Comunità Energetiche Rinnovabili e autoconsumo, si parte
RISPARMIO ENERGETICO
Comunità Energetiche Rinnovabili e autoconsumo, si parte
Pubblicato il Decreto che disciplina il contributo a fondo perduto fino al 40% e la tariffa incentivante. Plauso degli operatori
25/01/2024 - È finalmente pronta la disciplina che si propone di stimolare la nascita e lo sviluppo delle Comunità Energetiche Rinnovabili (CER) e dell’autoconsumo diffuso in Italia.
Il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica (MASE)ha pubblicato il Decreto CER sul proprio sito il 23 gennaio e ha comunicato che il provvedimento è entrato in vigore ieri 24 gennaio 2024 essendo avvenuta la registrazione della Corte dei Conti e, in precedenza, l’approvazione della Commissione europea.
Il testo individua due strumenti per promuovere lo sviluppo delle CER:
- un contributo a fondo perduto fino al 40% dei costi ammissibili, finanziato dal PNRR e rivolto alle comunità i cui impianti sono realizzati nei comuni sotto i 5.000 abitanti che supporterà lo sviluppo di due gigawatt complessivi; Il contributo varia in funzione della taglia di potenza: 1.500 euro/kW, per impianti fino a 20 kW; 1.200 euro/kW, per impianti di potenza superiore a 20 kW e fino a 200 kW; 1.100 euro/kW per potenza superiore a 200 kW e fino a 600 kW; 1.050 euro/kW, per impianti di potenza superiore a 600 kW e fino a 1.000 kW;
- una tariffa incentivante sull’energia rinnovabile prodotta e condivisa per tutto il territorio nazionale. Tale tariffa è riconosciuta dal GSE per 20 anni dalla data di entrata in esercizio di ciascun impianto FER. La tariffa è compresa tra 60 euro/MWh e 120euro/MWh, in funzione della taglia dell’impianto e del valore di mercato dell’energia. Per gli impianti fotovoltaici è prevista una ulteriore maggiorazione fino a 10 euro/MWh in funzione della localizzazione geografica.
I due benefici sono tra loro cumulabili. Attraverso il provvedimento sarà dunque favorito lo sviluppo di 5 gigawatt complessivi di impianti di produzione di energia rinnovabile al 2027.
“Comunità Energetiche Rinnovabili e autoconsumo diffuso - ha spiegato il Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica Gilberto Pichetto - sono due ingranaggi centrali della transizione energetica del Paese: oggi siamo dunque ancor più vicini a questo atteso obiettivo, che potrà veramente dare una svolta per lo sviluppo delle rinnovabili in Italia, rafforzandone la sicurezza energetica e avvicinandoci agli obiettivi climatici”.
Il GSE, soggetto gestore della misura, metterà in esercizio i portali attraverso i quali sarà possibile presentare le richieste, entro 45 giorni dall’approvazione delle regole. Il GSE, inoltre, renderà disponibili sul proprio sito istituzionale (www.gse.it) documenti e guide informative, oltre a canali di supporto dedicati, per accompagnare gli utenti nella costituzione delle CER.
Sarà presto online sul sito del GSE anche un simulatore per la valutazione energetica ed economica delle iniziative, mentre è già disponibile la mappa interattiva delle cabine primarie su territorio nazionale.
Inoltre, in raccordo con il MASE, il GSE lancerà una campagna informativa per rendere consapevoli i consumatori dei benefici legati al nuovo meccanismo; il primo “step” è già online e consiste in alcune “FAQ” per iniziare ad orientare cittadini, piccole e medie imprese, enti, cooperative e tutti gli altri destinatari del provvedimento.
Cosa è una Comunità Energetica Rinnovabile (CER)?
Una CER è un insieme di cittadini, piccole e medie imprese, enti territoriali e autorità locali, incluse le amministrazioni comunali, le cooperative, gli enti di ricerca, gli enti religiosi, quelli del terzo settore e di protezione ambientale, che condividono l’energia elettrica rinnovabile prodotta da impianti nella disponibilità di uno o più soggetti associatisi alla comunità. In una CER l’energia elettrica rinnovabile può esser condivisa tra i diversi soggetti produttori e consumatori, localizzati all’interno di uno medesimo perimetro geografico, grazie all’impiego della rete nazionale di distribuzione di energia elettrica, che rende possibile la condivisione virtuale di tale energia.
Quali tipologie di impianti FER possono far parte di una CER? Solo gli impianti fotovoltaici?
Tutti gli impianti alimentati da fonti rinnovabili possono essere inseriti in una CER come unità di produzione. Sono quindi inclusi gli impianti fotovoltaici, ma può essere inserito nelle CER qualunque tipo di impianto rinnovabile, a titolo esemplificativo e non esaustivo, idroelettrico, eolico, biogas, biomasse solide ecc.
