Flat tax, nuove regole subito operative senza regime transitorio
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Flat tax, nuove regole subito operative senza regime transitorio
L’Agenzia delle Entrate conferma: nel 2019 bisogna aver rispettato i tetti di fatturato, redditi da lavoro dipendente e lavoro accessorio
13/02/2020 - Le regole per l’accesso al regime forfetario sono già operative, conformi allo statuto del contribuente e non richiedono un regime transitorio. Questa, in sintesi, la conclusione della risoluzione 7/E/2020, con cui l’Agenzia delle Entrate ha risposto alle polemiche e ai dubbi dei contribuenti sulla nuova flat tax in vigore dal 2020.
La legge è entrata in vigore il 1° gennaio 2020, quindi le verifiche devono essere effettuate sui redditi e sulla situazione professionale del 2019.
Fino all’anno scorso, per accedere al regime forfetario era sufficiente non superare il tetto di 65mila euro dei ricavi o compensi. Con l’introduzione dei nuovi limiti, alcuni contribuenti sono usciti dal sistema con tassazione agevolata e sono automaticamente passati al regime ordinario.
Sull’argomento sono state presentate delle interrogazioni per sottolineare che, in base allo Statuto, tra l’approvazione delle modifiche in materia fiscale e la loro applicazione devono intercorrere almeno 60 giorni. Un termine che non sarebbe stato rispettato, visto che la Legge di Bilancio è stata approvata a ridosso della fine del 2019 e le novità sono entrate in vigore il 1° gennaio 2020, e che ha quindi spinto gli interroganti a chiedere di applicare le nuove cause di esclusione a partire dl 2021.
Nei giorni scorsi, il Ministero dell’Economia e delle Finanze (Mef) ha respinto le richieste, spiegando che la permanenza nel regime forfetario è determinata solo dagli esiti delle verifiche sui redditi del 2019 e non da eventuali adempimenti a carico dei contribuenti. In quest’ultimo caso, la richiesta di proroga sarebbe stata motivata.
L’Agenzia delle Entrate ha chiuso la questione confermando le posizioni del Mef.
Flat tax, Agenzia delle Entrate: ‘subito operativa’
La Legge di Bilancio 2020 stabilisce che per accedere al regime forfetario, con tassazione agevolata al 15%, nell’anno precedente bisogna aver conseguito ricavi o compensi non superiori a 65mila euro, sostenuto spese per il personale e per lavoro accessorio non superiori a 20mila euro e percepito, contemporaneamente all’esercizio dell’attività professionale, redditi da lavoro dipendente o assimilati non superiori a 30mila euro.La legge è entrata in vigore il 1° gennaio 2020, quindi le verifiche devono essere effettuate sui redditi e sulla situazione professionale del 2019.
Fino all’anno scorso, per accedere al regime forfetario era sufficiente non superare il tetto di 65mila euro dei ricavi o compensi. Con l’introduzione dei nuovi limiti, alcuni contribuenti sono usciti dal sistema con tassazione agevolata e sono automaticamente passati al regime ordinario.
Flat tax, i dubbi dei contribuenti e la richiesta di proroga
Molti contribuenti hanno giudicato questo repentino passaggio, dal regime agevolato ad uno con tassazione ordinaria, non conforme allo Statuto del Contribuente (L.212/2000).Sull’argomento sono state presentate delle interrogazioni per sottolineare che, in base allo Statuto, tra l’approvazione delle modifiche in materia fiscale e la loro applicazione devono intercorrere almeno 60 giorni. Un termine che non sarebbe stato rispettato, visto che la Legge di Bilancio è stata approvata a ridosso della fine del 2019 e le novità sono entrate in vigore il 1° gennaio 2020, e che ha quindi spinto gli interroganti a chiedere di applicare le nuove cause di esclusione a partire dl 2021.
Nei giorni scorsi, il Ministero dell’Economia e delle Finanze (Mef) ha respinto le richieste, spiegando che la permanenza nel regime forfetario è determinata solo dagli esiti delle verifiche sui redditi del 2019 e non da eventuali adempimenti a carico dei contribuenti. In quest’ultimo caso, la richiesta di proroga sarebbe stata motivata.
L’Agenzia delle Entrate ha chiuso la questione confermando le posizioni del Mef.