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Manutenzioni straordinarie senza DIA: il rebus Regioni

Manutenzioni straordinarie senza DIA: il rebus Regioni

Otto Regioni pronte alla liberalizzazione, per le altre 13 dubbi sull’applicabilità delle semplificazioni

Vedi Aggiornamento del 04/05/2010
di Rossella Calabrese
Vedi Aggiornamento del 04/05/2010
25/03/2010 - È prevista per domani l’entrata in vigore del Decreto-Legge Incentivi che, oltre agli aiuti ai consumi, modifica la disciplina delle ristrutturazioni.
 
Secondo l’art. 5 - che modifica l'art. 6 del Testo Unico dell'edilizia (Dpr 380/2001) - per realizzare un intervento di manutenzione straordinaria non occorrerà alcun titolo abilitativo, ma sarà sufficiente informare il Comune prima dell’inizio dei lavori.

La manutenzione straordinaria - ricordiamo - comprende “le opere e le modifiche necessarie per rinnovare e sostituire parti anche strutturali degli edifici, nonché per realizzare ed integrare i servizi igienico-sanitari e tecnologici, sempre che non alterino i volumi e le superfici delle singole unità immobiliari e non comportino modifiche delle destinazioni di uso”. 
 
 
Ma prima di procedere ai lavori, il padrone di casa dovrà verificare che siano rispettate le regole imposte dallo stesso DL Incentivi. Innanzitutto l’intervento non dovrà riguardare le parti strutturali dell’edificio , non dovrà incrementare il numero delle unità immobiliari né modificare i parametri urbanistici ( volumetrie e superfici ).

Se non si rientra in uno dei casi suddetti, occorrerà verificare se esiste una legge regionale che disciplina la materia edilizia, e cosa prevede. 

L'APPLICABILITÀ DEL DECRETO-LEGGE REGIONE PER REGIONE

Ad oggi quasi tutte le Regioni dotate di una legge regionale in materia edilizia, successiva al Dpr 380/2001, subordinano la manutenzione straordinaria alla DIA: si tratta di Lombardia , Liguria, Emilia Romagna, Toscana, Umbria, Val d’Aosta, Provincia di Trento, Provincia di Bolzano, Campania e Sicilia . In queste Regioni la legge regionale prevale sul DL nazionale e la DIA continuerà ad essere richiesta, a meno che le Regioni non decidano di adeguare le proprie leggi al DL nazionale, liberalizzando le manutenzioni straordinarie.

Qualche dubbio si pone nelle Regioni Piemonte, Veneto e Lazio che richiedono la DIA per le manutenzioni straordinarie - escludendo quindi l’applicazione del DL - ma sulla base di leggi regionali precedenti al Dpr 380/2001.

Nelle Regioni che non hanno una legge regionale in materia, si farà riferimento al nuovo Dpr 380/2001, come modificato dal DL Incentivi. È il caso di Puglia, Marche Abruzzo, Molise, Basilicata e Calabria . In queste Regioni, da domani, si potrà ristrutturare senza DIA. Queste Regioni potranno comunque, in seguito, decidere di legiferare reintroducendo la DIA.

In Sardegna e in Friuli Venezia Giulia , invece, la procedura era già stata semplificata dalle leggi regionali: in Sardegna, ad esempio, per i lavori straordinari è richiesta soltanto un’autorizzazione comunale.


Quindi, se la legge regionale consente il procedimento semplificato, si potrà passare oltre e verificare che l’intervento che si intende intraprendere sia conforme alle prescrizioni degli strumenti urbanistici comunali.

Assodata la conformità alle regole locali, bisognerà informarsi sulla sismicità della zona in cui si trova l’immobile e verificare la rispondenza dell’intervento alle norme antisismiche . Se poi l’immobile o l’area sono tutelati, sarà necessario espletare le procedure richieste dal Codice dei beni culturali e del paesaggio Dopodiché occorrerà rispettare le norme antincendio , le norme igienico-sanitarie e quelle sull’ efficienza energetica, nazionali o regionali. Da ultimo, per tutelare i lavoratori impegnati nel cantiere, occorrerà applicare le norme di sicurezza .
 
A questo punto si potrà inviare una comunicazione, anche telematica, al Comune prima dell’inizio dei lavori, allegando le eventuali autorizzazioni obbligatorie e indicando l’impresa che eseguirà i lavori.
 
Ma a porre altri dubbi sono i lettori di Edilportale : “Se si modificano tramezzi e vani - scrive Anna - poi come la mettiamo con la conformità urbanistica dal notaio in caso di compravendita?”. E Edoardo: “Chi glielo dice al catasto che io posso fare quello che voglio senza verificare se questo comporta una variazione del valore dell’immobile?”. “Per evitare lungaggini burocratiche si taglia sulla necessità di una progettazione sana” afferma Danilo. Senza l’obbligo di DIA - dice Lorenzo - ognuno “si sentirà autorizzato a ristrutturare a proprio piacimento in beffa delle più elementari norme strutturali e tecniche”.
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