NORMATIVA
7 proprietari su 10 vorrebbero ristrutturare casa, lo stop ai bonus edilizi li fermerà?
Elementi di facciata: il cornicione, guida alla manutenzione
FOCUS
Elementi di facciata: il cornicione, guida alla manutenzione
Elemento decorativo con funzione protettiva dall’acqua piovana e dall’incidenza del sole. Il degrado dovuto alle infiltrazioni compromette la sua stabilità. Guida agli interventi di ripristino
06/09/2024 - Il cornicione è un elemento architettonico non strutturale posto a coronamento dell'edificio, è quasi sempre sporgente, con aggetto talvolta rilevante. Oltre alla funzione decorativa, il cornicione protegge le facciate dall’acqua piovana e dall’incidenza del sole.
Il cornicione è un elemento distintivo nell'architettura dei palazzi del rinascimento, dove assume un'altezza importante per proporzionare l'elemento alle dimensioni complessive del prospetto su cui insiste.
Lo ritroviamo in tutti gli edifici in muratura portante, tuttavia dalla seconda metà del ‘900 l’uso dei cornicioni modanati è andato progressivamente scomparendo, fino a scomparire quasi del tutto nell’architettura moderna, dove ha preso forme schematiche di semplice gronda piana in aggetto.
Le tipologie architettoniche e costruttive dei cornicioni possono così essere elencate:
Queste sono le tipologie facilmente riscontrabili nei centri storici delle città, a cui si aggiungono le tipologie maggiormente utilizzate nell’architettura moderna:
Esso è parte integrante della facciata ed è un suo elemento non strutturale. Il cornicione svolge un ruolo fondamentale nella protezione della struttura dagli agenti atmosferici e nella gestione delle acque meteoriche e, pertanto, la sua corretta manutenzione risulta avere una cruciale importanza per prevenire infiltrazioni.
Accumuli d’acqua possono generare fenomeni di degrado che possono dare luogo a cedimenti strutturali con pericolo per la pubblica incolumità per la caduta, da notevole altezza, di parti di intonaco e/o di piccole porzioni di elementi in muratura o di calcestruzzo.
Essendo parte comune dell’edificio la manutenzione ordinaria e straordinaria dei cornicioni deve essere a cura del condominio, come è stato spiegato in questo focus.
Distacchi e cedimenti sono la forma più grave del degrado di questi elementi di facciata. Se non si interviene prontamente, possono verificarsi già a partire da bassi livelli di eccitazione, non per forza in presenza di eventi straordinari come potrebbe essere un sisma.
A seconda della tipologia di cornicione, in muratura a vista o intonacati o in calcestruzzo armato, le problematiche più comuni riscontrabili sono:
La messa in sicurezza di un cornicione prevede la rimozione di tutto il materiale pericoloso e poi si potrà procedere con il ripristino che riporterà il cornicione al suo stato precedente.
Nel caso di cornicioni in muratura ed intonacati si dovrà dapprima rimuovere la patina biologica (muffe ed efflorescenze) con un trattamento biocida e pulire accuratamente le superfici, andranno rimossi anche eventuali rappezzi incongrui. Dopodiché si procederà al consolidamento e riposizionamento delle parti fessurate o in fase di distacco mediante iniezioni e sigillature, preferibilmente con malte idrauliche naturali; ed infine si dovranno integrare lacune e fessurazioni con malte idonee.
Nel caso di cornicioni con mattoni a vista, dopo il trattamento biocida e alla pulitura delle superfici, si procederà invece con il consolidamento e la sigillatura dei giunti mancanti con malte idrauliche naturali simili per composizione e colori a quelle esistenti e all’integrazione di elementi mancanti con altri similari per forma, colore e composizione.
Nel caso di cornicioni in calcestruzzo armato si procederà all’eliminazione delle parti di calcestruzzo soggette a spalling, alla spazzolatura del ferro affiorante, quando è messo a nudo, e all’applicazione del prodotto passivante.
Le parti demolite sono ricostruite impiegando malta tissotropica fibrorinforzata, si tratta di un rivestimento che si presta ad essere facilmente modellato e adattabile a varie circostanze. Per un maggiore approfondimento sulle malte tissotropiche si rimanda al focus dedicato.
Il cornicione è un elemento distintivo nell'architettura dei palazzi del rinascimento, dove assume un'altezza importante per proporzionare l'elemento alle dimensioni complessive del prospetto su cui insiste.
Lo ritroviamo in tutti gli edifici in muratura portante, tuttavia dalla seconda metà del ‘900 l’uso dei cornicioni modanati è andato progressivamente scomparendo, fino a scomparire quasi del tutto nell’architettura moderna, dove ha preso forme schematiche di semplice gronda piana in aggetto.
