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Detrazioni 36 e 55%, anche l’Ance chiede di mantenerle

Detrazioni 36 e 55%, anche l’Ance chiede di mantenerle

Le proposte dei costruttori per la riforma del sistema fiscale

Vedi Aggiornamento del 22/11/2011
di Rossella Calabrese
Vedi Aggiornamento del 22/11/2011
23/09/2011 - È iniziato alla Camera l’esame del disegno di legge Delega al Governo per la riforma fiscale e assistenziale”, che ridefinirà il il sistema fiscale italiano.
 
La discussione in Commissione Finanze ha visto la partecipazione, in audizione informale, dell’ANCE, Associazione Nazionale del Costruttori Edili, con una delegazione guidata dal Presidente, Paolo Buzzetti, e da Giuliano Campana, Vice Presidente del settore economico-fiscale-tributario, che hanno formulato le loro proposte in merito alla redifinizione del sistema delle imposte, delle agevolazioni e dei regimi fiscali.
 
Per quanto riguarda l’IRPEF, l’Ance ha in primo luogo evidenziato l’assenza nel testo del riferimento alla ‘casa’ come bene meritevole di tutela fiscale, tutela invece riservata a ‘natalità’, ‘lavoro’ e ‘ giovani’.
 
Sulle forme di finanziamento individuate dalla Delega a copertura del sistema IRPEF, Buzzetti ha chiesto di evitare che il riordino delle imposte sul reddito, così come il maggior gettito che la riforma fiscale dovrà assicurare all’Erario, vengano finanziati esclusivamente da un taglio lineare di tutte le agevolazioni vigenti, soprattutto se relative alla casa. Si è, quindi, pronunciato a favore del mantenimento del 36% e del 55% che in questi anni - secondo l’Associazione -, sono risultati essenziali alla tenuta del mercato edilizio privato ed alla lotta all’evasione.
 
Ricordiamo che la Manovra bis (DL 138/2011 convertito nella Legge 148/2011) prevede che se il Governo non riuscirà a varare la riforma fiscale entro il 30 settembre 2012, le detrazioni del 36% e del 55% si ridurranno del 5% nel 2012 e del 20% dal 2013 (tagli disposti dalla Legge 111/2011).
 
Il Presidente Buzzetti si è poi pronunciato favorevolmente sull’annunciata abrogazione dell’IRAP, imposta ritenuta particolarmente gravosa per il settore edile, caratterizzato da un’elevata incidenza di manodopera e da un tasso di indebitamento fisiologicamente superiore rispetto agli altri settori industriali. Ha però aggiunto che l’attuale situazione di crisi necessita di provvedimenti ad effetto immediato, soprattutto fiscali, per il rilancio dell’economia, ad esempio l’immediata detassazione degli investimenti infrastrutturali per favorire l’attuazione del ‘Piano Città’ per il rinnovamento urbano.
 
Sull’IVA, Buzzetti ha ricordato che la Manovra bis ha aumentato l’aliquota ordfinaria dal 20 al 21% per garantire entrate annue per oltre 4 miliardi di euro, che serviranno a coprire del disavanzo e non, come previsto nella Delega, a ridurre il prelievo sul reddito; per questo è necessario - per l’Ance - salvaguardare i beni diretti a soddisfare i bisogni primari del cittadino, la casain primis, e quindi, di mantenere le attuali aliquote ridotte (10% e 4%). Allo stesso modo, per quel che riguarda le opere pubbliche, che sono beni d’interesse collettivo, un aumento dell’aliquota andrebbe ad incidere - secondo i costruttori - direttamente sulle finanze erariali, traducendosi in un maggior onere a carico degli Enti pubblici committenti.
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