NORMATIVA
L’acquisto di crediti fiscali non crea reddito tassabile, ecco perchè
Solaio in laterocemento: interventi di messa in sicurezza e di consolidamento
FOCUS
Solaio in laterocemento: interventi di messa in sicurezza e di consolidamento
Crepe, rigonfiamenti, sfondellamento e danneggiamento delle parti strutturali sono criticità che interessano il solaio e che richiedono un’attenta analisi preliminare e soluzioni efficaci

04/05/2021 - Uno degli interventi edilizi maggiormente diffusi è quello della manutenzione straordinaria, che prevede la possibilità di ristrutturare interamente la propria abitazione dandole una veste completamente nuova per quanto riguarda le finiture, gli impianti e anche la distribuzione degli spazi interni.
Spesso, in questo tipo di intervento, l’attenzione della committenza ricade maggiormente sulla resa estetica finale. Ma, demolizione e ricostruzione, la diversa ripartizione dei carichi a motivo della nuova distribuzione degli spazi interni, la scelta di pavimento in sovrapposizione, la realizzazione di tracce a pavimento per il passaggio dei nuovi impianti e i differenti carichi accidentali dei nuovi arredi sono tutte nuove “azioni” a cui la struttura è sottoposta, in particolare quella del solaio, e non vanno assolutamente sottovalutate.
È proprio in questa fase di cantierizzazione che i progettisti incontrano difficoltà impreviste, come la scoperta di un pessimo stato conservativo dei solai. Tratteremo in questo focus il caso dei solai in laterocemento.
“I solai in laterocemento rappresentano una consolidata tradizione costruttiva italiana declinata in diverse tipologie, dai solai gettati in opera ai solai a travetti prefabbricati e blocchi in laterizio, dai solai tipo “Varese” ai solai SAP.
In generale, si interviene sul solaio esistente quando non lo si reputa idoneo a svolgere alcune funzioni: l’insufficienza a sopportare carichi maggiori, l’eccessiva deformabilità flessionale, la scarsa o nulla rigidezza nel proprio piano, l’inefficiente funzione di incatenamento delle pareti perimetrali.”
Foto: fenomeno dello sfondellamento©Weber
Sintetizzando, potrebbero verificarsi le seguenti situazioni:
1- il processo di deterioramento non ha intaccato la parte strutturale, si assiste, pertanto, al fenomeno dello sfondellamento;
2- il processo di deterioramento coinvolge la parte strutturale.
In entrambi i casi bisogna agire prontamente, con interventi di messa in sicurezza e ripristino nel primo caso e di consolidamento nel secondo.
Per capire come riconoscere la problematica e quali soluzioni è possibile adottare abbiamo intervistato Saint-Gobain Italia e Laterlite, aziende ben note al mondo dell’edilizia per prodotti e soluzioni.
Ad entrambe le aziende abbiamo chiesto quali indagini conoscitive e preliminari, ma anche diagnostiche, può fare il progettista.
Weber, che abbiamo coinvolto sugli aspetti inerenti lo sfondellamento, ci ha detto che: “le indagini necessarie sono a discrezione del professionista, in funzione della natura e dello stato del solaio. La valutazione dello stato di fatto di un solaio, che porterà alla definizione di un intervento di ripristino o manutenzione, deve avvenire per steps sempre più accurati.
Si parte da una valutazione documentale della fase progettuale (se possibile) e da un esame visivo, per identificare tutti quei segnali già indicativi della salute del solaio, come macchie di umidità e muffe, intonaci fessurati, avvallamenti e bombature, distacchi localizzati.
Molto utile è eseguire una battitura manuale che permette di individuare zone distaccate senza evidenze e individuare le dimensioni della zona interessata dal distacco. Altri metodi validi sono l’indagine endoscopica e quella termografica.”
Secondo Laterlite, a cui abbiamo chiesto un contributo sul consolidamento strutturale, “risulta fondamentale svolgere sulle strutture un’indagine diagnostica, così da ricavare le maggiori informazioni utili sulla statica del solaio ed eliminare una serie di fattori di incertezza che potrebbero disattendere le finalità del consolidamento.
Su ogni elemento strutturale è opportuno prevedere:
- un’ispezione visiva, al fine di valutare la presenza di eventuali difetti e anomalie presenti oltre che possibili alterazioni subite nel tempo;
- un’analisi strumentale, mediante tecniche diagnostiche non distruttive applicate “in situ” con particolare riferimento alle parti non visibili o inaccessibili della struttura;
- l’elaborazione dei risultati, attraverso la predisposizione di una relazione tecnica comprendente la tipologia di solaio, la sua stratigrafia costruttiva, la stima delle prestazioni meccaniche degli elementi costitutivi la struttura e dello stato ed efficienza dei collegamenti.”
