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Housing sociale con il coinvolgimento dei capitali privati

Housing sociale con il coinvolgimento dei capitali privati

Studio del Censis per Assoimmobiliare: a Roma sarebbe possibile realizzare alloggi per 33.500 nuovi abitanti

Vedi Aggiornamento del 04/11/2009
di Rossella Calabrese
Vedi Aggiornamento del 04/11/2009
26/06/2008 - Si è tenuta la scorsa settimana a Roma l’Assemblea annuale di Assoimmobiliare, l’Associazione dell’industria immobiliare presieduta da Gualtiero Tamburini.
 
Nel corso dell’incontro sono stati presentati da Giuseppe De Rita, Presidente del Censis, i primi risultati della ricerca sul tema “Housing sociale nelle aree per servizi collettivi: l’alloggio come servizio economico di interesse generale”.
 
La ricerca è finalizzata a verificare la possibilità di sperimentare forme di partnership pubblico-privato nell’ambito del social housing, per garantire affitti a canoni accessibili anche ai ceti medio-bassi, non compresi nel ristretto ambito dell’edilizia sociale pubblica, come giovani coppie, studenti, lavoratori immigrati.
 
Dalla ricerca emerge che il problema principale è costituito dagli alti costi delle aree edificabili, che incidono fortemente sui costi finali. Vanno verso l’abbattimento di questi oneri le sperimentazioni in corso in Lombardia, in particolare nel Comune di Milano, per l’uso di aree inutilizzate, destinate dal Piano regolatore a servizi collettivi, tramite il coinvolgimento di operatori privati.
 
La ricerca, che mira a verificare la possibilità di estendere la sperimentazione ad altri contesti urbani, sta mostrando che a Roma, dove la dotazione complessiva di aree a standard è pari a quasi 116 milioni di mq, sarebbe possibile destinare nuove aree all’housing sociale, senza toccare le dotazioni di verde e parcheggi e senza derogare agli standard di legge sui servizi collettivi. Ne deriverebbe la possibilità di coinvolgere gli operatori privati per realizzare una nuova superficie abitabile pari a 1.220.000 mq e quindi alloggi per circa 33.500 nuovi abitanti.
 
Del coinvolgimento dei capitali privati ha parlato anche il Presidente di Assoimmobiliare, Tamburini, che ha prospettato un nuovo grande piano di social housing - possibile con gli strumenti finanziari oggi disponibili - basato sull’offerta di abitazioni in locazione a canone moderato e interamente finanziato con risorse private.
 
Un altro grande campo di intervento innovativo per l’industria dei servizi immobiliari - secondo Tamburini - è quello delle privatizzazioni e valorizzazioni dei beni demaniali e degli Enti pubblici, che possono essere messi sul mercato e valorizzati fornendo, grazie all’attivazione di risorse private, forte impulso allo sviluppo infrastrutturale e urbanistico delle città.
 
All’assemblea è intervenuto il Sottosegretario allo Sviluppo Economico, Ugo Martinat, che ha ricordato le proposte del Governo Berlusconi in tema di edilizia residenziale pubblica: la cedolare secca del 20% sugli affitti e un programma speciale finalizzato a realizzare nelle grandi città e con capitali prevalentemente privati, una consistente offerta di abitazioni a canone contenuto. Il piano - ha spiegato Martinat - potrebbe realizzarsi attraverso un progetto che, mediante l’individuazione, nelle aree metropolitane, di aree a costi inferiori rispetto a quelli di mercato, preveda la realizzazione, con capitali prevalentemente privati, di un consistente stock di nuovi alloggi destinati alla locazione a canoni sostenibili e concordati in sede locale, con una quota riservata alle categorie con particolare disagio sociale.
 
Inoltre - ha proseguito il Sottosegretario - grazie ad accordi con i costruttori, i Comuni potrebbero mettere a disposizione aree da riqualificare o immobili di proprietà da ristrutturare. Questo tipo di interventi - ha concluso Martinat - potrebbero essere realizzati attraverso una Legge Obiettivo per le città.
 
Degli stessi temi si è occupato il Ministro delle Infrastrutture, Altero Matteoli, nel corso dell’audizione in Commissione Ambiente alla Camera. La realizzazione di 20mila alloggi a canone moderato dovrebbe seguire lo stesso iter previsto dalla Legge Obiettivo per le opere strategiche e dovrebbe coinvolgere capitali privati.
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