NORMATIVA
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Soluzioni e tecnologie per contrastare la povertà energetica
FOCUS
Soluzioni e tecnologie per contrastare la povertà energetica
Fonti di energia rinnovabili come geotermico, eolico, bioenergie, fotovoltaico, idroelettrico, pompe di calore, biomasse e solare termico giocano un ruolo di primo piano sul tema efficientamento energetico
07/01/2022 - Nell’ultimo periodo, complice la pandemia e le restrizioni ad essa connesse, oltre al ruolo centrale della casa, è emersa la consapevolezza della molteplicità di servizi energetici su cui si basa la nostra vita quotidiana.
Una casa vivibile dovrebbe avere spazi adeguati, essere connessa ed energeticamente efficiente. In merito a quest'ultimo punto, ci sono molti contesti residenziali in cui il rendimento energetico e l'efficienza energetica nelle abitazioni non raggiungono neanche minimi livelli prestazionali.
Si parla, infatti, di povertà energetica. Secondo la SEN, Strategia energetica nazionale, “la povertà energetica è definita come la difficoltà di acquistare un paniere minimo di beni e servizi energetici".
Si può affermare che una famiglia è in povertà energetica se non è in grado di riscaldare adeguatamente la propria casa, se ha difficoltà a pagare le bollette o ha un'incidenza elevata della spesa energetica sul reddito famigliare.
Il rapporto stilato nel 2020 da OIPE, l'Osservatorio italiano sulla povertà energetica, indica che nel 2019 erano oltre 2,2 milioni le famiglie in povertà energetica, pari all’8,5% del totale delle famiglie.
L'Europa per prima con la Regolamento (UE) 2018/1999 sulla governance dell’Unione dell’energia e gli stati membri, di conseguenza, stanno mettendo in atto differenti politiche per contrastare questo problema. L’Italia, nello specifico, si è dotata del PNIEC, Piano nazionale integrato energia e clima, con il quale si è posta l’obiettivo di ridurre la povertà energetica entro il 2030 in un intervallo fra il 7 e l’8% del totale delle famiglie.
Quali sono, dunque, le soluzioni e le tecnologiche per contrastare la povertà energetica?
Secondo l’OIPE, in Italia le politiche e le soluzioni per contrastare la povertà energetica sono volte a:
1. ridurre la spesa energetica;
2. migliorare l’efficienza energetica;
3. fornire sussidi.
Fanno parte delle politiche per migliorare l’efficienza energetica delle abitazioni (punto 2) i regolamenti, le agevolazioni fiscali, i certificati di prestazione energetica e l’energy tutor per le aziende.
L’Ecobonus, in particolare, è stata la prima detrazione fiscale per la riqualificazione energetica degli edifici, esteso alle famiglie in povertà energetica attraverso la facoltà di cessione del credito per gli incapienti e agli Istituti autonomi per le case popolari/social housing. Nel 2020 viene poi introdotto Superbonus che eredita gli stessi principi di accessibilità. Tutte queste agevolazioni sono state prorogate dalla Legge di Bilancio 2022.
Queste iniziative hanno incrementato la consapevolezza da parte dei consumatori sui potenziali benefici del risparmio energetico e hanno dato la possibilità di “accedere” a questa tipologia di interventi, che hanno un elevato costo iniziale, anche ai piccoli consumatori.
Per quanto riguarda gli APE, gli Attestati di Prestazione Energetica, l’ENEA in collaborazione con il Comitato Termotecnico Italiano (CTI), realizza un Rapporto annuale sulla Certificazione Energetica degli Edifici: da quello relativo al 2020 emerge che l’efficienza energetica degli edifici è migliorata nel residenziale.
Un altro esempio virtuoso sono le comunità energetiche da fonti rinnovabili e l’autoconsumo collettivo.
Per quanto riguarda le tecnologie, sono le fonti di energia rinnovabili (FER) a giocare un ruolo di primo piano sul tema efficientamento e miglioramento energetico.
La crescente incidenza delle rinnovabili ha contribuito negli ultimi anni, alla riduzione della dipendenza del nostro Paese dalle fonti di approvvigionamento estere, costituite essenzialmente da petrolio, prodotti raffinati e gas.
In ambito residenziale possiamo distinguere le:
- rinnovabili per la generazione elettrica: rinnovabili elettriche;
- rinnovabili per la generazione termica: rinnovabili termiche.
Nel settore elettrico le fonti rinnovabili rappresentano quell'infrastruttura che porterà al completamento della transizione energetica, ovvero il processo di decarbonizzazione fissato per il 2050.
Rientrano tra le soluzioni rinnovabili per la produzione di energia elettrica:
- il geotermico;
- l’eolico;
- le bioenergie;
- il fotovoltaico;
- l’idroelettrico.
Secondo la SEN, nel 2050 le rinnovabili copriranno oltre l’85% dei consumi finali lordi del settore elettrico.
Rientrano tra le soluzioni rinnovabili nel settore del riscaldamento e del raffrescamento:
- le pompe di calore;
- le biomasse;
- il geotermico;
- il solare termico.
Un’ulteriore possibilità di crescita efficiente del settore termico è data dalla valorizzazione della biomassa per produzioni in reti di teleriscaldamento.
Le pompe di calore, a gas, elettriche o ibride, stanno incontrando, anche grazie agli strumenti di promozione disponibili (Conto termico, Ecobonus e ora Superbonus) una crescita delle installazioni. Ciò può essere attribuito essenzialmente agli alti rendimenti energetici della tecnologia, che permettono anche risparmi economici nell’esercizio, nonché alla crescente diffusione delle pompe di calore nel settore delle nuove costruzioni, grazie alla necessità di rispettare la quota di energia rinnovabile fissata dalla legge. Così come nelle ristrutturazioni edilizie la maggior diffusione della pompa di calore è ascrivibile alla possibilità di sostituire con una sola macchina sia i vecchi condizionatori per il raffrescamento che le caldaie.
