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Sanzioni per i professionisti, Fondazione Inarcassa: ‘norma inaccettabile’

Sanzioni per i professionisti, Fondazione Inarcassa: ‘norma inaccettabile’

Secondo i tecnici sono abnormi le misure per errori in buona fede. Imprese e sindacati soddisfatti dell’obbligo di contratti collettivi per fruire dei bonus. Finco e Confimi Edilizia: ‘abuso legislativo gravissimo’

Vedi Aggiornamento del 15/11/2022
Foto: goodluz © 123rf.com
di Rossella Calabrese
28/02/2022 - Fondazione Inarcassa ritiene inaccettabile la previsione della responsabilità penale del tecnico anche per errori commessi in buona fede e intravede nel decreto un presagio di smantellamento del sistema dei bonus fiscali.
 
Sull’altra norma - l’obbligo di vincolare i bonus edilizi al rispetto dei contratti di settore - sindacati, imprese, artigiani e cooperative si dichiarano a favore: ‘così si tutelano sicurezza e qualità’.

Sempre sull'obbligo di applicare i contratti del settore edile, Finco e Confimi Edilizia parlano di "abuso legislativo gravissimo" e chiedono un intervento urgente.
 

Fondazione Inarcassa: ‘provvedimento inaccettabile’

“Con la pubblicazione del decreto-legge sulla cessione dei crediti d’imposta derivanti dai bonus edilizi, prosegue da parte del governo l’adozione di misure abnormi che si concentrano sui liberi professionisti per arginare le frodi connesse al meccanismo dei bonus fiscali”.
 
“In primis, il provvedimento introduce la responsabilità penale del tecnico anche per errori commessi in buona fede, senza considerare che i professionisti sono costretti ad operare in un quadro normativo reso inestricabile dal governo stesso, a seguito di una legislazione confusa e alluvionale. La previsione di una fattispecie penale così ampia avrebbe meritato un previo passaggio parlamentare anche per il rispetto delle esigenze di garanzia e certezza che il principio di legalità vorrebbe difendere. Chiederemo al Parlamento di non ratificare questa anomala previsione”.
 
Così il presidente della Fondazione Inarcassa, Franco Fietta, sul DL 13 del 25 febbraio 2022 che introduce nuove misure per il contrasto alle frodi in materia edilizia.
 

“Sottolineando ancora come il provvedimento sia aberrante nei confronti degli architetti e ingegneri liberi professionisti, osserviamo che non viene prestata alcuna attenzione alla figura del general contractor che, nell’offrire al cliente finale una soluzione ‘chiavi in mano’, innesca fenomeni distorsivi nell’attivazione del superbonus, favorendo conseguenze patologiche per l’intera filiera”.
 
“Siamo basiti anche in relazione alle altre modifiche introdotte dal governo, avendo partecipato al ciclo di audizioni nell’ambito dell’esame del decreto sostegni-ter, formulando alcune proposte concrete in ordine all’art. 28 del provvedimento. Sebbene avessimo registrato, in quella sede, l’impegno a migliorare il testo in fase emendativa, riscontriamo da parte del governo segnali preoccupanti che lasciano presagire il progressivo smantellamento del sistema dei bonus fiscali”.
 
“Non possiamo dirci soddisfatti della parziale retromarcia che consentirà un totale di tre cessioni dei crediti maturati dai bonus edilizi. La misura resta ancora penalizzante visto che la cessione ulteriore è possibile unicamente nell’ambito dei circuiti bancari, mentre andava lasciata aperta la possibilità di un’ultima cessione tra l’istituto di credito e l’utilizzatore finale”.
 
“Inoltre, il governo è intervenuto nuovamente sul tema delle polizze assicurative, cambiando per l’ennesima volta il meccanismo. Il decreto interviene sull’art. 119, comma 14, del DL 34/2020, e prevede che il professionista stipuli, per ogni intervento, una polizza di assicurazione con massimale pari agli importi dell’intervento oggetto delle attestazioni o asseverazioni. Tutto questo, ovviamente, si traduce in una duplicazione di costi assicurativi a carico dei professionisti che già sono obbligati, per legge, a stipulare una polizza RC professionale per le proprie prestazioni” - conclude Fietta.
 


Filiera edile: ‘bene l’obbligo di contratti collettivi’

Le associazioni datoriali, i sindacati, gli artigiani e le cooperative dell’edilizia* sono soddisfatte della norma, inserita nel decreto correttivo antifrodi che vincola la fruizione dei bonus edilizi all’applicazione dei contratti collettivi del settore edile, nazionali e territoriali, stipulati dalle associazioni datoriali e sindacali comparativamente più rappresentative sul piano nazionale.
 
