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Equo compenso, il Veneto approva la legge che tutela la professione

Equo compenso, il Veneto approva la legge che tutela la professione

Il provvedimento garantisce proporzionalità tra quantità e qualità del lavoro e subordina l’idoneità del progetto al pagamento della prestazione

Vedi Aggiornamento del 22/03/2021
Foto: goodluz©123RF.com
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di Alessandra Marra
Vedi Aggiornamento del 22/03/2021
05/09/2019 - Il Consiglio regionale del Veneto ha approvato, lo scorso 3 settembre, una legge sull’equo compenso e sulla tutela delle prestazioni professionali.
 
La norma, frutto dell’accorpamento di tre progetti di legge vertenti sul medesimo oggetto, intende contrastare lo svilimento della figura del libero professionista, che in questi ultimi anni si è visto concretizzarsi con la corresponsione di compensi non corrispondenti alla qualità e quantità delle prestazioni richieste, se non addirittura simbolici.
 

Equo compenso Veneto: cosa prevede la norma

Per prima cosa il provvedimento disciplina il diritto all’equo compenso e il contrasto all’inserimento di clausole vessatorie nell’esecuzione degli incarichi conferiti dalla Regione, dagli enti strumentali e dalle società controllate, nei confronti dei professionisti.
 
In particolare, verrà considerato “equo” il compenso che risponde a due requisiti concorrenti e non alternativi: la proporzionalità alla quantità e alla qualità del lavoro svolto e al contenuto e alle caratteristiche della prestazione, e la conformità ai parametri previsti dal  DM 17/06/2016.
 
Inoltre, pone un freno alle difficoltà dei liberi professionisti sia ad incassare quanto dovuto, sia ad impedire il ricorso a metodi di pagamento illeciti contrastando l’evasione fiscale.
 

Equo compenso Veneto in casi di prestazioni tecniche

La normativa prevede che nel caso di prestazione a carattere tecnico, il pagamento delle competenze professionali sia subordinato all’idoneità del progetto o dell’elaborato tecnico, presentato per la conclusione dell’iter amministrativo.
 
In questo modo si ha la possibilità di valorizzare le competenze dei liberi professionisti, il valore sociale ed economico delle prestazioni professionali e contemporaneamente di tutelare i committenti subordinando il pagamento delle competenze professionali all’idoneità del progetto o dell’elaborato tecnico presentato.
 

Compensi professionali: ok dagli ingegneri del Veneto

Il provvedimento, nelle sue diverse fasi di elaborazione, è stato condiviso dalle diverse articolazioni dell’Ordine degli Ingegneri del territorio regionale, a dimostrazione dell’interesse suscitato dal tema.
 
Andrea Falsirollo, presidente dell'Ordine degli Ingegneri di Verona, figura tra i promotori della legge, insieme ad altri Ordini di Verona e Federazioni delle professioni tecniche del Veneto, si è dichiarato soddisfatto del risultato visto che "con l'abolizione della tariffa professionale, le professioni tecniche hanno iniziato ad avere bisogno di sempre maggiori tutele soprattutto per identificare il corretto compenso e per il loro riconoscimento da parte dei committenti”.
 
“Questa nuova legge serve a garantire il principio dell’equo compenso nelle prestazioni rese dai professionisti in esecuzione di incarichi conferiti dalle pubbliche amministrazioni, e a tutelare le prestazioni professionali rese su incarico dei privati e delle imprese, nell’ambito dei procedimenti volti al rilascio di titoli abilitativi. Abbiamo così due effetti che interessano tutti i cittadini, il primo che si contrastano i compensi in nero e il secondo che si promuove la qualità della progettazione. E di quest’ultima ne abbiamo davvero bisogno. Da rappresentante della mia categoria ritengo che la pubblica amministrazione debba puntare più sulla qualità che sul costo della progettazione” ha dichiarato Falsirollo.
 

Equo compenso: le leggi regionali 

Ricordiamo che a livello locale, le Regioni stanno legiferando per la tutela del lavoro professionale. Si registrano diverse leggi (approvate o in corso d’approvazione) che vincolano il rilascio dei titoli abilitativi al pagamento delle parcelle o che assicurano un compenso adeguato al lavoro svolto come i provvedimenti di: Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Lazio, Marche, Molise, Piemonte, Puglia, e Toscana.
 
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