Foto: messa in sicurezza e ripristino di un solaio in laterocemento©Weber
Prendendo in esame un metro quadrato di solaio, il materiale in distacco (laterizio + intonaco) può arrivare a pesare 50-70 kg; un peso che rende l’idea della pericolosità di questo degrado. Molte volte, il fenomeno viene preannunciato da lesioni o rigonfiamenti, ma spesso si verifica senza che si manifestino segnali di alcun tipo.
L’attenzione al fenomeno non è da inquadrare in termini di danno strutturale, ma è da considerare in termini di sicurezza, per questo deve essere valutato da un professionista del settore.”
Le soluzioni per l’anti-sfondellamento, spiega Weber, si possono dividere in due macro categorie:
“- soluzioni non in aderenza, per esempio i controsoffitti come Gyproc GySeismic Top;
- soluzioni in aderenza, come quelle che prevedono una rete di rinforzo metallica o di fibra di vetro/basalto, come il sistema webertec;
Solitamente l’efficacia delle soluzioni è supportata da test applicativi in scala reale che determinano la capacità di contenere i detriti che derivano dalla rottura, scongiurando il ferimento o la morte delle persone.”
Come avviene il ciclo di intervento in aderenza?
La tecnica di esecuzione di un intervento in aderenza, come il sistema webertec, è il seguente:
“- rimozione dell’intonaco esistente;
- depolverizzazione delle superfici e lavaggio con acqua a bassa pressione;
- eventuale ricostruzione dei travetti in cemento armato del solaio mediante utilizzo di idonea malta da ripristino;
- applicazione di rete di rinforzo avendo cura di sovrapporre i lembi terminali della rete di almeno 20 cm. La rete dovrà essere disposta ortogonalmente all’orditura dei travetti del solaio;
- ancoraggio della rete sui travetti tramite tasselli (diametro del foro 8 mm, diametro totale testa 58 mm) da eseguirsi su tutti i travetti e ad interasse massimo di 50 cm e comunque secondo quanto indicato dal progettista;
- ancoraggio al perimetro del solaio mediante squadrette metalliche di 120x35 mm, in acciaio zincato, tramite n.2 tasselli, uno lato muratura ed uno lato solaio;
- applicazione della malta da ripristino su supporto inumidito.
Lo spessore totale dell’intervento sarà di circa 15-20 mm e la rete dovrà risultare nella metà dello spessore totale del rinforzo.”
Foto: messa in sicurezza e ripristino di un solaio in laterocemento©Weber
Questa tipologia di intervento si limita al ripristino o migliora il comportamento del solaio alle sollecitazioni meccaniche? Aumenta la portata del solaio?
“Il solaio è considerato un elemento secondario ed un intervento di anti-sfondellamento è di fatto un presidio finalizzato alla messa in sicurezza, e si limita a garantire la resistenza e la tenuta dei controsoffitti continui alla possibile caduta di fondelli delle pignatte in laterizio e porzioni di intonaco dal solaio, salvaguardando la sicurezza di persone e cose negli ambienti sottostanti.
Molto spesso, infatti, deve essere valutata la prestazione strutturale e nel caso, intervenire con sistemi destinati a questo scopo, come ad esempio i sistemi webertec CFRP, che prevedono l’uso di materiali compositi (carbonio-epossidico) per aumentare la resistenza a flessione dei travetti e quindi la capacità di carico del solaio stesso.”
Le conseguenze per la sicurezza strutturale possono essere importanti: insufficienza a sopportare carichi maggiori, eccessiva deformabilità flessionale, scarsa o nulla rigidezza nel proprio piano, inefficiente funzione di incatenamento delle pareti perimetrali con relativi danni anche importanti in caso di evento sismico.”
Qual è la soluzione per il consolidamento di un solaio in laterocemento?
“Negli interventi di consolidamento strutturale e antisismico dei solai, continua Laterlite, la soluzione tecnica denominata “sezione composta” risulta essere molto efficiente e di facile impiego.
