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Territorio: maggiori poteri agli enti locali

Territorio: maggiori poteri agli enti locali

La nuova legge urbanistica introduce importanti novità anche per i professionisti di diverse aree

Vedi Aggiornamento del 24/09/2007
di Rossella Calabrese
Vedi Aggiornamento del 24/09/2007
05/07/2005 - Tra le novità introdotte dalla legge urbanistica (Ddl Lupi) approvata dalla Camera il 28 giugno scorso, si rileva che tra le attività di governo del territorio è stata inserita la tutela del paesaggio e delle bellezze naturali; di conseguenza la competenza sulla tutela dell’ambiente e dei beni culturali, che l’articolo 117 della Costituzione attribuisce allo Stato, passerebbe alle Regioni. D’altronde, lo stesso orientamento del Ddl era stato espresso dalla Corte Costituzionale che, con la sentenza 232 del 16 giugno 2005, si era pronunciata sull’inserimento della tutela e valorizzazione dei beni culturali nei piani regolatori, previsto dalla legge regionale veneta 11/2004. Il Ddl, inoltre, promuove la sussidiarietà anche orizzontale, cioè incentiva la stipula di atti negoziali, come accordi e convenzioni, invece di atti autoritativi; prevede accordi con i privati e gare tra proposte provenienti da più soggetti privati. Altra importante innovazione è la trasferibilità e libera commerciabilità dei diritti edificatori, che sarà possibile non solo tra ambiti di uno stesso comune ma tra comuni diversi, soprattutto nei casi in cui vi siano oneri ambientali da compensare, ad esempio nella localizzazione di discariche. Maggiore elasticità è prevista in tema di distanza tra le costruzioni, in contrasto però con la citata sentenza 232/2005 che ha consentito alla regione solo deroghe in aumento rispetto alla legge statale. Per quanto riguarda la dotazione di servizi pubblici, quali aree verdi, per lo sport e parcheggi, il Ddl sostituisce alla valutazione quantitativa un criterio di tipo prestazionale. Il Ddl Lupi aprirà nuovi scenari per i professionisti. Innanzitutto l’inserimento della tutela del paesaggio e delle bellezze naturali e della valorizzazione dei beni ambientali e culturali nei piani urbanistici richiederà un approccio multidisciplinare e il concorso di diverse professionalità. Il coordinamento tra comuni nell’ambito delle scelte del piano strutturale e tra enti locali a differenti livelli in occasione di realizzazione di strutture pubbliche di particolare importanza, renderanno complessi gli incarichi professionali La nuova “moneta” dei diritti edificatori che potrà circolare tra comuni limitrofi per assicurare la perequazione, richiederà l’intervento di notai e intermediari immobiliari. Infine, la partecipazione dei privati, mediante convenzioni e atti negoziali, richiederanno consulenze ad hoc. Come pure ci sarà posto per gli analisti fiscali nella verifica degli aspetti agevolativi, importanti nelle scelte edificatorie.
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