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Coronavirus, tecnici: ‘il Decreto Cura Italia ci ha dimenticati’

Coronavirus, tecnici: ‘il Decreto Cura Italia ci ha dimenticati’

Chiusi più del 70% degli studi. Le associazioni chiedono misure di sostegno al reddito, sospensione delle tasse e accesso al credito senza garanzie

Vedi Aggiornamento del 02/09/2020
Foto: nyul © 123RF.com
Foto: nyul © 123RF.com
di Paola Mammarella
25/03/2020 - Dimenticati dal Decreto Cura Italia. È la denuncia delle associazioni dell’area tecnica Asso Ingegneri e Architetti, Ala Assoarchitetti, Singeop, Fidaf e Antec che, dopo aver valutato i provvedimenti contenuti nel DL 18/2020, hanno chiesto al Governo misure urgenti di sostegno.
 

Professionisti colpiti dal blocco delle attività

"I liberi professionisti italiani - architetti, ingegneri, geologi, dottori in agraria e forestali, periti industriali, geometri, periti agrari e agrotecnici - sono certamente tra le categorie professionali che, insieme ad altre, sono investite duramente dall’eccezionalità dei giorni che stiamo vivendo, vista l’impossibilità dello svolgimento del normale lavoro quotidiano.

Milano (ma con essa anche le altre città) ne è un esempio: progettazione frenata o bloccata, cantieri chiusi, attività di direzione lavori ferme, sopralluoghi rinviati, collaudi interrotti, consulenze del Tribunale troncate, pratiche edilizie rinviate a data da destinarsi, accessi agli atti sospesi, consulenze rimandate o addirittura annullate".
 
Oltre il 70% degli studi professionali, scrivono i tecnici, ha chiuso e solo alcuni sono in grado di praticare il lavoro agile, ma con una forte riduzione dell’attività professionale. Le recentissime ulteriori misure restrittive poste in essere dal Governo, e quelle che si aggiungeranno a breve, indurranno altre chiusure, poiché il lavoro dei liberi professionisti dipende da incontri, sopralluoghi, attività presso i pubblici uffici, tutte attività che presuppongono un rapporto diretto con le persone, nonché spostamenti per raggiungere cantieri, luoghi da visionare ed uffici da visitare.
 
È quindi evidente, spiegano i tecnici, che le attività si fermeranno praticamente del tutto, con gravissime ripercussioni, sui flussi di cassa, sulla liquidità e, di conseguenza, oltre che sulle attività e sugli investimenti programmati per i prossimi mesi, sulla stessa possibilità immediata di corrispondere gli emolumenti ai dipendenti ed ai collaboratori. Allo stesso tempo, lamentano i tecnici, la clientela ha sospeso la maggior parte dei contatti con gli studi dei liberi professionisti, a discapito dei lavori e degli incarichi anche in corso, aggravando una situazione lavorativa già compromessa da anni di crisi economica.
 

Coronavirus, tecnici: 'dimenticati dal Decreto Cura Italia'

I tecnici spiegano che tutte le Casse Previdenziali Private si sono attivate con delle misure, come il rinvio dei termini di pagamento dei contributi minimi 2020. Si tratta però di azioni che, secondo i professionisti tecnici, se non affiancate da altre misure straordinarie ed urgenti, sono insufficienti a compensare il fermo quasi totale della libera professione.
 
“Da quanto previsto dal DL 18/2020, riscontriamo che le problematiche dei liberi professionisti, in particolare quelli operanti nell’area tecnica, non sono state prese in considerazione; auspichiamo che sia stato soltanto perché c’erano settori per i quali era necessario procedere in modo immediato ed urgente, come quello sanitario, e rinnoviamo quindi unitariamente con forza e decisione le nostre richieste al Governo, con l’auspicio che nel prossimo decreto venga finalmente posta la dovuta attenzione ad una comparto professionale di così grande rilevanza sociale, essendoci demandato il rapporto di intermediazione fra società civile ed istituzioni, oltre al ruolo di tutela della sicurezza e del territorio”.
 

Coronavirus, le richieste urgenti al Governo

Per far fronte a queste difficoltà, Asso Ingegneri e Architetti, Ala Assoarchitetti, Singeop, Fidaf e Antec hanno elaborato delle richieste urgenti in 8 punti:

1. estendere i provvedimenti di sostegno al reddito, come il bonus mensile esentasse, a tutti i liberi professionisti iscritti agli Enti Previdenziali Privati degli Ordini di appartenenza, che devono essere autorizzati ad erogare contributi per il sostegno al reddito dei professionisti, oggi impossibilitati a svolgere pienamente la ordinaria professione;
2. varare misure finanziarie concrete atte ad agevolare i liberi professionisti con figli, per la prolungata chiusura delle scuole, anche coinvolgendo direttamente le casse di previdenza private;
3. sospensione dei versamenti per le attività professionali e del pagamento delle rate dei mutui e dei finanziamenti di qualsiasi genere, erogati da banche e da intermediari finanziari, il pagamento dei premi derivanti da polizze assicurative, nonché la moratoria di tasse, adempimenti tributari, contributivi e assistenziali;
4. sospensioni procedimentali e processuali, ivi comprese procedure esecutive, di riscossioni ordinarie e straordinarie o coattive, con temporanea sospensione delle attività di verifica e controllo fiscale presso gli studi professionali, in capo all’attività ordinaria della Guardia di Finanza;
5. adottare straordinarie e idonee agevolazioni delle misure fiscali atte a compensare il calo di fatturato, che interessano e interesseranno tutti i professionisti per molto tempo secondo la logica del contribuire tutti, ma in misura ridotta;
6. accesso al credito senza garanzie, commisurato alle necessità, sia pur limitato nel tempo;
7. attivazione di tutte le possibili forme di ammortizzatori sociali (cassa integrazione, fondo integrazione salariale, ecc.) con estensione in deroga anche a favore degli studi professionali, alla pari delle PMI, anche se costituiti da un solo dipendente, analogamente identificando altresì provvedimenti a supporto dei singoli liberi professionisti;
8. specifiche agevolazioni per promuovere lo smart working, per dotazioni e logistica, con relativi finanziamenti per investimenti e provvista della liquidità connessa.
 

Coronavirus, le misure già adottate

Ricordiamo che il Decreto Cura Italia ha previsto, tra le misure di sostegno finanziario, la moratoria dei mutui e la sospensione delle scadenze per il rimborso dei prestiti. Il Ministero dell’Economia e delle Finanze (Mef) ha poi emanato una nota esplicativa per spiegare che le misure di sostegno al credito si applicano anche ai professionisti.
 
Il Decreto Cura Italia (art. 44) ha istituito il “Fondo per il reddito di ultima istanza” da 300 milioni di euro destinato a lavoratori dipendenti e autonomi. A tale fondo potranno eventualmente accedere in via eccezionale i professionisti iscritti agli enti di diritto privato di previdenza obbligatoria. Il DL Cura Italia prevede, inoltre, l’accesso dei professionisti al Fondo di garanzia per le PMI per ottenere finanziamenti fino a 3mila euro.

Inarcassa ha disposto sussidi per i positivi, copertura per il ricovero, fondo di garanzia, finanziamenti a interessi zero, rinvio dei termini di pagamento, sospensione delle azioni di riscossione e di accertamento e 100 milioni di euro per l’assistenza dei liberi professionisti ingegneri ed architetti.


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