Quali sono i principali requisiti degli impianti di produzione che possono accedere alle CER?
Per poter accedere agli incentivi previsti per le CER gli impianti di produzione da fonte rinnovabile devono avere potenza non superiore a 1 MW. Tali impianti sono generalmente di nuova costruzione, anche se possono far parte di una CER impianti già realizzati, purché entrati in esercizio successivamente alla data del 16 dicembre 2021 (data di entrata in vigore del D.lgs. 199/2021) e comunque successivamente alla regolare costituzione della CER. Inoltre, ai fini dell’accesso ai benefici previsti dal Decreto di incentivazione, gli impianti non devono beneficiare di altri incentivi sulla produzione di energia elettrica.
L’obiettivo del DM CER è di 5 GW al 2027. Italia Solare ipotizza al 2023 almeno altri 12 MW da questa tipologia di impianti, vale a dire che le CER potrebbero concorrere per circa il 15% al raggiungimento dell’obiettivo del fotovoltaico entro i prossimi 6 anni. Inoltre, le CER aumentano consapevolezza e consenso sugli impianti, piccoli e grandi. Sotto questo profilo - prosegue l’Associazione -, il contributo delle comunità energetiche agli obiettivi 2030 può essere ben superiore a quanto possano indicare i numeri.
“Finalmente in Italia prendono avvio le CER e possiamo mettere a terra il lavoro fatto negli ultimi anni, forti della sperimentazione e oggi anche di basi normative concrete. Come Italia Solare, che ha contribuito in modo sostanziale all’avvio delle CER, auspichiamo che il testo del decreto, che stiamo ancora studiando, definisca tutte le condizioni necessarie affinché gli operatori possano da questo momento avviare i numerosissimi progetti che sono pronti a partire e svilupparne di nuovi. Il processo di approvazione del testo ha richiesto parecchio tempo, ora confidiamo che i passaggi operativi previsti rispettino le tempistiche stabilite” - commenta Andrea Brumgnach, Vicepresidente di Italia Solare e coordinatore del gruppo di lavoro CER e autoconsumo dell’associazione.
Il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica (MASE)ha pubblicato il Decreto CER sul proprio sito il 23 gennaio e ha comunicato che il provvedimento è entrato in vigore ieri 24 gennaio 2024 essendo avvenuta la registrazione della Corte dei Conti e, in precedenza, l’approvazione della Commissione europea.
Il testo individua due strumenti per promuovere lo sviluppo delle CER:
- un contributo a fondo perduto fino al 40% dei costi ammissibili, finanziato dal PNRR e rivolto alle comunità i cui impianti sono realizzati nei comuni sotto i 5.000 abitanti che supporterà lo sviluppo di due gigawatt complessivi; Il contributo varia in funzione della taglia di potenza: 1.500 euro/kW, per impianti fino a 20 kW; 1.200 euro/kW, per impianti di potenza superiore a 20 kW e fino a 200 kW; 1.100 euro/kW per potenza superiore a 200 kW e fino a 600 kW; 1.050 euro/kW, per impianti di potenza superiore a 600 kW e fino a 1.000 kW;
- una tariffa incentivante sull’energia rinnovabile prodotta e condivisa per tutto il territorio nazionale. Tale tariffa è riconosciuta dal GSE per 20 anni dalla data di entrata in esercizio di ciascun impianto FER. La tariffa è compresa tra 60 euro/MWh e 120euro/MWh, in funzione della taglia dell’impianto e del valore di mercato dell’energia. Per gli impianti fotovoltaici è prevista una ulteriore maggiorazione fino a 10 euro/MWh in funzione della localizzazione geografica.
I due benefici sono tra loro cumulabili. Attraverso il provvedimento sarà dunque favorito lo sviluppo di 5 gigawatt complessivi di impianti di produzione di energia rinnovabile al 2027.
“Comunità Energetiche Rinnovabili e autoconsumo diffuso - ha spiegato il Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica Gilberto Pichetto - sono due ingranaggi centrali della transizione energetica del Paese: oggi siamo dunque ancor più vicini a questo atteso obiettivo, che potrà veramente dare una svolta per lo sviluppo delle rinnovabili in Italia, rafforzandone la sicurezza energetica e avvicinandoci agli obiettivi climatici”.
CER e autoconsumo diffuso, l’attuazione
Come previsto dal Decreto stesso, entro i prossimi 30 giorni saranno approvate dal Ministero, previa verifica da parte dell’ARERA e su proposta del Gestore dei Servizi Energetici (GSE), le regole operative che dovranno disciplinare le modalità e le tempistiche di riconoscimento degli incentivi.Il GSE, soggetto gestore della misura, metterà in esercizio i portali attraverso i quali sarà possibile presentare le richieste, entro 45 giorni dall’approvazione delle regole. Il GSE, inoltre, renderà disponibili sul proprio sito istituzionale (www.gse.it) documenti e guide informative, oltre a canali di supporto dedicati, per accompagnare gli utenti nella costituzione delle CER.