Le parti sociali sottolineano che le nuove norme prevedono l’accesso ai benefici per i lavori edili di importo superiore a 70.000 euro solo a imprese regolari e qualificate che, applicando il contratto collettivo nazionale e territoriale dell’edilizia, garantiscono ai lavoratori adeguate tutele in termini di salario, formazione e sicurezza sul lavoro.
 
Inoltre - aggiungono -, l’indicazione dello stesso limite di importo a cui già si applica la verifica della congruità dell’incidenza della manodopera nei cantieri rafforzerà i sistemi di controllo favorendo il contrasto al lavoro irregolare.
 
“Puntare sulla selezione delle imprese coinvolte nella realizzazione delle opere, è un passo importante che consente di favorire il raggiungimento di standard di qualità e di sicurezza nei cantieri e una maggiore trasparenza e una leale concorrenza tra gli operatori del mercato.
 
Si tratta di una richiesta che imprese, sindacati e cooperative avevano avanzato da tempo al Governo proprio a tutela delle tante imprese sane, dei lavoratori e dei cittadini che stanno usufruendo dei bonus edilizi e in particolare del superbonus 110% in quanto strumento importante per la crescita del settore e del Paese in chiave di sostenibilità e di sicurezza.  Con queste correzioni apportate al decreto si garantiscono più controlli e misure antifrode senza bloccare i cantieri”.
 
*Ance, Alleanza delle cooperative - Legacoop produzione e servizi, Confcooperative lavoro e servizi, Agci-Produzione e Lavoro, Anaepa Confartigianato, Cna Costruzioni, Fiae Casartigiani, Claai edilizia, Confapi Aniem, FenealUil, Filca Cisl e Fillea Cgil
 
 

Finco e Confimi edilizia: ‘abuso legislativo gravissimo, intervenire immediatamente’

Di parere opposto Confimi Edilizia e la Federazione Industrie Prodotti Impianti Servizi ed Opere Specialistiche per le costruzioni (Finco).

Così il presidente di Confimi, Sergio Ventricelli: “Dopo decenni di stagnazione, il settore delle costruzioni in Italia sta tornando competitivo, grazie all’impegno di migliaia di imprese coraggiose e, soprattutto, alle tante leve fiscali in atto. Ora, però, si scopre che questa competitività non dev’essere per tutti, ma solo per alcuni. Tutto ciò è gravissimo e inammissibile. Si intervenga, immediatamente, per ripristinare lo stato di diritto” ha affermato Ventricelli in una nota.
 
“Questo provvedimento - prosegue Ventricelli - propone, di fatto, una sorta di bollino di appartenenza, terzo e discriminante, per chi deve accedere alle leve fiscali, spazzando via in un colpo solo la qualità del lavoro e l’onestà di migliaia di aziende che avrebbero il solo torto di non appartenere al circolo eletto”. “Per di più - sottolinea il presidente di Confimi Edilizia - e come se questo non bastasse, nel medesimo aberrante provvedimento si precisa che le nuove norme obbligano le imprese non solo ad aver firmato un contratto collettivo nazionale, ma che tale contratto dev’essere firmato dai sindacati maggiormente rappresentativi”. “Ci domandiamo, a questo punto, quali sarebbero i sindacati più rappresentativi? E, soprattutto, in base a cosa verrebbe attribuita la maggior rappresentatività?”
 
Abbiamo chiesto un approfondimento al presidente di Finco, Angelo Artale, che ha spiegato come, a suo avviso, ci sia una “corrispondenza impropria tra contratti pirata e contratti non edili e non sottoscritti con le maggiori sigle sindacali”.
 
Artale ha sottolineato che nei cantieri non operano solo le imprese edili, ci sono ad esempio le imprese di restauro e quelle metalmeccaniche. Secondo Artale, la norma pubblicata in Gazzetta costringerebbe queste imprese al contratto edile e al versamento dei contributi alle Casse Edili. Si tratta, secondo Artale, di una norma anticoncorrenziale, che denota anche la scarsa conoscenza del cantiere.
 
Per garantire la sicurezza e la legalità, conclude Artale, il vero punto è la qualificazione delle imprese, raggiungibile con controlli della Pubblica Amministrazione, con l’estensione della qualificazione Soa al settore privato e con la creazione di attestazioni di qualità.
 
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