La nuova direttiva impone ai Paesi europei di elaborare una strategia a lungo termine per sostenere la ristrutturazione degli edifici residenziali e non residenziali, sia pubblici che privati, al fine di ottenere un parco immobiliare decarbonizzato e ad alta efficienza energetica entro il 2050, e dovranno facilitare la trasformazione degli edifici esistenti in edifici a energia quasi zero.
Gli edifici a energia quasi zero
Il concetto di ‘edificio a energia quasi zero’ è stato introdotto dalla direttiva 2010/31/UE, che ha fissato un obiettivo a 10 anni: entro il 31 dicembre 2020 tutti gli edifici di nuova costruzione d essere ‘a energia quasi zero’; per gli edifici pubblici questa scadenza è anticipata al 31 dicembre 2018.La Direttiva ha imposto agli Stati di fissare requisiti minimi di prestazione energetica per gli edifici nuovi ed esistenti, di assicurare la certificazione energetica e di disciplinare i controlli sugli impianti di climatizzazione.
La direttiva del 2010 è stata recepita in Italia nel giugno 2013 con il DL 63/2013 che ha acquisito in Italia la definizione di ‘edificio a energia quasi zero’ e ha stabilito che entro il 31 dicembre 2020 tutti gli edifici di nuova costruzione dovranno essere a energia quasi zero. Gli edifici nuovi occupati da pubbliche amministrazioni dovranno rispettare gli stessi criteri a partire dal 31 dicembre 2018.
La certificazione energetica degli edifici
Il DL 63/2013 ha introdotto l’Attestato di Prestazione Energetica (APE) in sostituzione di quello di Certificazione Energetica (ACE), ha adottato una metodologia di calcolo della prestazione energetica e ha fissato i requisiti minimi di prestazione energetica da applicare agli edifici nuovi e a quelli sottoposti a ristrutturazioni importanti.I decreti di dettaglio relativi all’APE, alla metodologia di calcolo e ai requisiti minimi delle prestazioni energetiche sono stati approvati a luglio 2015 e sono entrati in vigore a ottobre 2015.
La nuova direttiva 2018/844/UE
La lentezza tipicamente italiana nel recepimento delle norme europee ha generato un paradosso: negli stessi giorni in cui l’Italia ha approvato i decreti su APE e prestazioni energetiche completando quindi il recepimento della direttiva del 2010, l’Unione europea ha avviato la revisione della 2010/31/CE prevista dalla Direttiva stessa per il 2017.Seguendo il trend del settore edilizio, che ha visto l’attività di costruzione del ‘nuovo’ ridursi sensibilmente negli ultimi anni, la nuova direttiva, appena pubblicata, punta sull’efficientamento energetico in fase di ristrutturazione e fissa un nuovo obiettivo, questa volta a 30 anni: decarbonizzare fortemente il parco immobiliare entro il 2050, con tappe intermedie per il 2030 e il 2040.
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