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Equo compenso, i professionisti chiedono di estenderlo al settore privato

Equo compenso, i professionisti chiedono di estenderlo al settore privato

Nel ciclo di audizioni sul ddl in Senato, chiesta l’eliminazione delle zone franche per la Pubblica Amministrazione e lo stop ai bandi a costo zero

Vedi Aggiornamento del 12/09/2022
Foto: www.senato.it
Foto: www.senato.it
di Paola Mammarella
29/11/2021 - Ampliare la platea dei soggetti tenuti all’applicazione dell’equo compenso, estendere il principio dell’equo compenso ai lavori privati, formulare le norme in modo più chiaro ed evitare disparità tra professioni ordinistiche e professioni non regolamentate. Sono le richieste che i rappresentanti delle professioni hanno formulato la scorsa settimana in un ciclo di audizioni, svolte in Commissione Giustizia del Senato, sul disegno di legge dell’equo compenso.
 
Il disegno di legge è stato approvato a metà ottobre dalla Camera ed è ora all’esame del Senato. Secondo gli addetti ai lavori, il testo presenta una serie di criticità, ma la senatrice FdI, Giorgia Meloni, prima firmataria del ddl, si è detta disposta a valutare i correttivi richiesti.
 

Equo compenso, Confprofessioni: discriminati gli iscritti agli Ordini

Secondo il presidente di Confprofessioni, Gaetano Stella, l’equo compenso deve essere esteso anche ai rapporti di natura non convenzionale, che rappresentano la maggior parte degli incarichi attribuiti ai professionisti. 
 
Secondo Stella sono inoltre incomprensibili le sanzioni che l’Ordine di appartenenza deve prevedere a carico dei professionisti che non contrattano un compenso proporzionato alla prestazione professionale. Si tratta, a suo avviso, di “un approccio punitivo inaccettabile”, che crea anche “una assurda discriminazione tra gli iscritti agli Ordini e i professionisti privi di un Ordine, sui quali non grava alcuna responsabilità deontologica”.
 

Equo compenso, Cup: estenderlo ai contratti con i privati

La presidente del Consiglio nazionale del Notariato, Valentina Rubertelli, ha illustrato le posizioni del Comitato unitario delle professioni (Cup), affermando che occorre estendere il principio dell'equo compenso a tutti i rapporti contrattuali, ivi compresi quelli tra professionisti ed utenti consumatori, al fine di ristabilire un corretto equilibrio economico nelle transazioni professionali.
 
Secondo il Cup, dall’abrogazione delle tariffe professionali non sono scaturiti benefici né per i professionisti, esposti al rischio dei mancati pagamenti e della concorrenza sleale, né per i clienti, che non possono valutare la competenza del professionista, ma sono guidati dal prezzo più basso.
 

Equo compenso, RPT: no a zone franche per le PA

Il coordinatoredella Rete delle professioni tecniche (RPT) e presidente del Consiglio nazionale degli ingegneri, Armando Zambrano, ha posto l’attenzione sulla necessità di approvare in fretta la legge.
 
Zambrano ha chiesto che non ci siano zone franche per la Pubblica Amministrazione e che non si verifichi più l’emanazione di bandi pubblici a costo zero.
 

Equo compenso, Adepp: la PA è il cliente più ostico

Sulla stessa lunghezza d’onda Alberto Oliveti, presidente dell'Adepp, l'Associazione degli Enti previdenziali privati. A suo avviso, talvolta il committente più ostico è quello pubblico.


Il disegno di legge deve ora essere approvato dal Senato e, in caso di modifiche, altamente probabili, dovrà tornare alla Camera per la conferma definitiva.


 
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