Abusi edilizi, il principio di proporzionalità può evitare la demolizione
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NORMATIVA
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Redazione Edilportale
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Abusi edilizi, il principio di proporzionalità può evitare la demolizione
La Cassazione spiega: è necessario reprimere e scoraggiare l’illegalità, ma bisogna valutare se l’abbattimento può compromettere i diritti fondamentali delle persone
19/09/2022 - La demolizione di un abuso edilizio può essere fermata se considerata sproporzionata ed eccessiva rispetto ad altri interessi in gioco, come il diritto all’abitazione. È la conclusione cui è arrivata la Corte di Cassazione con la sentenza 32869/2022.
La spiegazione dei giudici si basa su diverse pronunce della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo e sul bilanciamento tra il diritto all’abitazione e il contrasto all’abusivismo edilizio, che trova il suo equilibrio nel concetto di proporzionalità.
Abuso edilizio, il caso
I giudici si sono pronunciati sull’ordinanza con cui il giudice dell’esecuzione ha respinto la richiesta di revoca dell’ordine di demolizione di un manufatto realizzato abusivamente.
Secondo il proprietario, responsabile dell’abuso, il giudice dell’esecuzione non avrebbe considerato che l’ordine di demolizione si poneva in contrasto con il diritto di proprietà e il principio di proporzionalità.
L’immobile abusivo costituiva l’unica abitazione di un nucleo familiare monoreddito, che versava in condizioni socio-economiche e di salute precarie.
Il proprietario aveva inoltre presentato istanza di permesso di costruire in sanatoria, per la quale era ancora in attesa di risposta.
Abuso edilizio, il principio di proporzionalità
La Corte Costituzionale, per arrivare alla sua decisione, è partita dai princìpi contenuti nella Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali. Non si tratta, hanno spiegato i giudici, di norme direttamente applicabili, ma di criteri di interpretazione cui il giudice nazionale deve ispirarsi nell’applicazione delle norme interne.
Sul giudice nazionale incombe quindi l’obbligo di osservare il principio di proporzionalità quando deve dare attuazione all’ordine di demolizione di un immobile edificato abusivamente, ma adibito ad abituale abitazione di una persona.
Il principio di proporzionalità, spiegano i giudici, implica delle garanzie procedurali, come concedere un tempo sufficiente per legalizzare la situazione ed evitare di eseguire la demolizione in un momento che metterebbe a rischio altri diritti fondamentali delle persone.
D’altro canto, sottolinea la Cassazione, non esiste un diritto assoluto all’inviolabilità del domicilio, tale da precludere la demolizione di un immobile abusivo. Il diritto all’abitazione deve infatti convivere con altri valori di pari rango, come l'ordinato sviluppo del territorio e a salvaguardia dell'ambiente.
In altre parole, la regola generale è che bisogna eseguire l’ordine di demolizione a condizione che la demolizione sia proporzionata rispetto allo scopo che la normativa edilizia vuole perseguire.
I giudici hanno aggiunto che la Costituzione Italiana non prevede espressamente il diritto all’abitazione. Tuttavia, la dottrina costituzionalistica ritiene che tale diritto si possa evincere da una serie di altri enunciati normativi, che lo riconoscono come diritto sociale, collocabile tra i diritti inviolabili dell’uomo.
La Cassazione ha quindi concluso che, nel dare attuazione all'ordine di demolizione di un immobile abusivo, il giudice deve rispettare il principio di proporzionalità valutando le condizioni del responsabile dell’abuso e la sua consapevolezza di aver violato la legge. Questo perché, oltre a tutelare eventuali condizioni di disagio sociale, è necessario scoraggiare le azioni illegali che contrastano con la protezione dell’ambiente.
Tornando al caso esaminato, la Cassazione ha affermato che il giudice dell’esecuzione non ha osservato il principio di proporzionalità perché non ha tenuto in considerazione le condizioni socio-economiche dell’interessato.
La questione è stata quindi rinviata al Tribunale ordinario, chiamato a valutare nuovamente il caso alla luce dei nuovi elementi: condizioni dell’interessato, consapevolezza di aver agito illegalmente, eventuale grado di colpa e tempo a disposizione per ottenere la sanatoria.
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