Dopo la conclusione positiva dei negoziati informali tra Parlamento e Consiglio, la relatrice Silvia-Adriana Ţicău (S & D, RO) ha spiegato che l’accordo politico rafforza il ruolo guida dell’UE nella lotta contro il cambiamento climatico: “In occasione della Conferenza di Copenaghen, l’Europa potrebbe presentare un efficace strumento per raggiungere gli ambiziosi obiettivi ambientali. Siamo impegnati a investire di più e ad utilizzare al meglio gli strumenti finanziari per l’efficienza energetica degli edifici e delle energie rinnovabili”.
Il Consiglio ha accolto gli emendamenti del Parlamento, che richiedono agli Stati membri di elaborare piani nazionali per incentivare la costruzione di edifici con consumo di energia “quasi zero”. Inoltre, entro la metà del 2011, gli Stati membri devono predisporre incentivi finanziari e di altro tipo, come ad esempio assistenza tecnica, sovvenzioni, programmi di credito e prestiti a basso interesse.
Gli Stati membri dovranno istituire un sistema di certificazione per misurare il rendimento energetico degli edifici. I certificati saranno obbligatori per tutti gli edifici oggetto di costruzione, compravendita o locazione, e anche per gli edifici in cui una superficie di oltre 500 mq sia occupata da un ente pubblico o aperta al pubblico. Cinque anni dopo l’entrata in vigore della legge, tale soglia potrà essere abbassata a 250 mq.
Esenzioni per gli edifici storici, case vacanze e altri
Sono esclusi dall’obbligo della direttiva: le case di piccole dimensioni (con una superficie inferiore a 50 mq), case per vacanze utilizzate per meno di quattro mesi l’anno (o che utilizzano meno del 25% dei consumi di energia dell’intero anno), edifici per attività religiose, fabbricati temporanei utilizzati per due anni o meno, siti industriali, laboratori ed edifici agricoli a basso fabbisogno energetico ed edifici storici tutelati in cui gli interventi per migliorare l’efficienza energetica altererebbero il loro aspetto.
Il testo concordato il 17 novembre deve ancora essere formalmente approvato dal Consiglio prima che il Parlamento europeo dia il suo ok definitivo all’inizio del 2010. Una volta adottato e pubblicato nella Gazzetta Ufficiale dell’Unione europea, gli Stati membri avranno due anni per adeguare la propria legislazione nazionale alla nuova direttiva.