
Sismabonus, ricostruzione, periferie: via libera alla Legge di bilancio 2017
Incentivi per la riqualificazione energetica e antisismica, Casa Italia, progetti nelle periferie, investimenti per le infrastrutture e la competitività

Sismabonus ed ecobonus
3 miliardi in tre anni finanzieranno la proroga e il potenziamento degli incentivi per la ristrutturazione, la riqualificazione energetica, il miglioramento antisismico degli edifici, gli interventi per il contrasto al dissesto idrogeologico e l’edilizia scolastica. Il disegno di legge di bilancio ha disposto la proroga di un anno della detrazione del 50% sulle ristrutturazioni, che verrà estesa anche agli alberghi e ai condomini, e di cinque anni per l'Ecobonus 65%. Ma non solo, perché nei condomìni, i miglioramenti riguardanti tutto l’edificio potranno accedere ad un credito di imposta fino al 75%. Il sismabonus potrà arrivare fino all'85% a seconda del miglioramento conseguito con l'intervento. Ricostruzione
4,5 i miliardi che vanno alla ricostruzione di Accumoli, Amatrice, Arquata e degli altri territori interessati dal sisma del 24 agosto 2016. Questa misura confluirà nel progetto "Casa Italia" che il Governo intende avviare per risolvere l'emergenza e mettere in sicurezza tutto il territorio.
Periferie
2,1 miliardi saranno finalizzati al recupero delle periferie (120 i progetti presentati al bando periferie). Rispetto al totale, 1,6 milioni derivano dal Fondo Sviluppo e Coesione, cioè l'ex Fondo per le aree sottoutilizzate (FAS), destinato alla rimozione degli squilibri economici e sociali.
Dissesto idrogeologico
Agli interventi di mitigazione del rischio idrogeologico e messa in sicurezza del territorio saranno destinati 7 miliardi di euro in sette anni.
Piano porti e aeroporti
10 miliardi vanno al piano porti e aeroporti e alla valorizzazione di Ferrovie dello Stato e Anas.
Investimenti
12 miliardi aggiuntivi in tre anni per gli investimenti pubblici dalle infrastrutture all’ambiente e alle attività produttive, a partire dall’attuazione del Masterplan per il Mezzogiorno.
Competitività
La manovra prevede prima di tutto misure di sostegno alla competitività e di stimolo agli investimenti secondo la strategia “Industria 4.0” con un effetto di mobilitazione di risorse di 20 miliardi. Tra gli strumenti, la proroga del super-ammortamento del 140% sull’acquisto di beni strumentali e l’iperammortamento, ovvero una maggiorazione dell’ammortamento al 250% sull’acquisto di beni strumentali e immateriali (software) funzionali alla trasformazione tecnologica e digitale dell’impresa. E ancora, 1 miliardo al Fondo di Garanzia per le PMI che significa fino a 25 miliardi di credito per le piccole e medie imprese e la proroga della cosiddetta “Nuova Sabatini”, nonché detrazioni fiscali del 30% per chi investe in start-up innovative, . Infine, è previsto un rafforzamento della detassazione dei premi di produttività.
Bonus ricerca
Il credito di imposta riconosciuto per le spese in ricerca e sviluppo passerà dal 25% al 50%. Il tetto per beneficiario salirà inoltre da 5 milioni a 20 milioni di euro.
Tasse
Confermata la riduzione dell’Ires al 24%. Grazie alla disattivazione della clausola di salvaguardia prevista in precedenti leggi di stabilità, si evitano aumenti per circa 15 miliardi di euro di Iva e accise. Debutta l’Iri, imposta sul reddito di impresa con aliquota al 24%, che gli imprenditori persone fisiche potranno scegliere in alternativa all’Irpef. La manovra prevede anche interventi a favore delle Partite Iva.
Studi di settore
Gli studi di settore non saranno un sistema di accertamento, ma uno strumento che aiuterà professionisti e imprese al pagamento delle tasse. Previste semplificazioni nella compilazione e incentivi per i contribuenti virtuosi.
Spending review
La centralizzazione degli acquisti della Pubblica Amministrazione e una gestione migliore dei budget dei Ministeri consentiranno un risparmio di 3,3 miliardi di euro.
Pensioni
Sette miliardi in tre anni a sostegno delle pensioni più basse, con l’introduzione e il rafforzamento della quattordicesima e la possibilità di andare in pensione prima. Aumenta la no tax area per i pensionati anche di età non superiore a 75 anni. L’Anticipo pensionistico (APE) spetta ai lavoratori che abbiano almeno 63 anni e sono a 3 anni e 7 mesi dalla pensione di vecchiaia. Potranno accedere all’APE sociale i lavoratori che abbiano almeno 30 anni di contributi se disoccupati, invalidi o con di parenti 1° grado con disabilità grave oppure per chi avrà raggiunto i 36 anni di contributi facendo dei lavori cosiddetti “pesanti”. Queste categorie di lavoratori potranno andare in pensione fino a tre anni e sette mesi prima senza nessun onere fino a 1.500 euro lordi di pensione. Potranno accedere all’APE volontaria i lavoratori che avranno 20 anni di contributi versati, in questo caso la rata di restituzione del prestito andrà di media dal 4,6% al 4,7%. L’APE aziendale ha gli stessi meccanismi di funzionamento di quella volontaria, ma i costi dell'operazione del prestito saranno a carico dell’azienda. Tutti gli iscritti presso due o più forme di assicurazione obbligatoria avranno diritto al cumulo gratuito dei contributi ai fini della pensione anticipata e di vecchiaia.