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Ecobonus 65% incapienti, la Camera chiede di trasformarlo in credito d’imposta

Ecobonus 65% incapienti, la Camera chiede di trasformarlo in credito d’imposta

Ordine del giorno: ‘sia consentita l’anticipazione del credito alle imprese attraverso le banche’

Vedi Aggiornamento del 10/03/2016
Ecobonus 65% incapienti, la Camera chiede di trasformarlo in credito d’imposta
di Rossella Calabrese
Vedi Aggiornamento del 10/03/2016
12/01/2016 - Potrebbe essere modificata a breve la norma, introdotta dalla Legge di Stabilità, che consente ai lavoratori dipendenti e pensionati incapienti di cedere alle imprese la propria quota dell’ecobonus 65% sugli interventi di riqualificazione energetica di parti comuni degli edifici condominiali.
 
Con un Ordine del giorno approvato negli stessi giorni in cui la Legge di Stabilità 2016 riceveva il via libera definitivo, la Camera dei Deputati impegna il Governo “a valutare l’opportunità di consentire la trasformazione della detrazione decennale in credito d’imposta cedibile agli intermediari finanziari”.
 
Il nuovo meccanismo, le cui modalità operative saranno definite a breve dall’Agenzia delle Entrate, assegna al contribuente la facoltà di trasferire il credito che i fornitori potranno recuperare in 10 anni.

Ma - sottolineano i promotori dell’Ordine del giorno - le medesime imprese edili che eseguono i lavori accumulano ulteriori crediti Iva per l’applicazione del regime del ‘reverse charge’ e dello ‘split payment’, con rilevanti difficoltà di compensare detti crediti per l’incapienza dei debiti tributari dovuti.
 
“L’esperienza di questi anni - spiegano i deputati - dimostra che i tempi di recupero della detrazione spesso inibiscono l’utilizzo dell’agevolazione concessa per la riqualificazione energetica; appare quindi opportuno riflettere sulle modalità per rendere tale strumento più flessibile e adeguato alle esigenze delle famiglie attraverso un meccanismo che consenta l’anticipazione del credito di imposta attraverso l’utilizzo degli intermediari finanziari”.
 

La posizione delle imprese

L’Ordine del giorno è accolto con favore dalle imprese: secondo la Confederazione Nazionale dell’Artigianato e PMI - CNA Impianti, “la scelta adottata di vedere come unico cessionario del credito l’impresa che esegue i lavori, avrebbe infatti determinato più problemi che benefici per le stesse imprese”.
 
Le imprese edili ed impiantistiche - già penalizzate dalla maturazione di ingenti crediti Iva generati dall’applicazione del ‘reverse charge’, dello ‘split payment’ che creano spesso gravi problemi finanziari - maturerebbero ingentissimi crediti d’imposta che si aggiungerebbero ai crediti delle imposte sui redditi maturati in ragione della ritenuta dell’8% applicata sui bonifici finalizzati al riconoscimento della detrazione”.
 
La modifica proposta dall’Ordine del giorno - spiega CNA - sposterebbe, in modo anche tecnicamente più appropriato, sugli intermediari finanziari la possibilità per famiglie ed imprese di chiedere di anticipare i benefici della detrazione decennale.
 
In tal modo i soggetti incapienti potrebbero rivolgersi direttamente alle banche per ottenere l’anticipazione dei benefici derivanti dalla detrazione decennale da utilizzare per effettuare l’investimento di riqualificazione.
 
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