Il sistema si basa sulla formazione di una nuova soletta collaborante in calcestruzzo, perfettamente interconnessa con il solaio esistente grazie all’impiego di specifici connettori (Connettori CentroStorico sia di tipo meccanico che chimico a seconda delle tipologie di solai e dei vincoli esistenti), in grado di aumentare la resistenza e rigidezza del solaio esistente incrementandone anche la portanza.”
La soluzione di Laterlite per sistema di consolidamento antisismico è Perimetro Forte, che grazie all'efficace collegamento solaio-pareti e attraverso la formazione della cerchiatura perimetrale fa conseguire all'edificio il "comportamento scatolare".
Come quella usata per il consolidamento strutturale di un complesso di edifici risalenti agli anni ’50, situato in via Galeno, a Milano.
“Qualora i vincoli di cantiere richiedano di limitare al minimo gli spessori d'applicazione è possibile incrementare la rigidezza del solaio grazie all'impiego di calcestruzzo strutturale ad alte prestazioni HPC”, ha poi aggiunto Laterlite.
Foto: consolidamento di un solaio in laterocemento©Laterlite
Gli interventi sui solai in laterocemento rientrano negli incentivi fiscali?
In merito agli incentivi statali, Weber, sottolinea come “il comma 4 art. 119 del Decreto Rilancio riporta l’elevazione al 110% degli interventi di mitigazione del rischio sismico definiti da comma 1-bis a 1-septies art. 16, Legge 63/2013.
In tali opere si possono quindi comprendere le opere di anti-sfondellamento sopracitate prive di variazione di rischio sismico, ed altresì quelle con miglioramento di una o due Classi di Rischio Sismico, ad oggi rispettivamente identificate con aliquota tradizionale del 50% e del 70% - 80% (Sismabonus).
Al fine di ottenere un’elevazione al 110% si applicano pertanto, oltre alle condizioni di applicabilità del Superbonus stesso, le regole di valutazione valide per il Sismabonus con riferimento alla situazione ante e post intervento ricadente in zona sismica 1, 2 o 3.”
Laterlite afferma che: “la soluzione di consolidamento statico e antisismico dei solai, come descritta in precedenza, permette di usufruire del Sismabonus 110%, in quanto in grado di:
- collegare i pannelli murari agli orizzontamenti assicurando così un’adeguata ridistribuzione dell’azione sismica;
- perseguire il comportamento d’insieme regolare e scatolare all’edificio, in grado di eliminare o limitare i meccanismi locali fuori dal piano;
- aumentare la rigidezza dei solai nel proprio piano.”
Spesso, in questo tipo di intervento, l’attenzione della committenza ricade maggiormente sulla resa estetica finale. Ma, demolizione e ricostruzione, la diversa ripartizione dei carichi a motivo della nuova distribuzione degli spazi interni, la scelta di pavimento in sovrapposizione, la realizzazione di tracce a pavimento per il passaggio dei nuovi impianti e i differenti carichi accidentali dei nuovi arredi sono tutte nuove “azioni” a cui la struttura è sottoposta, in particolare quella del solaio, e non vanno assolutamente sottovalutate.
È proprio in questa fase di cantierizzazione che i progettisti incontrano difficoltà impreviste, come la scoperta di un pessimo stato conservativo dei solai. Tratteremo in questo focus il caso dei solai in laterocemento.
“I solai in laterocemento rappresentano una consolidata tradizione costruttiva italiana declinata in diverse tipologie, dai solai gettati in opera ai solai a travetti prefabbricati e blocchi in laterizio, dai solai tipo “Varese” ai solai SAP.
In generale, si interviene sul solaio esistente quando non lo si reputa idoneo a svolgere alcune funzioni: l’insufficienza a sopportare carichi maggiori, l’eccessiva deformabilità flessionale, la scarsa o nulla rigidezza nel proprio piano, l’inefficiente funzione di incatenamento delle pareti perimetrali.”

Sintetizzando, potrebbero verificarsi le seguenti situazioni:
1- il processo di deterioramento non ha intaccato la parte strutturale, si assiste, pertanto, al fenomeno dello sfondellamento;
2- il processo di deterioramento coinvolge la parte strutturale.
In entrambi i casi bisogna agire prontamente, con interventi di messa in sicurezza e ripristino nel primo caso e di consolidamento nel secondo.
Per capire come riconoscere la problematica e quali soluzioni è possibile adottare abbiamo intervistato Saint-Gobain Italia e Laterlite, aziende ben note al mondo dell’edilizia per prodotti e soluzioni.
Ad entrambe le aziende abbiamo chiesto quali indagini conoscitive e preliminari, ma anche diagnostiche, può fare il progettista.
