27/11/2023 - Novità per chi non è ancora riuscito a portare a termine la cessione dei crediti: dal 1° dicembre, fino al 2 gennaio 2024, i cessionari dei crediti maturati grazie al Superbonus e agli altri bonus edilizi, ma non utilizzati per cause diverse dalla scadenza, dovranno comunicarli all’Agenzia delle Entrate utilizzando la nuova funzionalità telematica sul sito web della stessa Agenzia.
Nel Provvedimento del 23 novembre 2023 sono definite le procedure per l’invio dei dati.
La raccolta di questi dati sarà utile a tracciare con maggiore precisione la mole dei crediti fermi a causa del blocco del meccanismo della cessione dei crediti. Al momento le stime non sono precise, però i professionisti e le imprese che hanno praticato lo sconto in fattura, ma non sono riusciti a cedere il credito corrispondente e sono in crisi di liquidità, attendono delle risposte.
Chi non ha ancora operato la cessione crediti deve comunicarlo
L’obbligo di comunicare la presenza di crediti non utilizabili per cause diverse dalla scadenza è stato
introdotto dal Decreto “Asset e Investimenti” o “Omnibus”.
La norma (
DL 104/2023) obbliga i titolari di crediti fermi, derivanti da cessione del credito o sconto in fattura, a inviare all’Agenzia delle Entrate una comunicazione contenente gli estremi dei crediti che non sono stati ancora utilizzati per cause indipendenti dalla propria volontà e diverse dalla scadenza.
Tale comunicazione deve essere inviata entro 30 giorni dalla data in cui si viene a conoscenza del fatto specifico che ha determinato la mancata fruizione del credito. Il mancato invio comporta una
sanzione di 100 euro.
La comunicazione
non è invece necessaria se il mancato utilizzo dipende dal decorso dei termini utili per la fruizione.
Dal 1° dicembre nuova funzionalità della Piattaforma cessione crediti
Dal 1° dicembre sul sito dell’Agenzia, all’interno della Piattaforma cessione crediti, sarà disponibile una nuova funzionalità dedicata ai crediti inutilizzati.
Il servizio sarà utilizzato dagli ultimi cessionari per comunicare che il mancato utilizzo è dovuto ad un
evento diverso dalla scadenza.
L’ultimo cessionario deve comunicare:
- per i crediti tracciabili, il numero di protocollo telematico della comunicazione originaria all'Agenzia delle Entrate (prima cessione o sconto in fattura) da cui sono derivate le rate;
- per i crediti non tracciabili, i dati significativi della comunicazione originaria all'Agenzia delle Entrate (numero di protocollo telematico, codici fiscali del cedente titolare della detrazione e del fornitore/primo cessionario) da cui sono derivate le rate;
- la data in cui è venuto a conoscenza dell’evento che ha determinato la non utilizzabilità del credito.
Ricordiamo che i crediti sono tracciabili quando a ciascuna rata è attribuito un codice identificativo univoco. Si tratta di una
novità entrata in vigore dal 1° maggio 2022 per evitare la cessione parziale dei crediti.
Cessione crediti, quali crediti non utilizzati bisogna comunicare
Appurato che devono essere comunicati i crediti non utilizzati per cause diverse dalla scadenza, l'Agenzia ha aggiunto due chiarimenti con una faq pubblicata sempre il 23 novembre:
1. I crediti bloccati, perché sottoposti a sequestro, non devono essere oggetto di comunicazione. L’Agenzia è già a conoscenza di questa informazione perchè, in caso di sequestro, l’Autorità giudiziaria trasmette una comunicazione all’Agenzia delle Entrate, che a sua volta sospende la possibilità di utilizzare in compensazione i crediti, eliminandoli dal cassetto fiscale.
2. I crediti che siano stati oggetto di
irregolarità procedurali che ne inibiscono l’utilizzo devono essere comunicati.
La comunicazione dei crediti fermi aiuterà la cessione dei crediti?
L’obbligo di comunicare i crediti fermi nei cassetti fiscali, per ragioni indipendenti dalla scadenza e dalla volontà dei cessionari, sarà utile per individuare con precisione i soggetti realmente in difficoltà, che non hanno trovato un acquirente per i loro crediti.
Nei giorni scorsi, la Sottosegretaria di Stato per l'economia e le finanze, Lucia Albano, rispondendo a un’interrogazione in Commissione Finanze della Camera, ha spiegato che i crediti bloccati
ammontano a 135 miliardi di euro, ma non si sa quale sia la mole dei crediti incagliati, che non riescono ad essere utilizzati, e in che misura i crediti siano fermi per scelta del titolare, che intende utilizzarli in un secondo momento.
Il Ministero dell’Economia ha aggiunto che non si conosce la capienza fiscale residua, cioè la capacità dei vari soggetti di assorbire in compensazione i bonus edilizi ai fini del pagamento dei propri debiti fiscali e contributivi.
Questo significa che non tutti i crediti che attualmente risultano non utilizzati sono senza sbocchi. Una parte potrebbe essere utilizzata in compensazione dai titolari nei prossimi anni. La possibilità che i crediti siano utilizzati in futuro cambierebbe la loro
classificazione come pagabili o non pagabili e potrebbe
creare debito anzichè deficit.
Si può quindi ipotizzare che, una volta che l’Agenzia acquisirà i dati sui crediti che non riescono ad essere smaltiti e li trasmetterà al Mef, il Governo potrà studiare delle misure adeguate.