Ad affermarlo, all’indomani del terremoto in Centro Italia, è l’associazione Ingegneria Sismica Italiana (ISI). D’altra parte, sostiene il Consiglio nazionale degli Ingegneri (CNI), ci sono tutte le tecnologie e le competenze per procedere alla messa in sicurezza.
Classificazione del rischio sismico delle costruzioni
Vanno nella direzione delle prevenzione le linee guida per la classificazione del rischio sismico delle costruzioni. Come ricordato da ISI, il documento è pronto dal 2015 e sul tavolo del Ministero delle Infrastrutture. Si attende la sua emanazione, che dovrebbe arrivare a breve.“L’adozione della classificazione sismica - sostiene ISI - consente che gli inquilini di un edificio siano consapevoli della sicurezza della loro abitazione e che agiscano di conseguenza per l’adeguamento”.
Messa in sicurezza nel rispetto del tessuto edilizio
Il presidente del Consiglio Nazionale degli Ingegneri, Armando Zambrano, ha ricordato che gli ingegneri chiedono una forte azione di adeguamento sin dai tempi del terremoto in Irpinia, soprattutto nelle zone della dorsale appenninica in cui ci sono ancora edifici costruiti in pietra, in anni in cui non esistevano normative antisismiche.“Occorrono norme semplici che consentano di intervenire nei centri storici. Inoltre, la conoscenza del livello di sicurezza di un edificio deve diventare parte essenziale della sua carta di identità. E’ assurdo constatare come in una compravendita di un immobile venga chiesto il certificato di classe energetica e non un documento che attesti l’adeguamento dello stesso alle norme antisismiche”. A livello europeo, però, si dà più peso al tema del risparmio energetico rispetto all’antisismica. Per questo, a detta di Zambrano, “sarebbe importante ottenere dei risultati su questo terreno perché si potrebbero dirottare preziosi fondi europei sulla riduzione del rischio sismico”.
“L’azione di verifica della sicurezza delle costruzioni - ha continuato Zambrano - è facilmente realizzabile se si considera che noi in Italia abbiamo maturato la tradizione della conservazione. Università, professionisti e mondo scientifico hanno elaborato negli anni tutta una serie di tecniche che possono rendere tutti gli edifici sicuri. Non c’è fabbricato che non possa essere migliorato da un punto di vista sismico. Da anni studiamo queste problematiche, siamo all’avanguardia nel mondo e oggi siamo in grado di risolverle anche a costi tutto sommato accettabili”.
Per la fase successiva all’emergenza, Zambrano, oltre ad esortare a fare presto, auspica una ricostruzione nel rispetto del tessuto edilizio, evitando gli errori fatti in passato con le New Town. “Anche perché costruirle spesso costa assai più che intervenire sul costruito”.
“Nell’immediato - ha concluso - noi già da venerdì metteremo a disposizione 1600 ingegneri che si occuperanno di valutare le condizioni delle singole abitazioni, in modo da consentire ad una parte dei cittadini colpiti di rientrare in casa nelle massime condizioni di sicurezza”.