23/02/2024 - Già nella Direttiva 2018/844/UE veniva tracciata la strada affinchè gli Stati membri adottassero una metodologia comune per il calcolo dell’indicatore di predisposizione all’intelligenza o
Smart Readness Indicator (SRI), ovvero la capacità degli edifici (soprattutto dei suoi impianti) di svolgere tre funzioni chiave:
·
ottimizzazione dell’efficienza energetica e delle prestazioni complessive adeguando il consumo energetico e la produzione locale;
· adattamento del funzionamento dell’edificio alle
esigenze degli occupanti e sfruttamento della diagnosi e manutenzione predittiva;
·
flessibilità del consumo complessivo di energia elettrica dell’edificio e integrazione attraverso l’adattamento ai segnali provenienti della rete (storage, flessibilità energetica).
Tecnologie di predisposizione intelligente in una casa (Fonte: European Commission - Build Up, 4 settembre 2023)
La
nuova Direttiva EPBD, stimola anche il mondo dell’edilizia a sostenere l’adozione dell’innovazione tecnologica nel settore delle costruzioni, integrando sempre di più tecnologie smart negli edifici; quindi, l’SRI potrebbe essere un volano per la trasformazione digitale e la transizione energetica del parco immobiliare nuovo, ma anche esistente.
Infatti, tutti i servizi come climatizzazione, ventilazione, illuminazione, ricarica dei veicoli elettrici, telecontrollo, videosorveglianza vengono valutati rispetto all’impatto che hanno sulla
smartness dell’edificio: efficienza energetica, manutenzione predittiva, comfort, benessere, salute e accessibilità, capacità di informare gli occupanti, flessibilità ed
energy storage.
Edifici intelligenti, la trasformazione digitale
Come un edificio, ovvero un oggetto inanimato, può essere “intelligente”? L’intelligenza di un edificio si riferisce alla capacità dei suoi impianti di rilevare, integrare, interpretare, comunicare e rispondere in tempo reale in modo efficiente ed efficace ai cambiamenti interni e del contesto climatico e infrastrutturale. Un edificio intelligente e resiliente, quindi.
Nel 2022, la Commissione europea, con la pubblicazione del
SRI Factsheet, ha valutato quale sarebbe l’impatto della concreta implementazione delle tecnologie intelligenti in edilizia - in particolare quello dello SRI - per il miglioramento dell’efficienza energetica e della riduzione delle emissioni nel settore. Dal documento emerge che l’implementazione, a livello di edificio, di un pacchetto evoluto di tecnologie
smart può permettere di ottenere, in media,
il 30% di risparmio sul consumo finale di energia, con la semplicità di installazione e un rapido ammortamento (anche in meno di 3 anni).
Con un’implementazione dello SRI a livello europeo entro il 2040, il documento valuta un grande potenziale in termini di risparmio annuo di consumi primari di energia anche fino a 160 TWh, si eviterebbero poi emissioni di CO
2 pari a 23 milioni di tonnellate. Si stima un
risparmio in termini di costi e correlati ai sistemi energetici pari a
13,9 miliardi di euro e la creazione di 76.000 nuovi posti di lavoro.
Intelligenza degli edifici, il metodo di misura
Per valutare, e quindi classificare, quanto ogni edificio sia in grado di accogliere tecnologie che abilitano l’efficienza, la connettività e la sostenibilità, si utilizza un catalogo di 54 servizi smart suddivisi su 9 diversi domini tecnici che rappresentano i principali sistemi di un edificio: riscaldamento, acqua calda sanitaria, raffrescamento, ventilazione, illuminazione, involucro dinamico dell’edificio, elettricità, ricarica dei veicoli elettrici, monitoraggio e controllo.
Ogni servizio smart è caratterizzato da diversi livelli di funzionalità, con intelligenza crescente, e influenza “7 criteri di impatto”:
1. efficienza energetica,
2. manutenzione e previsione dei guasti,
3. comfort,
4. comodità e/o efficienza operativa,
5. salute e benessere,
6. informazione agli occupanti
7. flessibilità energetica e accumulo.
Il punteggio dell’indicatore SRI complessivo viene definito dalla media pesata dei punteggi ottenuti da ciascuno dei criteri d’impatto e può essere espresso sulla base di 7 classi corrispondenti a un intervallo del punteggio totale:
• A (90-100%);
• B (80-90%);
• C (65-80%);
• D (50-65%);
• E (35-50%);
• F (20-35%);
• G (<20%).
L’Ue ha approntato un pacchetto per la valutazione SRI che contiene uno strumento di calcolo SRI e una guida pratica per iniziare. Può essere richiesto da proprietari di edifici, produttori e attori del mondo della consulenza e tecnologie per la sostenibilità. Inoltre, è disponibile un pacchetto di formazione per condurre una valutazione SRI e vengono organizzati anche webinar per facilitare la comprensione e l’implementazione di questa metodologia.
Intelligenza degli edifici, un riferimento per tutti
Sicuramente l’utilizzo dello SRI permette di creare un sistema comune per tutti gli
stakeholder del settore immobiliare: dai proprietari-investitori ai progettisti, dai fornitori di soluzioni alle Istituzioni. Il suo uso può essere facilitato anche dalla norma UNI EN ISO 52120-1:2022 (Prestazione Energetica degli Edifici - Contributo dell’automazione, del controllo e della gestione tecnica degli edifici - Parte 1: Quadro generale e procedure) già in vigore per tutti i tecnici.
Questa ulteriore “pagella” relativa alla
smartness, affiancandosi alla certificazione energetica, potrebbe rende più concreto il valore aggiunto - sia in termini prestazionali che economici - che possono dare le soluzioni
smart.
Inoltre, grazie al costante monitoraggio delle prestazioni di efficienza energetica e operativa nel tempo, l’indicatore SRI si presta a diventare uno
strumento utile alla riqualificazione degli edifici, soprattutto per grandi comparti immobiliari che potrebbero mutare la valutazione dello stato di predisposizione all’intelligenza nel tempo, aumentando il valore dell’edificio sul mercato.