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Torre dei Moro a Milano, cosa si è bruciato e cosa no

Torre dei Moro a Milano, cosa si è bruciato e cosa no

Cappotto, facciata ventilata, rivestimento: i produttori spiegano le caratteristiche dei materiali e le reazioni al fuoco

Aggiornato al 07/09/2021
Foto: youtube.com / Local Team
Foto: youtube.com / Local Team
di Rossella Calabrese 06/09/2021
06/09/2021 - Vigili del Fuoco, periti del tribunale ed esperti incaricati dai proprietari sono al lavoro per ricostruire i primi momenti, capire le cause e individuare il motivo del rapido sviluppo dell’incendio che domenica 29 agosto ha devastato la Torre dei Moro, l’edificio residenziale di 16 piani, in via Antonini a Milano.
 
L’unica certezza finora, corroborata dagli impressionanti video, è che i pannelli che rivestivano la facciata dell’edificio non erano ignifughi ma si sono incendiati con una velocità incompatibile con le regole di sicurezza antincendio.
 
Nelle ore successive al rogo, l’amministratore condominiale ha dichiarato che la facciata era stata realizzata con pannelli compositi in alluminio, citando il materiale ‘alucobond’.
 
ALUCOBOND® è un marchio registrato dall’azienda 3A Composites la quale ha fatto sapere che il pannello composito di alluminio (ACM) utilizzato nella Torre dei Moro di Milano non era il suo ALUCOBOND®.
 
“Il materiale ACM utilizzato nella Torre dei Moro - ha aggiunto 3A Composites - è stato molto probabilmente un composito con nucleo in PE (polietilene) che è in classe D-E secondo la EN 13501-1 e non fire-retardant o non combustibile come riportato dai media”.
 
Gli inquirenti stanno, infatti, verificando le caratteristiche dei pannelli montati sulla facciata della Torre dei Moro e indagando sul fornitore e sul produttore.
 


Nelle prime ore dopo l’incendio, l’attenzione è stata puntata sul cappotto termico che riveste l’edificio, ipotizzando che anch’esso fosse andato a fuoco e avesse contribuito alla propagazione delle fiamme.
 
Nei giorni successivi però, è apparso chiaro che il cappotto aveva resistito al fuoco. Saint-Gobain Italia, che ha fornito i pannelli in lana di vetro a marchio Isover all’impresa che ha costruito l’edificio di via Antonini, è intervenuta per fornire alcuni chiarimenti.
 
I pannelli in lana di vetro a marchio Isover sono in classe A2-s1,d0 di reazione al fuoco, classificati come incombustibili e non infiammabili e sono stati utilizzati dall’impresa di costruzione direttamente sulla facciata / struttura principale dell’edificio al fine di isolarlo termicamente. Saint-Gobain Italia non ha venduto pannelli per il rivestimento aggiuntivo esterno installato in seguito sull’edificio per finalità estetiche.
 
Alle stesse conclusioni è giunta la Commissione Tecnica interna a Cortexa, l’associazione che dal 2007 riunisce numerose aziende italiane del settore dell’Isolamento a Cappotto: “l’incendio che ha colpito la facciata del grattacielo non è stato alimentato dal Sistema a Cappotto, né lo ha coinvolto”.
 
“Le immagini - spiegano gli esperti di Cortexa - mostrano come il Cappotto, presente sull’involucro esterno dell’edificio, sottostante alle ‘vele’ esterne decorative che sono bruciate, abbia impedito la propagazione dell’incendio, giocando un ruolo centrale nella protezione della facciata. In attesa degli esiti delle indagini ufficiali, che potranno appurare quanto realmente accaduto, possiamo ipotizzare che se sulle pareti esterne del grattacielo non fosse stato presente il Cappotto, l’epilogo sarebbe stato diverso”.
 
“Cappotto, sandwich, facciata ventilata, rivestimento: in questi giorni si è detto e letto di tutto. L’avere confuso questi concetti, che indicano materiali e funzioni molto differenti tra loro, ha generato una pericolosa ondata di disinformazione - aggiunge Cortexa -. Un Sistema a Cappotto certificato, ben progettato e posato a regola d’arte non brucia né propaga un incendio, rappresenta invece un’eccellente protezione dell’involucro degli edifici, anche dal fuoco”.
 
 

Facciate degli edifici, la normativa

Dal punto di vista normativo, la situazione è piuttosto complessa. Ad oggi, il riferimento per i materiali e i prodotti isolanti da utilizzare per facciate e cappotti è il Regolamento CPR (EU) 305/2011 sui prodotti da costruzione.
 
Non esiste ancora una norma tecnica armonizzata per isolanti in facciata; l’unico riferimento, su base volontaria, è costituito dall’EAD 040083-00-0404 “External Thermal Insulation Composite Systems [ETICS]” del 2019.
 
Per quanto riguarda la sicurezza in caso d’incendio, questa norma prevede che le prestazioni di comportamento al fuoco degli ETICS devono essere classificate con le stesse prove al fuoco previste per i materiali isolanti (per uso interno), in accordo al Regolamento Delegato (UE) 2016/364 della Commissione del 01/07/2015 (combinato alla norma EN 13501-1).
 
L’utilizzo degli ETICS è stato normato nel 2013, con le “Linee guida per la determinazione dei requisiti di sicurezza delle facciate negli edifici di civile abitazione” che fissano i requisiti delle facciate (semplice, ventilata, a doppia parete, ecc.). Per quel che riguarda la reazione al fuoco, i prodotti installati non protetti devono essere in classe europea almeno B-s3-d0.
 
È in via di definizione la Regola Tecnica Verticale per la sicurezza antincendio delle facciate degli edifici civili. Si applicherà alle chiusure d’ambito degli edifici civili. La regola mira a limitare la probabilità di propagazione di un incendio attraverso le sue chiusure d’ambito sia nel caso in cui l’incendio sia originato all’interno dell’edificio sia che sia originato all’esterno dell’edificio.
 
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