Fotovoltaico, Gifi-Anie e Assosolare contestano i dati GSE
MERCATI
Fotovoltaico, Gifi-Anie e Assosolare contestano i dati GSE
Le associazioni di produttori pronte a collaborare alla revisione del sistema incentivi
04/02/2011 - La scorsa settimana il GSE (Gestore dei Servizi Energetici) ha diffuso i dati relativi alla potenza degli impianti fotovoltaici che hanno richiesto gli incentivi del Conto Energia: a fine 2010 la potenza complessiva degli impianti in esercizio che hanno richiesto gli incentivi è pari a 2.800 MW su oltre 140.000 impianti.
Considerando poi le ulteriori richieste che arriveranno entro fine febbraio,la potenza complessiva a fine 2010 potrebbe aver raggiunto il valore di 3.000 MW su 150.000 impianti. Inoltre, il GSE ha ricevuto comunicazioni per circa 55.000 ulteriori impianti, per una potenza di 4.000 MW, in aggiunta agli impianti già in esercizio, a seguito della Legge 129/2010 cosiddetta “Salva Alcoa”, che porterebbero ad una potenza complessiva installata a fine 2010 pari a 7.000 MW su 200.000 impianti (leggi tutto).
Un commento ai dati arriva da GIFI-ANIE, Gruppo Imprese Fotovoltaiche Italiane, aderente a Confindustria ANIE, secondo cui, in merito agli ultimi impianti citati, che beneficeranno degli incentivi 2010 del secondo Conto Energia, “la potenza ad essi attribuita (4.000 MW) si deve sommare alla potenza elettrica massima prevista dal medesimo Conto Energia (1.200 MW), in virtù dell’ulteriore periodo di 14/24 mesi consentito per la realizzazione di nuove installazioni, e che non devono essere calcolati per potenza massima incentivabile previsti dall’attuale Conto Energia (3.000 MW per gli impianti di cui al titolo II)”.
“Prima di esprimere un giudizio finale sul dato - ha spiegato Valerio Natalizia, Presidente GIFIANIE - è importante verificare se si tratti di gigawatt realmente installati. È quindi indispensabile effettuare i dovuti controlli, anche se, vista la necessaria asseverazione tecnica richiesta, ci auguriamo che si tratti di richieste effettive”. “In ogni caso - ha continuato Natalizia - un impulso alla crescita così improvviso non è sano per il fotovoltaico. Lo dimostrano esperienze analoghe recenti in altri Paesi europei che hanno generato improvvisi ripensamenti e modifiche al sistema incentivante”.
Al fine di prevenire sviluppi non in linea con le reali aspettative del mercato, GIFI-ANIE, come già fatto per l’attuale “Conto Energia”, sta lavorando ad una proposta di rivalutazione del sistema incentivante per il fotovoltaico, sulla base dell’art. 22 della bozza di decreto legislativo per il recepimento della Direttiva 2009/28/CE sulla promozione delle fonti rinnovabili.
La proposta prevede un adeguamento delle tariffe incentivanti alla luce di un’attenta analisi dei costi di sistema previsti per i prossimi anni e degli investimenti in corso da parte di molti operatori. Una eventuale revisione del Conto Energia sarà pertanto ammissibile solo per impianti che non abbiano già ottenuto le autorizzazioni.
All’adeguamento delle tariffe è affiancata una proposta di aumento degli obiettivi di potenza da installare nei prossimi anni, fissata attualmente in soli 8.000 MW al 2020, per dare continuità allo sviluppo del mercato e aumentare i benefici per il Paese, cioè nuovi posti di lavoro, stimabili in circa 80.000 unità entro il 2015, e nuove entrate fiscali per lo Stato.
Sui dati del GSE interviene anche Assosolare, l’Associazione italiana dell’industria fotovoltaica, che ha scritto alla Commissione Industria al Senato, per esporre alcune perplessità. Le stime del GSE “hanno sollevato allarmismi non utili a una obiettiva discussione sul futuro del fotovoltaico, comparto che a oggi è uno dei pochi settori trainanti dell’economia e dell’occupazione” - si legge nel documento. In relazione ai dati sugli impianti rientranti nella legge “Salva Alcoa”, Assosolare ritiene che le stime sulle comunicazioni di fine lavori per 55.000 nuovi impianti ricevute dal GSE, per una potenza di 4 GW, siano esagerate, come confermato da diversi dati.
In primo luogo - spiega l’Associazione -, le importazioni di pannelli da Paesi extra UE si attestano a circa 2 GW, che sommati alla produzione nazionale (circa 0,6 GW) e alle importazioni dall’UE (Germania e Spagna) pari a 0,8 GW, porterebbero a 3,4 GW l’ammontare del mercato in Italia nel 2010. Se si considera che la potenza degli impianti connessi alla rete nel 2010 (cioè non riconducibili alla legge 129/2010) sono circa 1,85 GW, rimarrebbe una potenza di appena 1,55 GW di pannelli disponibili per l’installazione, quindi molto meno della metà dei 4 GW stimati dal GSE in base alle dichiarazioni di fine lavori ricevute al 31 dicembre.
A confutare i dati ci sarebbero anche ragioni finanziarie: rispetto alla dimensione del mercato, pari a circa 7 miliardi di euro, le realizzazioni del 2010 (1,85 GW realmente connessi più i presunti 4 GW della legge 129/10) ammonterebbero a oltre 20 miliardi di investimenti, di cui né i grandi installatori, né le banche né le assicurazioni sembrano avere evidenza. In particolare - afferma Assosolare - considerato anche il primo Conto Energia, ad oggi i finanziamenti in project e leasing da parte delle banche per tutti i progetti raggiungono a malapena 1 miliardo di euro.