Una casa vivibile dovrebbe avere spazi adeguati, essere connessa ed energeticamente efficiente. In merito a quest'ultimo punto, ci sono molti contesti residenziali in cui il rendimento energetico e l'efficienza energetica nelle abitazioni non raggiungono neanche minimi livelli prestazionali.
Si parla, infatti, di povertà energetica. Secondo la SEN, Strategia energetica nazionale, “la povertà energetica è definita come la difficoltà di acquistare un paniere minimo di beni e servizi energetici".
Si può affermare che una famiglia è in povertà energetica se non è in grado di riscaldare adeguatamente la propria casa, se ha difficoltà a pagare le bollette o ha un'incidenza elevata della spesa energetica sul reddito famigliare.
Il rapporto stilato nel 2020 da OIPE, l'Osservatorio italiano sulla povertà energetica, indica che nel 2019 erano oltre 2,2 milioni le famiglie in povertà energetica, pari all’8,5% del totale delle famiglie.
L'Europa per prima con la Regolamento (UE) 2018/1999 sulla governance dell’Unione dell’energia e gli stati membri, di conseguenza, stanno mettendo in atto differenti politiche per contrastare questo problema. L’Italia, nello specifico, si è dotata del PNIEC, Piano nazionale integrato energia e clima, con il quale si è posta l’obiettivo di ridurre la povertà energetica entro il 2030 in un intervallo fra il 7 e l’8% del totale delle famiglie.
Quali sono, dunque, le soluzioni e le tecnologiche per contrastare la povertà energetica?
Secondo l’OIPE, in Italia le politiche e le soluzioni per contrastare la povertà energetica sono volte a:
1. ridurre la spesa energetica;
2. migliorare l’efficienza energetica;
3. fornire sussidi.
Fanno parte delle politiche per migliorare l’efficienza energetica delle abitazioni (punto 2) i regolamenti, le agevolazioni fiscali, i certificati di prestazione energetica e l’energy tutor per le aziende.
L’Ecobonus, in particolare, è stata la prima detrazione fiscale per la riqualificazione energetica degli edifici, esteso alle famiglie in povertà energetica attraverso la facoltà di cessione del credito per gli incapienti e agli Istituti autonomi per le case popolari/social housing. Nel 2020 viene poi introdotto Superbonus che eredita gli stessi principi di accessibilità. Tutte queste agevolazioni sono state prorogate dalla Legge di Bilancio 2022.
Queste iniziative hanno incrementato la consapevolezza da parte dei consumatori sui potenziali benefici del risparmio energetico e hanno dato la possibilità di “accedere” a questa tipologia di interventi, che hanno un elevato costo iniziale, anche ai piccoli consumatori.
Per quanto riguarda gli APE, gli Attestati di Prestazione Energetica, l’ENEA in collaborazione con il Comitato Termotecnico Italiano (CTI), realizza un Rapporto annuale sulla Certificazione Energetica degli Edifici: da quello relativo al 2020 emerge che l’efficienza energetica degli edifici è migliorata nel residenziale.
Un altro esempio virtuoso sono le comunità energetiche da fonti rinnovabili e l’autoconsumo collettivo.
Per quanto riguarda le tecnologie, sono le fonti di energia rinnovabili (FER) a giocare un ruolo di primo piano sul tema efficientamento e miglioramento energetico.
La crescente incidenza delle rinnovabili ha contribuito negli ultimi anni, alla riduzione della dipendenza del nostro Paese dalle fonti di approvvigionamento estere, costituite essenzialmente da petrolio, prodotti raffinati e gas.
In ambito residenziale possiamo distinguere le:
- rinnovabili per la generazione elettrica: rinnovabili elettriche;
- rinnovabili per la generazione termica: rinnovabili termiche.
Nel settore elettrico le fonti rinnovabili rappresentano quell'infrastruttura che porterà al completamento della transizione energetica, ovvero il processo di decarbonizzazione fissato per il 2050.
Rientrano tra le soluzioni rinnovabili per la produzione di energia elettrica:
- il geotermico;
- l’eolico;
- le bioenergie;
- il fotovoltaico;
- l’idroelettrico.
Secondo la SEN, nel 2050 le rinnovabili copriranno oltre l’85% dei consumi finali lordi del settore elettrico.
Rientrano tra le soluzioni rinnovabili nel settore del riscaldamento e del raffrescamento:
- le pompe di calore;
- le biomasse;
- il geotermico;
- il solare termico.
Un’ulteriore possibilità di crescita efficiente del settore termico è data dalla valorizzazione della biomassa per produzioni in reti di teleriscaldamento.
Le pompe di calore, a gas, elettriche o ibride, stanno incontrando, anche grazie agli strumenti di promozione disponibili (Conto termico, Ecobonus e ora Superbonus) una crescita delle installazioni. Ciò può essere attribuito essenzialmente agli alti rendimenti energetici della tecnologia, che permettono anche risparmi economici nell’esercizio, nonché alla crescente diffusione delle pompe di calore nel settore delle nuove costruzioni, grazie alla necessità di rispettare la quota di energia rinnovabile fissata dalla legge. Così come nelle ristrutturazioni edilizie la maggior diffusione della pompa di calore è ascrivibile alla possibilità di sostituire con una sola macchina sia i vecchi condizionatori per il raffrescamento che le caldaie.