Riforma degli Appalti e débat public, la discussione riparte
NORMATIVA
Riforma degli Appalti e débat public, la discussione riparte
Al Senato i disegni di legge per la qualità della progettazione nelle gare e la realizzazione delle opere pubbliche senza intoppi
12/01/2016 - Riprende oggi in aula al Senato, dopo la pausa natalizia, l’iter della Riforma del Codice Appalti. Sul testo pende ancora il parere della Commissione Bilancio, che aveva espresso qualche perplessità sugli oneri derivanti dalle nuove misure.
Viaggia inoltre in parallelo il disegno di legge sul débat public, che è stato esaminato dalle Commissioni Lavori Pubblici e Territorio del Senato.
Obiettivo comune dei due ddl è riscrivere la normativa delle gare d’appalto per rendere più spedita la realizzazione delle opere, garantire la qualità della progettazione e coinvolgere i cittadini residenti nelle aree interessate fin dalle fasi della programmazione, in modo da evitare contenziosi e ritardi.
Trasparenza, qualità della progettazione e semplificazione delle procedure sono i cardini della riforma, che deve essere completata entro il 18 aprile 2016. Il ddl, lo ricordiamo, rappresenta lo strumento con cui devono essere recepite nell’ordinamento italiano le Direttive 2014/23/Ue sui contratti di concessione, 2014/24/Ue sugli appalti pubblici (che abroga la direttiva 2004/18/CE) e 2014/25/Ue sulle procedure d’appalto degli enti erogatori nei settori dell’acqua, dell’energia, dei trasporti e dei servizi postali (che abroga la direttiva 2004/17/CE).
Sulla base dei princìpi indicati dall'Unione Europea, la legge delega getterà le basi per l'approvazione del Nuovo Codice Appalti.
Queste le principali novità nelle regole per lo svolgimento delle gare.
I servizi di ingegneria e architettura e tutti i servizi di natura tecnica non potranno più essere affidati basandosi solo sul criterio del prezzo o del costo, ma su quello dell’offerta economicamente più vantaggiosa. La fase progettuale e la qualità architettonica saranno valorizzate con l’introduzione dei concorsi di progettazione. Le gare non potranno essere bandite solo sulla base del progetto preliminare. I progetti dovranno essere pubblicati online per garantire la ponderazione delle offerte. Sarà incoraggiato inoltre l'uso del BIM (Building Information Modeling) per la simulazione elettronica delle informazioni edilizie.
Il ricorso all’appalto integrato dovrà essere radicalmente limitato tenendo conto in particolare del contenuto innovativo o tecnologico delle opere da appaltare in rapporto al valore complessivo dei lavori.
Saranno cancellati gli incentivi alla progettazione (2%) per i dipendenti pubblici. Le risorse saranno destinate ad attività di programmazione e controllo.
Per la qualificazione delle imprese sarà fondamentale la “buona condotta” tenuta negli appalti precedenti.
Negli appalti dovrà essere garantita la sostenibilità energetica e ambientale legando il criterio di aggiudicazione ai costi del ciclo di vita dei prodotti e prevedendo un punteggio maggiore per i lavori, i beni e i servizi con un minore impatto sulla salute e sull’ambiente.
Chi si aggiudica una concessione attraverso una gara potrà affidare anche tutti i lavori alle società in house. Chi, al contrario, è titolare di una concessione di importo superiore a 150 mila euro senza aver vinto una gara, dovrà affidare l'80% dei lavori bandendo una gara e il restante 20% potrà andare alle società in house. Per l’adeguamento dall’attuale 60% ci sarà un periodo transitorio di ventiquattro mesi.
In caso di inadempimento da parte dell’appaltatore, la Stazione Appaltante procederà al pagamento diretto dei subappaltatori. In alcuni casi da definire, sarà obbligatorio indicare tre subappaltatori per ogni categoria di lavori da subappaltare in modo da garantire la continuità dei cantieri.
Tra le misure che sono finite sotto la lente della Commissione Bilancio ci sono:
- i contratti segretati, che per i maggiori controlli da parte della Corte dei Conti potrebbero richiedere un maggior numero di risorse umane;
- il contenimento delle varianti, che prevedendo sanzioni a carico delle Stazioni Appaltanti che non segnalano per tempo le variazioni rilevanti potrebbe implicare maggiori costi per la Pubblica Amministrazione;
- il rafforzamento delle funzioni di controllo delle Stazioni Appaltanti, che potrebbe richiedere più personale;
- il maggiore ricorso al personale dipendente della Pubblica Amministrazione per i collaudi, che potrebbe scaricare sulla PA maggiori responsabilità e richieste di risarcimento per eventuali danni;
- la risoluzione delle controversie tramite arbitrato, che potrebbe implicare costi maggiori rispetto alle vie giurisdizionali ordinarie;
- la stabilità occupazionale del personale impiegato, che potrebbe generare maggiori oneri finanziari.