Sui costi degli incentivi del Conto Energia, anche Assosolare auspica l’apertura di un tavolo con il Governo per parlare del quarto Conto Energia, visto che il terzo appena partito potrebbe durare meno dei tre anni previsti, periodo già breve per stimolare gli investimenti nel medio-lungo termine.
Considerando poi le ulteriori richieste che arriveranno entro fine febbraio,la potenza complessiva a fine 2010 potrebbe aver raggiunto il valore di 3.000 MW su 150.000 impianti. Inoltre, il GSE ha ricevuto comunicazioni per circa 55.000 ulteriori impianti, per una potenza di 4.000 MW, in aggiunta agli impianti già in esercizio, a seguito della Legge 129/2010 cosiddetta “Salva Alcoa”, che porterebbero ad una potenza complessiva installata a fine 2010 pari a 7.000 MW su 200.000 impianti (leggi tutto).
Un commento ai dati arriva da GIFI-ANIE, Gruppo Imprese Fotovoltaiche Italiane, aderente a Confindustria ANIE, secondo cui, in merito agli ultimi impianti citati, che beneficeranno degli incentivi 2010 del secondo Conto Energia, “la potenza ad essi attribuita (4.000 MW) si deve sommare alla potenza elettrica massima prevista dal medesimo Conto Energia (1.200 MW), in virtù dell’ulteriore periodo di 14/24 mesi consentito per la realizzazione di nuove installazioni, e che non devono essere calcolati per potenza massima incentivabile previsti dall’attuale Conto Energia (3.000 MW per gli impianti di cui al titolo II)”.
“Prima di esprimere un giudizio finale sul dato - ha spiegato Valerio Natalizia, Presidente GIFIANIE - è importante verificare se si tratti di gigawatt realmente installati. È quindi indispensabile effettuare i dovuti controlli, anche se, vista la necessaria asseverazione tecnica richiesta, ci auguriamo che si tratti di richieste effettive”. “In ogni caso - ha continuato Natalizia - un impulso alla crescita così improvviso non è sano per il fotovoltaico. Lo dimostrano esperienze analoghe recenti in altri Paesi europei che hanno generato improvvisi ripensamenti e modifiche al sistema incentivante”.
Al fine di prevenire sviluppi non in linea con le reali aspettative del mercato, GIFI-ANIE, come già fatto per l’attuale “Conto Energia”, sta lavorando ad una proposta di rivalutazione del sistema incentivante per il fotovoltaico, sulla base dell’art. 22 della bozza di decreto legislativo per il recepimento della Direttiva 2009/28/CE sulla promozione delle fonti rinnovabili.
La proposta prevede un adeguamento delle tariffe incentivanti alla luce di un’attenta analisi dei costi di sistema previsti per i prossimi anni e degli investimenti in corso da parte di molti operatori. Una eventuale revisione del Conto Energia sarà pertanto ammissibile solo per impianti che non abbiano già ottenuto le autorizzazioni.
All’adeguamento delle tariffe è affiancata una proposta di aumento degli obiettivi di potenza da installare nei prossimi anni, fissata attualmente in soli 8.000 MW al 2020, per dare continuità allo sviluppo del mercato e aumentare i benefici per il Paese, cioè nuovi posti di lavoro, stimabili in circa 80.000 unità entro il 2015, e nuove entrate fiscali per lo Stato.
Sui dati del GSE interviene anche Assosolare, l’Associazione italiana dell’industria fotovoltaica, che ha scritto alla Commissione Industria al Senato, per esporre alcune perplessità. Le stime del GSE “hanno sollevato allarmismi non utili a una obiettiva discussione sul futuro del fotovoltaico, comparto che a oggi è uno dei pochi settori trainanti dell’economia e dell’occupazione” - si legge nel documento. In relazione ai dati sugli impianti rientranti nella legge “Salva Alcoa”, Assosolare ritiene che le stime sulle comunicazioni di fine lavori per 55.000 nuovi impianti ricevute dal GSE, per una potenza di 4 GW, siano esagerate, come confermato da diversi dati.
In primo luogo - spiega l’Associazione -, le importazioni di pannelli da Paesi extra UE si attestano a circa 2 GW, che sommati alla produzione nazionale (circa 0,6 GW) e alle importazioni dall’UE (Germania e Spagna) pari a 0,8 GW, porterebbero a 3,4 GW l’ammontare del mercato in Italia nel 2010. Se si considera che la potenza degli impianti connessi alla rete nel 2010 (cioè non riconducibili alla legge 129/2010) sono circa 1,85 GW, rimarrebbe una potenza di appena 1,55 GW di pannelli disponibili per l’installazione, quindi molto meno della metà dei 4 GW stimati dal GSE in base alle dichiarazioni di fine lavori ricevute al 31 dicembre.
A confutare i dati ci sarebbero anche ragioni finanziarie: rispetto alla dimensione del mercato, pari a circa 7 miliardi di euro, le realizzazioni del 2010 (1,85 GW realmente connessi più i presunti 4 GW della legge 129/10) ammonterebbero a oltre 20 miliardi di investimenti, di cui né i grandi installatori, né le banche né le assicurazioni sembrano avere evidenza. In particolare - afferma Assosolare - considerato anche il primo Conto Energia, ad oggi i finanziamenti in project e leasing da parte delle banche per tutti i progetti raggiungono a malapena 1 miliardo di euro.
Sui costi degli incentivi del Conto Energia, anche Assosolare auspica l’apertura di un tavolo con il Governo per parlare del quarto Conto Energia, visto che il terzo appena partito potrebbe durare meno dei tre anni previsti, periodo già breve per stimolare gli investimenti nel medio-lungo termine.