Imu ai Comuni, il ddl stabilità fa sperare in aliquote più basse
NORMATIVA
Imu ai Comuni, il ddl stabilità fa sperare in aliquote più basse
Allo Stato il gettito dai capannoni industriali, opposizione dalla LN 'si penalizzano le zone con più aziende'
17/12/2012 - Mentre scade il termine per il pagamento dell’ultima rata Imu, si intravede la possibilità di riduzione dell’imposta a partire dal prossimo anno. La svolta è contenuta in un emendamento al ddl stabilità, che fa tornare ai Comuni il gettito derivante dall’imposta municipale unica, escludendo però i capannoni industriali.
Come più volte lamentato dall’Anci, l’obbligo di dover dividere a metà con lo Stato i proventi dell’Imu ha impedito finora agli enti locali di abbassare le aliquote e si è tradotto in un aumento della pressione fiscale.
Secondo la Manovra Salva Italia, che ha anticipato la comparsa dell’Imu, resta nelle casse comunali solo il gettito delle imposte sulle abitazioni principali e le loro pertinenze. Un’impostazione a causa della quale gli enti locali hanno mantenuto più o meno stabile l’imposta sulla prima casa, ma hanno dovuto rivedere al rialzo quella sulle altre tipologie di immobili.
Al contrario, se i contenuti dell'emendamento dovessero essere confermati dall'Aula, si modificherebbe la Manovra Salva Italia abolendo la riserva di Stato che impone di dividere il gettito a metà con l’Amministrazione centrale.
Una quota dei maggiori proventi ricavati dai Comuni potrebbe essere destinata al Fondo di solidarietà comunale, che dovrebbe essere istituito con un dpcm.
La prima conseguenza sarebbe un maggiore margine d’azione sulle aliquote, che permetterebbe ai Comuni di ridurre il livello delle imposte.
La novità non coinvolge però tutti gli immobili. In base all’emendamento presentato, costituiscono un’eccezione gli edifici ad uso produttivo, classificati nel gruppo catastale D. Per loro è previsto che il gettito derivante dall'imposta municipale rimanga interamente di competenza dello Stato. L’esclusione ha già suscitato le lamentele della Lega Nord, che si è dichiarata pronta a fare quadrato in Parlamento contro una norma che potrebbe penalizzare le aree maggiormente industrializzate.
L’emendamento fissa allo 0,76 per cento l’aliquota sui capannoni, dando ai Comuni la possibilità di aumentarla fino a 0,3 punti percentuali. A detta del senatore della Lega Nord Massimo Garavaglia, per non rinunciare completamente al gettito su questi immobili, i Comuni saranno quindi costretti ad aumentare l’aliquota fino al 10,6 per cento. Una manovra giudicata pericolosa, perché penalizzerebbe le imprese già gravate dalla crisi.
Per l'imposta del 2012, leggi anche cosa fare in caso di errore nelle dichiarazioni.
Come più volte lamentato dall’Anci, l’obbligo di dover dividere a metà con lo Stato i proventi dell’Imu ha impedito finora agli enti locali di abbassare le aliquote e si è tradotto in un aumento della pressione fiscale.
Secondo la Manovra Salva Italia, che ha anticipato la comparsa dell’Imu, resta nelle casse comunali solo il gettito delle imposte sulle abitazioni principali e le loro pertinenze. Un’impostazione a causa della quale gli enti locali hanno mantenuto più o meno stabile l’imposta sulla prima casa, ma hanno dovuto rivedere al rialzo quella sulle altre tipologie di immobili.
Al contrario, se i contenuti dell'emendamento dovessero essere confermati dall'Aula, si modificherebbe la Manovra Salva Italia abolendo la riserva di Stato che impone di dividere il gettito a metà con l’Amministrazione centrale.
Una quota dei maggiori proventi ricavati dai Comuni potrebbe essere destinata al Fondo di solidarietà comunale, che dovrebbe essere istituito con un dpcm.
La prima conseguenza sarebbe un maggiore margine d’azione sulle aliquote, che permetterebbe ai Comuni di ridurre il livello delle imposte.
La novità non coinvolge però tutti gli immobili. In base all’emendamento presentato, costituiscono un’eccezione gli edifici ad uso produttivo, classificati nel gruppo catastale D. Per loro è previsto che il gettito derivante dall'imposta municipale rimanga interamente di competenza dello Stato. L’esclusione ha già suscitato le lamentele della Lega Nord, che si è dichiarata pronta a fare quadrato in Parlamento contro una norma che potrebbe penalizzare le aree maggiormente industrializzate.
L’emendamento fissa allo 0,76 per cento l’aliquota sui capannoni, dando ai Comuni la possibilità di aumentarla fino a 0,3 punti percentuali. A detta del senatore della Lega Nord Massimo Garavaglia, per non rinunciare completamente al gettito su questi immobili, i Comuni saranno quindi costretti ad aumentare l’aliquota fino al 10,6 per cento. Una manovra giudicata pericolosa, perché penalizzerebbe le imprese già gravate dalla crisi.
Per l'imposta del 2012, leggi anche cosa fare in caso di errore nelle dichiarazioni.