Governo del territorio: nuovi ddl all’esame della Camera
URBANISTICA
Governo del territorio: nuovi ddl all’esame della Camera
È necessario ricondurre ad un quadro unitario la ricca legislazione regionale, superando la legge 1150/1942
02/09/2008 - È iniziato in Commissione Ambiente della Camera l’esame di due proposte di legge concernenti il governo del territorio. Si tratta del ddl Lupi “Princìpi fondamentali per il governo del territorio” e del ddl Mariani “Princìpi fondamentali per il governo del territorio. Delega al Governo in materia di fiscalità urbanistica e immobiliare”.
Entrambe le proposte di legge - ha spiegato il relatore Franco Stradella - sono dirette ad introdurre nell'ordinamento, da un lato, norme di principio e, dall’altro, procedure e modalità di intervento che devono essere condivise e concordate fra lo Stato, le regioni e gli enti locali.
Escludendo qualsiasi intenzione di invadere le competenze regionali, il relatore sottolinea che le proposte di legge riguardano principalmente la materia “governo del territorio”, assegnata, dal terzo comma dell'articolo 117 della Costituzione, alla competenza concorrente dello Stato e delle regioni. Sono inoltre disciplinati aspetti relativi alla materia urbanistica ed edilizia, rientranti nell’ambito del governo del territorio e, quindi, di competenza concorrente fra Stato e regioni. In tale ambito, le proposte fissano norme di principio e non disposizioni di dettaglio.
Secondo l’opposizione, è necessario che il Paese si doti di una nuova legge sul governo del territorio, non solo perché la legge 1150/1942 è ormai superata, ma soprattutto perché si avverte l’urgenza e la necessità di ricondurre ad un quadro di principi unitari la ormai ricca legislazione regionale in materia.
Quanto al contenuto delle proposte di legge in esame, Roberto Morassut rileva una serie di punti qualificanti: il primo punto, nell’ambito di una più generale riflessione sui corretti rapporti fra i diversi “livelli di pianificazione” (distinzione tra piano strutturale, piano operativo e regolamentazione urbanistica ed edilizia), riguarda la necessità di procedere finalmente - superando la vecchia impostazione della legge 1150/1942 - ad una equiparazione della portata e della durata dei diritti edificatori fra aree private e aree destinate a servizi pubblici.
Il secondo punto attiene invece alla definizione e fissazione sul piano normativo di standardurbanistici minimi (in termini di dotazione necessaria di attrezzature e servizi pubblici). È fondamentale - secondo Morassut - che il dettato normativo non perda di vista la necessità di strumenti attuativi efficaci, capaci di garantire anche sul piano quantitativo l'indicazione e il rispetto di livelli minimi di dotazioni territoriali. Ritiene inoltre opportuno un richiamo esplicito alla raccolta differenziata dei rifiuti e all’uso (anche nella costruzione degli edifici) di tecnologie atte a favorirne la diffusione.
Il terzo punto riguarda l’edilizia sociale e la necessità, da un lato, di fissare standard nazionali per la dotazione di alloggi di edilizia pubblica residenziale, e dall’altro, di mettere le Regioni in condizione di definire l’effettivo fabbisogno di edilizia sociale e farsi carico della domanda sottostante, anche con interventi operativi in contesti urbani integrati.
Sottolinea, infine, la necessità di indicare chiaramente sul piano normativo il metodo perequativo e compensativo come strumento essenziale degli interventi di programmazione territoriale, predisponendo una cornice di principi, ma anche i necessari provvedimenti applicativi.
Sottolinea, infine, la necessità di indicare chiaramente sul piano normativo il metodo perequativo e compensativo come strumento essenziale degli interventi di programmazione territoriale, predisponendo una cornice di principi, ma anche i necessari provvedimenti applicativi.
Come preannunciato da Guido Dussin, la Lega ha predisposto una proposta di legge in materia di governo del territorio che non incida sulle competenze regionali e che si limiti all’indicazione di principi generali, possibilmente evitando di dettare norme stringenti di natura urbanistica. Il relatore Franco Stradella precisa che la tutela dell'autonomia non può sfociare nell'anarchia e sostiene la necessità di fissare un quadro di principi certi, senza imporre vincoli o rigide regole alle regioni e agli enti locali.
L’esame dei disegni di legge continuerà nelle prossime settimane, con la nomina di un Comitato ristretto che procederà ad eventuali audizioni informali.