Weber, che abbiamo coinvolto sugli aspetti inerenti lo sfondellamento, ci ha detto che: “le indagini necessarie sono a discrezione del professionista, in funzione della natura e dello stato del solaio. La valutazione dello stato di fatto di un solaio, che porterà alla definizione di un intervento di ripristino o manutenzione, deve avvenire per steps sempre più accurati.
Si parte da una valutazione documentale della fase progettuale (se possibile) e da un esame visivo, per identificare tutti quei segnali già indicativi della salute del solaio, come macchie di umidità e muffe, intonaci fessurati, avvallamenti e bombature, distacchi localizzati.
Molto utile è eseguire una battitura manuale che permette di individuare zone distaccate senza evidenze e individuare le dimensioni della zona interessata dal distacco. Altri metodi validi sono l’indagine endoscopica e quella termografica.”
Secondo Laterlite, a cui abbiamo chiesto un contributo sul consolidamento strutturale, “risulta fondamentale svolgere sulle strutture un’indagine diagnostica, così da ricavare le maggiori informazioni utili sulla statica del solaio ed eliminare una serie di fattori di incertezza che potrebbero disattendere le finalità del consolidamento.
Su ogni elemento strutturale è opportuno prevedere:
- un’ispezione visiva, al fine di valutare la presenza di eventuali difetti e anomalie presenti oltre che possibili alterazioni subite nel tempo;
- un’analisi strumentale, mediante tecniche diagnostiche non distruttive applicate “in situ” con particolare riferimento alle parti non visibili o inaccessibili della struttura;
- l’elaborazione dei risultati, attraverso la predisposizione di una relazione tecnica comprendente la tipologia di solaio, la sua stratigrafia costruttiva, la stima delle prestazioni meccaniche degli elementi costitutivi la struttura e dello stato ed efficienza dei collegamenti.”

Solaio in laterocemento, messa in sicurezza e ripristino
Weber così definisce il fenomeno dello sfondellamento: “un danno provocato dal distacco e dalla successiva caduta del fondello del laterizio, usato come blocco di alleggerimento per la realizzazione dei solai in latero-cemento.Prendendo in esame un metro quadrato di solaio, il materiale in distacco (laterizio + intonaco) può arrivare a pesare 50-70 kg; un peso che rende l’idea della pericolosità di questo degrado. Molte volte, il fenomeno viene preannunciato da lesioni o rigonfiamenti, ma spesso si verifica senza che si manifestino segnali di alcun tipo.
L’attenzione al fenomeno non è da inquadrare in termini di danno strutturale, ma è da considerare in termini di sicurezza, per questo deve essere valutato da un professionista del settore.”
Le soluzioni per l’anti-sfondellamento, spiega Weber, si possono dividere in due macro categorie:
“- soluzioni non in aderenza, per esempio i controsoffitti come Gyproc GySeismic Top;
- soluzioni in aderenza, come quelle che prevedono una rete di rinforzo metallica o di fibra di vetro/basalto, come il sistema webertec;
Solitamente l’efficacia delle soluzioni è supportata da test applicativi in scala reale che determinano la capacità di contenere i detriti che derivano dalla rottura, scongiurando il ferimento o la morte delle persone.”
Come avviene il ciclo di intervento in aderenza?
La tecnica di esecuzione di un intervento in aderenza, come il sistema webertec, è il seguente:
“- rimozione dell’intonaco esistente;
- depolverizzazione delle superfici e lavaggio con acqua a bassa pressione;
- eventuale ricostruzione dei travetti in cemento armato del solaio mediante utilizzo di idonea malta da ripristino;
- applicazione di rete di rinforzo avendo cura di sovrapporre i lembi terminali della rete di almeno 20 cm. La rete dovrà essere disposta ortogonalmente all’orditura dei travetti del solaio;
- ancoraggio della rete sui travetti tramite tasselli (diametro del foro 8 mm, diametro totale testa 58 mm) da eseguirsi su tutti i travetti e ad interasse massimo di 50 cm e comunque secondo quanto indicato dal progettista;
- ancoraggio al perimetro del solaio mediante squadrette metalliche di 120x35 mm, in acciaio zincato, tramite n.2 tasselli, uno lato muratura ed uno lato solaio;
- applicazione della malta da ripristino su supporto inumidito.
Lo spessore totale dell’intervento sarà di circa 15-20 mm e la rete dovrà risultare nella metà dello spessore totale del rinforzo.”

