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Sensori biodegradabili per il monitoraggio degli edifici, il progetto Enea

Sensori biodegradabili per il monitoraggio degli edifici, il progetto Enea

SENSIBILE: dispositivi realizzati con biomateriali ottenuti da risorse rinnovabili, come gelatina e cellulosa

Vedi Aggiornamento del 27/04/2022
Foto: Prasit Rodphan © 123rf.com
Foto: Prasit Rodphan © 123rf.com
Vedi Aggiornamento del 27/04/2022
20/08/2020 - Sviluppare un sistema di sensori autonomi e biodegradabili per il monitoraggio dei parametri ambientali all’interno di abitazioni, scuole e uffici.
 
È quanto si propone il progetto SENSIBILE (SENSori autonomI e Biodegradabili per il monItoraggio ambientaLe negli Edifici) che l’ENEA sta conducendo nell’ambito del suo programma Proof of Concept, in partnership con l’azienda PROMETE.
 
“L’obiettivo è quello di promuovere un ambiente di vita salubre, sicuro e confortevole per le persone, attraverso l’utilizzo di dispositivi intelligenti, biodegradabili, efficienti ed ecosostenibili, i quali permettano la misura e l’analisi dei parametri ambientali, per attuare il controllo e l’ottimizzazione degli impianti di climatizzazione e di depurazione dell’aria”, sottolinea il ricercatore ENEA Giovanni Landi del Centro Ricerche di Portici (Napoli), che coordina il progetto.
 
I sensori saranno autonomi, ossia energeticamente autosufficienti, e il loro utilizzo consentirà un risparmio energetico sui consumi ed una riduzione dei costi di esercizio. “Tali sistemi saranno distribuiti e connessi tra loro, ma la loro biodegradabilità permetterà di ridurre l’impatto ambientale dello smaltimento della mole di rifiuti elettronici che si producono nelle nostre case”, continua Giovanni Landi.
 

Sensori biodegradabili per il monitoraggio degli edifici

Per la realizzazione dei dispositivi si impiegheranno biomateriali ottenuti da risorse rinnovabili, come ad esempio la gelatina e la cellulosa. “Questi materiali sono intrinsecamente ecosostenibili, biodegradabili, abbondanti (essendo possibile ricavarli da materiali di scarto industriale), rinnovabili e caratterizzati da proprietà non facili da riprodurre nei prodotti commerciali di sintesi” conclude Giovanni Landi.
 
In una prima fase il progetto si propone di realizzare un prototipo biodegradabile, integrante un generatore di corrente che alimenti almeno un tipo di sensore (ad es. temperatura, umidità e CO2), al fine di dimostrarne la fattibilità tecnologica. Una volta validata la tecnologia in laboratorio, in collaborazione con PROMETE e il Laboratorio ENEA di Nanomateriali e dispositivi, si provvederà a trasferirla in ambiente industriale.
 
Nella seconda fase, il prodotto si integrerà nella casa intelligente monitorando i parametri ambientali attraverso una rete di sensori autonomi distribuita in tutta la casa. Sarà possibile progettare i sensori al fine di farli funzionare per un tempo di vita pre-programmato (giorni/mesi/anni), per poi degradarsi in maniera sicura per gli esseri umani e l’ambiente. Questo permetterà di gestire in maniera ecosostenibile e consapevole per l’utente il fine-vita del prodotto finale.
 
Temperatura, umidità e inquinamento dell’aria influiscono significativamente sulla qualità degli ambienti in cui si vive e si lavora. Dati dell'Organizzazione Mondiale della Sanità mostrano che il 92% della popolazione mondiale trascorre la maggior parte del tempo in ambienti chiusi e che circa 3 milioni di decessi ogni anno sono riconducibili all’inquinamento indoor.
 
Fonte: ufficio stampa ENEA

 
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