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Decreto rinnovabili, lo stop al Terzo Conto Energia fa temere ricorsi al Tar

Decreto rinnovabili, lo stop al Terzo Conto Energia fa temere ricorsi al Tar

C’è tempo fino al 31 maggio per usufruire delle tariffe incentivanti approvate nel 2010, gli operatori denunciano un clima di incertezza

Vedi Aggiornamento del 23/03/2011
di Paola Mammarella
Vedi Aggiornamento del 23/03/2011
10/03/2011 - Il decreto rinnovabili potrebbe innescare una serie di ricorsi al Tar. È la minaccia delle imprese operanti nel settore delle rinnovabili, che dichiarano di sentirsi esposte al clima di incertezza generato dalla nuova norma.
 
Il testo, che martedì scorso ha ottenuto il via libera del Presidente Napolitano, limita gli incentivi previsti dal DM 6 agosto 2010, Terzo Conto Energia, agli impianti che entreranno in esercizio entro il 31 maggio 2011.
 
I casi che non riusciranno a rispettare la nuova scadenza saranno regolati da un decreto, che il Ministero dello Sviluppo Economico dovrà emanare entro il prossimo 30 aprile secondo una serie di principi.
 
Tra le linee guida, contenute nel decreto legislativo, spicca il limite annuale di potenza elettrica generata dagli impianti fotovoltaici che potrà usufruire delle tariffe incentivanti. Allo stesso tempo, le tariffe dovranno tenere conto della riduzione dei costi delle tecnologie e di impianto, nonché dell’andamento degli incentivi nei Paesi Ue.
Le tariffe incentivanti dovranno infine essere fissate in base alla natura delle aree di sedime.
 
Gli operatori che non riusciranno ad allacciare gli impianti alla rete entro i termini prestabiliti, potrebbero quindi ricorrere ai tribunali amministrativi.
 
Il Terzo Conto Energia doveva infatti terminare a dicembre 2013. La previsione di poter usufruire degli incentivi aveva spinto le imprese a chiedere finanziamenti alle banche, che con la nuova situazione potrebbero essere bloccati.

Secondo quanto denunciato da Aniem, associazione nazionale delle pmi edili manifatturiere della Confapi, molte piccole e medie imprese hanno provveduto a investimenti e piani di sviluppo che non potranno concludersi entro la fine di maggio. L'allacciamento entro i nuovi termini sarà possibile per meno del 20% delle imprese. Il restante 80% potrebbe non poter più onorare gli impegni presi.
 
Per il presidente nazionale dei Verdi Angelo Bonelli si tratta di sabotaggio. Il decreto legislativo approvato mette infatti a rischio un settore che nel 2010 ha fatturato 13 miliardi di euro, creando 20 mila posti di lavoro tra il 2009 e il 2010.
 
Il Ministro per lo Sviluppo Economico Paolo Romani assicura intanto tempi brevi per l’adozione del decreto che fisserà i nuovi incentivi.
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