Questa tipologia di intervento si limita al ripristino o migliora il comportamento del solaio alle sollecitazioni meccaniche? Aumenta la portata del solaio?
“Il solaio è considerato un elemento secondario ed un intervento di anti-sfondellamento è di fatto un presidio finalizzato alla messa in sicurezza, e si limita a garantire la resistenza e la tenuta dei controsoffitti continui alla possibile caduta di fondelli delle pignatte in laterizio e porzioni di intonaco dal solaio, salvaguardando la sicurezza di persone e cose negli ambienti sottostanti.
Molto spesso, infatti, deve essere valutata la prestazione strutturale e nel caso, intervenire con sistemi destinati a questo scopo, come ad esempio i sistemi webertec CFRP, che prevedono l’uso di materiali compositi (carbonio-epossidico) per aumentare la resistenza a flessione dei travetti e quindi la capacità di carico del solaio stesso.”
Solaio in laterocemento, interventi di consolidamento
Alla domanda sulle cause che determinano il danneggiamento della parte portante del solaio e le relative conseguenza, Laterlite sostiene che: “le cause possono essere molteplici, legate a errori di progettazione o esecuzione, dalla qualità dei materiali non sempre adeguata, ad esempio per il calcestruzzo resistenza e consistenza, alla scadente messa in opera dei materiali, oltre alla non efficiente connessione alle pareti.Le conseguenze per la sicurezza strutturale possono essere importanti: insufficienza a sopportare carichi maggiori, eccessiva deformabilità flessionale, scarsa o nulla rigidezza nel proprio piano, inefficiente funzione di incatenamento delle pareti perimetrali con relativi danni anche importanti in caso di evento sismico.”
Qual è la soluzione per il consolidamento di un solaio in laterocemento?
“Negli interventi di consolidamento strutturale e antisismico dei solai, continua Laterlite, la soluzione tecnica denominata “sezione composta” risulta essere molto efficiente e di facile impiego.
Il sistema si basa sulla formazione di una nuova soletta collaborante in calcestruzzo, perfettamente interconnessa con il solaio esistente grazie all’impiego di specifici connettori (Connettori CentroStorico sia di tipo meccanico che chimico a seconda delle tipologie di solai e dei vincoli esistenti), in grado di aumentare la resistenza e rigidezza del solaio esistente incrementandone anche la portanza.”
La soluzione di Laterlite per sistema di consolidamento antisismico è Perimetro Forte, che grazie all'efficace collegamento solaio-pareti e attraverso la formazione della cerchiatura perimetrale fa conseguire all'edificio il "comportamento scatolare".
Come quella usata per il consolidamento strutturale di un complesso di edifici risalenti agli anni ’50, situato in via Galeno, a Milano.
“Qualora i vincoli di cantiere richiedano di limitare al minimo gli spessori d'applicazione è possibile incrementare la rigidezza del solaio grazie all'impiego di calcestruzzo strutturale ad alte prestazioni HPC”, ha poi aggiunto Laterlite.

Gli interventi sui solai in laterocemento rientrano negli incentivi fiscali?
In merito agli incentivi statali, Weber, sottolinea come “il comma 4 art. 119 del Decreto Rilancio riporta l’elevazione al 110% degli interventi di mitigazione del rischio sismico definiti da comma 1-bis a 1-septies art. 16, Legge 63/2013.
In tali opere si possono quindi comprendere le opere di anti-sfondellamento sopracitate prive di variazione di rischio sismico, ed altresì quelle con miglioramento di una o due Classi di Rischio Sismico, ad oggi rispettivamente identificate con aliquota tradizionale del 50% e del 70% - 80% (Sismabonus).
Al fine di ottenere un’elevazione al 110% si applicano pertanto, oltre alle condizioni di applicabilità del Superbonus stesso, le regole di valutazione valide per il Sismabonus con riferimento alla situazione ante e post intervento ricadente in zona sismica 1, 2 o 3.”
Laterlite afferma che: “la soluzione di consolidamento statico e antisismico dei solai, come descritta in precedenza, permette di usufruire del Sismabonus 110%, in quanto in grado di:
- collegare i pannelli murari agli orizzontamenti assicurando così un’adeguata ridistribuzione dell’azione sismica;
- perseguire il comportamento d’insieme regolare e scatolare all’edificio, in grado di eliminare o limitare i meccanismi locali fuori dal piano;
- aumentare la rigidezza dei solai nel proprio piano.”