Il dibattito pubblico ha origine francese ed è una fase della realizzazione delle infrastrutture di interesse strategico che permette ai cittadini di informarsi e di esprimere il loro punto di vista sull'integrazione e sulle conseguenze dei progetti.
Le procedure di consultazione dovrebbero essere limitate ai casi di realizzazione di infrastrutture di rilevanza strategica nazionale o un significativo impatto ambientale. Sono da considerare di rilevanza strategica nazionale le opere indicate dall’articolo 161 comma 1 del Codice Appalti. Sono opere con forte rilevanza socioeconomica o impatto significativo quelle che prevedono la VIA obbligatoria o il cui valore di investimento sia pari o superiore a 100 milioni di euro e che riguardano un bacino di utenza non inferiore a 250 mila abitanti.
Il ddl prevede che 180 giorni prima della presentazione della domanda di autorizzazione, il proponente trasmetta alla Commissione nazionale una comunicazione contenente l’indicazione degli obiettivi e delle caratteristiche principali dell’intervento, la sua localizzazione, gli impatti ambientali, i tempi e i costi di realizzazione, gli eventuali benefici per il territorio sul piano ambientale, territoriale, occupazionale e sociale.
Se l’avvio del dibattito pubblico è richiesto per un’opera già dotata di progetto preliminare, il procedimento dovrebbe essere avviato prima della convocazione della conferenza di servizi. Il testo non prevede il dibattito pubblico per le opere infrastrutturali dotate di progettazione, già approvata, di livello di approfondimento superiore al preliminare.
Per il procedimento è stabilita una durata massime di sei mesi e sono previsti tempi dimezzati per l’acquisizione di autorizzazioni, nulla osta e concessioni per chi dichiari di voler effettuare delle modifiche al progetto sulla base degli esiti del dibattito pubblico.
Viaggia inoltre in parallelo il disegno di legge sul débat public, che è stato esaminato dalle Commissioni Lavori Pubblici e Territorio del Senato.
Obiettivo comune dei due ddl è riscrivere la normativa delle gare d’appalto per rendere più spedita la realizzazione delle opere, garantire la qualità della progettazione e coinvolgere i cittadini residenti nelle aree interessate fin dalle fasi della programmazione, in modo da evitare contenziosi e ritardi.
Riforma degli Appalti, trasparenza e qualità della progettazione
Il disegno di legge delega sulla riforma degli Appalti ha ottenuto il via libera della Commissione Lavori Pubblici del Senato il 10 dicembre 2015, ma è rimasto bloccato per dare la precedenza alla discussione sulla Legge di Stabilità 2016.Trasparenza, qualità della progettazione e semplificazione delle procedure sono i cardini della riforma, che deve essere completata entro il 18 aprile 2016. Il ddl, lo ricordiamo, rappresenta lo strumento con cui devono essere recepite nell’ordinamento italiano le Direttive 2014/23/Ue sui contratti di concessione, 2014/24/Ue sugli appalti pubblici (che abroga la direttiva 2004/18/CE) e 2014/25/Ue sulle procedure d’appalto degli enti erogatori nei settori dell’acqua, dell’energia, dei trasporti e dei servizi postali (che abroga la direttiva 2004/17/CE).
Sulla base dei princìpi indicati dall'Unione Europea, la legge delega getterà le basi per l'approvazione del Nuovo Codice Appalti.
Queste le principali novità nelle regole per lo svolgimento delle gare.
I servizi di ingegneria e architettura e tutti i servizi di natura tecnica non potranno più essere affidati basandosi solo sul criterio del prezzo o del costo, ma su quello dell’offerta economicamente più vantaggiosa. La fase progettuale e la qualità architettonica saranno valorizzate con l’introduzione dei concorsi di progettazione. Le gare non potranno essere bandite solo sulla base del progetto preliminare. I progetti dovranno essere pubblicati online per garantire la ponderazione delle offerte. Sarà incoraggiato inoltre l'uso del BIM (Building Information Modeling) per la simulazione elettronica delle informazioni edilizie.
Il ricorso all’appalto integrato dovrà essere radicalmente limitato tenendo conto in particolare del contenuto innovativo o tecnologico delle opere da appaltare in rapporto al valore complessivo dei lavori.