Come è fatto un cornicione
I cornicioni degli edifici in muratura tradizionale sono caratterizzati da un profilo esterno sagomato, in alcuni casi dotato di decorazioni. Nella tipologia più ricorrente il cornicione è costituito da un aggetto della muratura stessa ricoperto da intonaco. Nel caso di aggetti di notevoli dimensioni, il cornicione è composto da più strati di muratura applicati successivamente e quindi intonacati.Le tipologie architettoniche e costruttive dei cornicioni possono così essere elencate:
- cornicione interamente in muratura. È la tipologia più ricorrente, utilizzata per piccoli aggetti ed è realizzata facendo sporgere i mattoni pieni, successivamente intonacati;
- cornicione realizzato con conci di pietra squadrata o sagomata incastrati nella muratura portante; per la stabilità, in certi casi, i conci sono ancorati alla muratura perimetrale anche con elementi metallici;
- cornicione sorretto da lastra in pietra incastrata nella muratura;
- cornicione sostenuto da mensole, realizzate con profilati a I o a ⊥ e tavelloni con massetto in calcestruzzo, incastrate nella muratura;
- cornicione costituito da sagome premodellate in legno ancorate alla muratura, rivestite da cannucciati (arelle), inchiodate e quindi ricoperte, prima da uno strato di rinzaffo di gesso e calce e quindi da un sottile strato di intonaco a finire.
Queste sono le tipologie facilmente riscontrabili nei centri storici delle città, a cui si aggiungono le tipologie maggiormente utilizzate nell’architettura moderna:
- cornicione realizzato con solettina a sbalzo in c.a. incastrata nella muratura.
- cornicione eseguito con elementi prefabbricati.
Il cornicione è parte della facciata condominiale
Secondo l’art. 1117 del c.c., così come sostituito dalla legge n. 220/2012, il cornicione appartiene alle parti comuni dell’edificio.Esso è parte integrante della facciata ed è un suo elemento non strutturale. Il cornicione svolge un ruolo fondamentale nella protezione della struttura dagli agenti atmosferici e nella gestione delle acque meteoriche e, pertanto, la sua corretta manutenzione risulta avere una cruciale importanza per prevenire infiltrazioni.
Accumuli d’acqua possono generare fenomeni di degrado che possono dare luogo a cedimenti strutturali con pericolo per la pubblica incolumità per la caduta, da notevole altezza, di parti di intonaco e/o di piccole porzioni di elementi in muratura o di calcestruzzo.
Essendo parte comune dell’edificio la manutenzione ordinaria e straordinaria dei cornicioni deve essere a cura del condominio, come è stato spiegato in questo focus.
Cause di degrado del cornicione e come intervenire
Il degrado e quindi la vulnerabilità di questi elementi architettonici sono provocati da problemi di infiltrazione d’acqua, acuiti dalla vetustà dell’opera.Distacchi e cedimenti sono la forma più grave del degrado di questi elementi di facciata. Se non si interviene prontamente, possono verificarsi già a partire da bassi livelli di eccitazione, non per forza in presenza di eventi straordinari come potrebbe essere un sisma.
A seconda della tipologia di cornicione, in muratura a vista o intonacati o in calcestruzzo armato, le problematiche più comuni riscontrabili sono:
- degrado degli intonaci e dei materiali lapidei naturali ed artificiali, che si manifestano sotto forma di formazioni saline superficiali, muffa ed efflorescenze con conseguenti esfoliazioni,
- degrado delle strutture in c.a., in particolare dei ferri di armatura.
La messa in sicurezza di un cornicione prevede la rimozione di tutto il materiale pericoloso e poi si potrà procedere con il ripristino che riporterà il cornicione al suo stato precedente.
Nel caso di cornicioni in muratura ed intonacati si dovrà dapprima rimuovere la patina biologica (muffe ed efflorescenze) con un trattamento biocida e pulire accuratamente le superfici, andranno rimossi anche eventuali rappezzi incongrui. Dopodiché si procederà al consolidamento e riposizionamento delle parti fessurate o in fase di distacco mediante iniezioni e sigillature, preferibilmente con malte idrauliche naturali; ed infine si dovranno integrare lacune e fessurazioni con malte idonee.
Nel caso di cornicioni con mattoni a vista, dopo il trattamento biocida e alla pulitura delle superfici, si procederà invece con il consolidamento e la sigillatura dei giunti mancanti con malte idrauliche naturali simili per composizione e colori a quelle esistenti e all’integrazione di elementi mancanti con altri similari per forma, colore e composizione.
Nel caso di cornicioni in calcestruzzo armato si procederà all’eliminazione delle parti di calcestruzzo soggette a spalling, alla spazzolatura del ferro affiorante, quando è messo a nudo, e all’applicazione del prodotto passivante.
Le parti demolite sono ricostruite impiegando malta tissotropica fibrorinforzata, si tratta di un rivestimento che si presta ad essere facilmente modellato e adattabile a varie circostanze. Per un maggiore approfondimento sulle malte tissotropiche si rimanda al focus dedicato.