Sarà presto online sul sito del GSE anche un simulatore per la valutazione energetica ed economica delle iniziative, mentre è già disponibile la mappa interattiva delle cabine primarie su territorio nazionale.
Inoltre, in raccordo con il MASE, il GSE lancerà una campagna informativa per rendere consapevoli i consumatori dei benefici legati al nuovo meccanismo; il primo “step” è già online e consiste in alcune “FAQ” per iniziare ad orientare cittadini, piccole e medie imprese, enti, cooperative e tutti gli altri destinatari del provvedimento.
Comunità Energetiche Rinnovabili, le FAQ
Ecco alcune delle FAQ pubblicate dal Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica:Cosa è una Comunità Energetica Rinnovabile (CER)?
Una CER è un insieme di cittadini, piccole e medie imprese, enti territoriali e autorità locali, incluse le amministrazioni comunali, le cooperative, gli enti di ricerca, gli enti religiosi, quelli del terzo settore e di protezione ambientale, che condividono l’energia elettrica rinnovabile prodotta da impianti nella disponibilità di uno o più soggetti associatisi alla comunità. In una CER l’energia elettrica rinnovabile può esser condivisa tra i diversi soggetti produttori e consumatori, localizzati all’interno di uno medesimo perimetro geografico, grazie all’impiego della rete nazionale di distribuzione di energia elettrica, che rende possibile la condivisione virtuale di tale energia.
Quali tipologie di impianti FER possono far parte di una CER? Solo gli impianti fotovoltaici?
Tutti gli impianti alimentati da fonti rinnovabili possono essere inseriti in una CER come unità di produzione. Sono quindi inclusi gli impianti fotovoltaici, ma può essere inserito nelle CER qualunque tipo di impianto rinnovabile, a titolo esemplificativo e non esaustivo, idroelettrico, eolico, biogas, biomasse solide ecc.
Quali sono i principali requisiti degli impianti di produzione che possono accedere alle CER?
Per poter accedere agli incentivi previsti per le CER gli impianti di produzione da fonte rinnovabile devono avere potenza non superiore a 1 MW. Tali impianti sono generalmente di nuova costruzione, anche se possono far parte di una CER impianti già realizzati, purché entrati in esercizio successivamente alla data del 16 dicembre 2021 (data di entrata in vigore del D.lgs. 199/2021) e comunque successivamente alla regolare costituzione della CER. Inoltre, ai fini dell’accesso ai benefici previsti dal Decreto di incentivazione, gli impianti non devono beneficiare di altri incentivi sulla produzione di energia elettrica.
Italia Solare: ‘ottima l’entrata in vigore del decreto’
“L’entrata in vigore del Decreto che dà il via alle comunità energetiche rinnovabili e alle configurazioni di autoconsumo condiviso è un’ottima notizia. Siamo stati il primo Paese in Europa ad avviare la fase sperimentale, ma da questo momento si apre la strada al reale potenziale delle CER nel contribuire in modo sostanziale alla transizione energetica”. Commenta così Italia Solare, l’Associazione dedicata al fotovoltaico e alle integrazioni tecnologiche per la gestione intelligente dell’energia.L’obiettivo del DM CER è di 5 GW al 2027. Italia Solare ipotizza al 2023 almeno altri 12 MW da questa tipologia di impianti, vale a dire che le CER potrebbero concorrere per circa il 15% al raggiungimento dell’obiettivo del fotovoltaico entro i prossimi 6 anni. Inoltre, le CER aumentano consapevolezza e consenso sugli impianti, piccoli e grandi. Sotto questo profilo - prosegue l’Associazione -, il contributo delle comunità energetiche agli obiettivi 2030 può essere ben superiore a quanto possano indicare i numeri.
“Finalmente in Italia prendono avvio le CER e possiamo mettere a terra il lavoro fatto negli ultimi anni, forti della sperimentazione e oggi anche di basi normative concrete. Come Italia Solare, che ha contribuito in modo sostanziale all’avvio delle CER, auspichiamo che il testo del decreto, che stiamo ancora studiando, definisca tutte le condizioni necessarie affinché gli operatori possano da questo momento avviare i numerosissimi progetti che sono pronti a partire e svilupparne di nuovi. Il processo di approvazione del testo ha richiesto parecchio tempo, ora confidiamo che i passaggi operativi previsti rispettino le tempistiche stabilite” - commenta Andrea Brumgnach, Vicepresidente di Italia Solare e coordinatore del gruppo di lavoro CER e autoconsumo dell’associazione.