Saranno cancellati gli incentivi alla progettazione (2%) per i dipendenti pubblici. Le risorse saranno destinate ad attività di programmazione e controllo.
Per la qualificazione delle imprese sarà fondamentale la “buona condotta” tenuta negli appalti precedenti.
Negli appalti dovrà essere garantita la sostenibilità energetica e ambientale legando il criterio di aggiudicazione ai costi del ciclo di vita dei prodotti e prevedendo un punteggio maggiore per i lavori, i beni e i servizi con un minore impatto sulla salute e sull’ambiente.
Chi si aggiudica una concessione attraverso una gara potrà affidare anche tutti i lavori alle società in house. Chi, al contrario, è titolare di una concessione di importo superiore a 150 mila euro senza aver vinto una gara, dovrà affidare l'80% dei lavori bandendo una gara e il restante 20% potrà andare alle società in house. Per l’adeguamento dall’attuale 60% ci sarà un periodo transitorio di ventiquattro mesi.
In caso di inadempimento da parte dell’appaltatore, la Stazione Appaltante procederà al pagamento diretto dei subappaltatori. In alcuni casi da definire, sarà obbligatorio indicare tre subappaltatori per ogni categoria di lavori da subappaltare in modo da garantire la continuità dei cantieri.
Riforma Appalti, le perplessità della Commissione Bilancio
Prima della pausa natalizia, il senatore Vittorio Fravezzi, relatore del provvedimento, ha segnalato la mancanza di una relazione tecnica aggiornata, che a suo avviso doveva essere presente per spiegare le modifiche apportate al testo dalla Camera.Tra le misure che sono finite sotto la lente della Commissione Bilancio ci sono:
- i contratti segretati, che per i maggiori controlli da parte della Corte dei Conti potrebbero richiedere un maggior numero di risorse umane;
- il contenimento delle varianti, che prevedendo sanzioni a carico delle Stazioni Appaltanti che non segnalano per tempo le variazioni rilevanti potrebbe implicare maggiori costi per la Pubblica Amministrazione;
- il rafforzamento delle funzioni di controllo delle Stazioni Appaltanti, che potrebbe richiedere più personale;
- il maggiore ricorso al personale dipendente della Pubblica Amministrazione per i collaudi, che potrebbe scaricare sulla PA maggiori responsabilità e richieste di risarcimento per eventuali danni;
- la risoluzione delle controversie tramite arbitrato, che potrebbe implicare costi maggiori rispetto alle vie giurisdizionali ordinarie;
- la stabilità occupazionale del personale impiegato, che potrebbe generare maggiori oneri finanziari.
Débat public, opere pubbliche senza intoppi
È fermo nelle Commissioni riunite Lavori Pubblici e Territorio del Senato il disegno di legge sul débat public.Il dibattito pubblico ha origine francese ed è una fase della realizzazione delle infrastrutture di interesse strategico che permette ai cittadini di informarsi e di esprimere il loro punto di vista sull'integrazione e sulle conseguenze dei progetti.
Le procedure di consultazione dovrebbero essere limitate ai casi di realizzazione di infrastrutture di rilevanza strategica nazionale o un significativo impatto ambientale. Sono da considerare di rilevanza strategica nazionale le opere indicate dall’articolo 161 comma 1 del Codice Appalti. Sono opere con forte rilevanza socioeconomica o impatto significativo quelle che prevedono la VIA obbligatoria o il cui valore di investimento sia pari o superiore a 100 milioni di euro e che riguardano un bacino di utenza non inferiore a 250 mila abitanti.
Il ddl prevede che 180 giorni prima della presentazione della domanda di autorizzazione, il proponente trasmetta alla Commissione nazionale una comunicazione contenente l’indicazione degli obiettivi e delle caratteristiche principali dell’intervento, la sua localizzazione, gli impatti ambientali, i tempi e i costi di realizzazione, gli eventuali benefici per il territorio sul piano ambientale, territoriale, occupazionale e sociale.
Se l’avvio del dibattito pubblico è richiesto per un’opera già dotata di progetto preliminare, il procedimento dovrebbe essere avviato prima della convocazione della conferenza di servizi. Il testo non prevede il dibattito pubblico per le opere infrastrutturali dotate di progettazione, già approvata, di livello di approfondimento superiore al preliminare.
Per il procedimento è stabilita una durata massime di sei mesi e sono previsti tempi dimezzati per l’acquisizione di autorizzazioni, nulla osta e concessioni per chi dichiari di voler effettuare delle modifiche al progetto sulla base degli esiti del dibattito pubblico.