescono a tener conto del continuo crescente rincaro dei prezzi dei materiali. Dall’altro, committenti e imprese rischiano di beneficiare del Superbonus in maniera parziale dal momento che i costi delle opere eccedono i massimali di spesa previsti dalla normativa”.
Caro materiali, a che punto siamo
Il Decreto Sostegni-bis ha introdotto un meccanismo per la compensazione dell’aumento dei prezzi dei materiali da costruzione. È prevista la compensazione con l’utilizzo dei ribassi d’asta e degli accantonamenti e l’istituzione di un Fondo da 100 milioni di euro presso il MIMS.Nel frattempo il Commissario Straordinario per la ricostruzione, ha stabilito che, nei cantieri del Centro Italia, i contributi per la ricostruzione post-sisma saranno riparametrati per tenere conto dell’incremento registrato.
Si tratta di un inizio, che lascia comunque fuori la maggior parte del territorio italiano, per cui le imprese chiedono al Governo un intervento urgente.