Federcostruzioni sta affrontando con grande attenzione l’emergenza a fianco delle Federazioni iscritte, attraverso un Gruppo di lavoro ad hoc e un’azione continua nei confronti del Governo.
“I dati ENEA sull’applicazione dei bonus - evidenzia Paola Marone, presidente di Federcostruzioni - riportano che al 31 marzo 2022 sono stati avviati 139.029 cantieri (numero di asseverazioni prodotte) sul superbonus 110% per un totale degli investimenti ammessi a detrazione di oltre 24,2 miliardi di euro e un totale di investimenti per lavori conclusi ammessi a detrazione di 16,9 miliardi pari al 70,1% dei lavori realizzati”.
“Siamo ancora lontano da un numero di cantieri soddisfacenti per qualificare il patrimonio immobiliare nazionale, ma il percorso è finalmente iniziato, e il problema del caro prezzi ed energia è penalizzante per le imprese che in molti casi non riescono a concludere le opere in corso”.
Per comprendere al meglio quanto sta accadendo all’interno delle diverse filiere, sono state realizzate alcune interviste ai vice-Presidenti di Federcostruzioni.
Ecco quello che è emerso dell’incontro con l’ing. Angelo Luigi Marchetti, presidente di Assolegno di FederlegnoArredo.
Domanda: Il proseguo della pandemia e la drammatica guerra in Ukraina, oltre ai grandi problemi in ambito umano e sociale, hanno creato forti tensioni commerciali in molti settori industriali, anche nel mondo delle costruzioni, in cui si registra un aumento molto elevato dei costi delle materie prime e una difficoltà di reperimento. Nell’ambito dei settori rappresentati da Assolegno vi sono delle conseguenze? quali le principali?
Angelo Luigi Marchetti: “Come da lei sottolineato, è l’intera industria delle costruzioni che si trova in difficoltà, sia sul profilo del reperimento dei materiali, ma anche di manodopera specializzata. Le conseguenze di tali tensioni sono purtroppo note anche a tutti gli operatori del nostro settore”.
“Tra questi sicuramente si possono citare: incrementi di prezzo importanti per gli assortimenti ingegnerizzati in legno che vanno a comporre l’ossatura dell’edificio che raggiungono oggi soglie del 160% (rispetto alle analoghe contrattazioni del 2020), lavori pubblici che purtroppo non si riescono più a portare avanti per una mancata compensazione da parte dell’amministrazione pubblica causa i maggior oneri del costruttore, nonché tensioni nell’approvvigionamento di energia che di fatto rendono il processo di industrializzazione e prefabbricazione sicuramente più oneroso per il nostro modello organizzativo”.
“Un quadro complesso, dove è difficile poter così in breve tempo riorganizzare processi e procedere a diversificare i fornitori e materiali. È divenuto ormai urgente rivedere le politiche di sviluppo delle filiere del nostro Paese riorganizzandole e rendendole più resilienti ai cambiamenti dei mercati internazionali. Far crescere in maniera armonica tutti i soggetti industriali ricompresi in distretti deve essere un elemento di primaria importanza per riuscire a far tesoro di questi momenti sicuramente molto difficili sul piano internazionale”.
D: Purtroppo questi problemi accadono proprio nel momento in cui, grazie alle iniziative dei BONUS e ai fondi speciali del PNRR, l’edilizia italiana aveva cominciato a dare segni di ripresa. Così ci si trova in un contesto in cui spesso a fronte di un aumento della domanda corrisponde una carenza di offerta. Cosa si potrebbe fare per ridurre questo gap? una proroga con tempi lunghi dei bonus potrebbe portare a un mercato meno schizofrenico?
ALM: “Ha pienamente ragione: viviamo un periodo dove la domanda è sicuramente importante. Ma, nonostante la presenza di Bonus e di altre iniziative simili, l’imprenditore così come il committente, si trova di fronte a una legislazione molto complessa che può portare a disincentivare la realizzazione di una determinata opera”.
“Quindi è necessario affiancare i bonus a un quadro legislativo semplice che non inneschi timori e scadenze ravvicinate. Diviene fondamentale rivedere il quadro delle scadenze per gli edifici monofamiliari, come esplicitato più volte da Assolegno di FederlegnoArredo. Lo stesso termine ricordo che oggi è purtroppo fissato per il 30 giugno al fine dell’erogazione del primo SAL. Dobbiamo inoltre cercare di definire un modello industriale che sia realmente incentrato sulla digitalizzazione”.
D: Pur essendo un Paese ricco di foreste, gran parte del legno proviene da paesi esteri, a cominciare proprio dalla Russia. Per favorire una maggiore indipendenza rispetto alle importazioni, si dovrebbero favorire politiche di maggiore impatto relativamente alla produzione del legno? se sì quali?
ALM: “È certo che il nostro patrimonio boschivo sia sottoutilizzato e che allo stesso tempo è necessario implementare una politica di sviluppo della viabilità forestale, al fine in primis di permettere l’accesso alle foreste nazionali e delineare dei modelli selvicolturali che siano concertati con l’industria di settore. È in questa direzione che spinge la strategia forestale nazionale recentemente pubblicata in Gazzetta ufficiale e promossa dal MIPAAF.
“Inoltre, è necessario continuare la creazione di piattaforme digitali come quello della Borsa Italiana del legno che di fatto portino allo sviluppo di distretti industriali sia digitali che sul territorio. A tal proposito, preciso che, all’interno del progetto Borsa Italiana del Legno, piattaforma pronta e operativa grazie alla intensa e proficua collaborazione con Borsa Merci Telematica Italiana a maggio 2022, ad oggi sono stati inclusi più di 350 tipologie di prodotto che consentiranno a tutte le aziende del settore di digitalizzare il proprio listino e le proprie commesse, andando così ad amplificare l’azione di marketing soprattutto per le microimprese italiane di prima lavorazione”.
Fonte: Ufficio Stampa Federcostruzioni