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Superbonus, il Governo studia soluzioni per sbloccare i crediti in modo definitivo
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Superbonus, il Governo studia soluzioni per sbloccare i crediti in modo definitivo
Anche la percentuale scenderà: ‘il 90% è più di un’ipotesi’. Intanto, con le regole attuali, i costi per lo Stato hanno raggiunto quota 60,5 miliardi di euro
08/11/2022 - Riavviare la cessione del credito e abbassare l'aliquota del Superbonus. Sono gli obiettivi cui il Governo sta lavorando, mentre gli investimenti in efficientamento energetico continuano a crescere.
L'Esecutivo sta valutando soluzioni per risolvere il blocco della cessione dei crediti, aggravato dalla sospensione temporanea dell'apertura di nuove pratiche. È inoltre sicuro che nel 2023 l’aliquota della detrazione scenderà, anche se non è chiaro in che modalità e per quali categorie di beneficiari.
Nel frattempo, il report mensile diffuso da Enea, che fotografa la situazione degli incentivi riconosciuti agli interventi per l’efficientamento energetico degli edifici, mostra che a fine ottobre gli investimenti hanno superato i 55 miliardi di euro.
Una richiesta in tal senso, “per evitare di aprire un tavolo di crisi per migliaia di imprese, lavoratori della filiera delle costruzioni e professionisti”, è arrivata anche dal deputato di Fratelli d’Italia, Andrea De Bertoldi, intervenuto venerdì scorso a Catania al convegno dell’Associazione nazionale commercialisti.
I professionisti e le imprese attendono con ansia una soluzione. Al momento, Poste e altri istituti bancari hanno temporaneamente sospeso l’apertura di nuove pratiche di cessione. Poste ad esempio precisa che è possibile solo completare le pratiche in itinere. In generale, gli istituti di credito avvisano che l’inserimento della richiesta di cessione non garantisce la conclusione favorevole della pratica, che dipende da una serie di controlli. Segno dell'incertezza in cui continua a versare tutto il meccanismo.
Freni ha spiegato che “il 90% è più di un'ipotesi ed è allo studio l'estensione per le unifamiliari per cui c'era il termine del 30 settembre, termine che si può riaprire per le fasce di reddito che ne hanno realmente bisogno”. Le affermazioni di Freni sembrano confermare le ipotesi, circolate nei giorni scorsi, della riapertura dei termini solo per le prime case e per i proprietari sotto una soglia di reddito da definire.
Appurato che ci sarà la riduzione delle aliquote, bisogna capire il che modo sarà attuata. Cosa accadrà, ad esempio, ai condomìni? Le spese sostenute nel 2023, relative ad interventi già avviati, saranno agevolate con una detrazione inferiore o continueranno ad usufruire dell’aliquota al 110%, attualmente in vigore fino al 31 dicembre 2023?
In altre parole, il taglio della detrazione sarà retroattivo, e colpirà anche i lavori in corso, o varrà solo per i nuovi interventi, non ancora avviati?
Dai dati Enea emerge che alla fine di ottobre sono stati ammessi alla detrazione investimenti pari a più di 55 miliardi di euro. Le detrazioni previste a fine lavori ammontano a 60,5 miliardi di euro.
Rispetto a settembre, mese in cui è stato registrato un aumento mai verificatosi prima, c’è stato un incremento negli investimenti di circa 4 miliardi di euro.
In generale, da quando il Superbonus è stato introdotto nel 2020, fino a maggio 2022, gli investimenti sono cresciuti di 3 miliardi di euro al mese. A giugno e luglio sono stati registrati aumenti pari rispettivamente a 4,6 miliardi e a 4,5 miliardi, mentre ad agosto gli investimenti sono tornati a crescere al ritmo di 3 miliardi al mese. A settembre, gli investimenti sono cresciuti di 8 miliardi di euro rispetto ad agosto. A ottobre la crescita continua, ma si dimezza rispetto a settembre.
Il totale degli investimenti è ripartito in 24 miliardi per i condomìni, circa 22 miliardi per gli edifici unifamiliari e 9 miliardi per le unità immobiliari funzionalmente indipendenti.
Non varia l’investimento medio riferito alle diverse tipologie di edifici, che resta pressoché stabile rispetto ai mesi passati: 594mila euro per i condomìni, 113mila euro per gli edifici unifamiliari e 97mila euro per le unità immobiliari funzionalmente indipendenti.
Sono state presentate in totale quasi 327mila asseverazioni, di cui 40,5mila per condomìni, 191mila per gli edifici unifamiliari e 95mila per le unità immobiliari funzionalmente indipendenti.
L'Esecutivo sta valutando soluzioni per risolvere il blocco della cessione dei crediti, aggravato dalla sospensione temporanea dell'apertura di nuove pratiche. È inoltre sicuro che nel 2023 l’aliquota della detrazione scenderà, anche se non è chiaro in che modalità e per quali categorie di beneficiari.
Nel frattempo, il report mensile diffuso da Enea, che fotografa la situazione degli incentivi riconosciuti agli interventi per l’efficientamento energetico degli edifici, mostra che a fine ottobre gli investimenti hanno superato i 55 miliardi di euro.
Superbonus, Freni: 'sbloccare i crediti in modo definitivo', ma le nuove pratiche sono sospese
Il Sottosegretario all’Economia, Federico Freni, ha spiegato a Radio 24 che bisogna risolvere "il problema delle imprese con i cassetti fiscali pieni". Annunciando soluzioni per sbloccare i crediti in modo definitivo, ha affermato che “non è accettabile che questa normativa cambi ogni mese e mezzo”.Una richiesta in tal senso, “per evitare di aprire un tavolo di crisi per migliaia di imprese, lavoratori della filiera delle costruzioni e professionisti”, è arrivata anche dal deputato di Fratelli d’Italia, Andrea De Bertoldi, intervenuto venerdì scorso a Catania al convegno dell’Associazione nazionale commercialisti.
I professionisti e le imprese attendono con ansia una soluzione. Al momento, Poste e altri istituti bancari hanno temporaneamente sospeso l’apertura di nuove pratiche di cessione. Poste ad esempio precisa che è possibile solo completare le pratiche in itinere. In generale, gli istituti di credito avvisano che l’inserimento della richiesta di cessione non garantisce la conclusione favorevole della pratica, che dipende da una serie di controlli. Segno dell'incertezza in cui continua a versare tutto il meccanismo.
Superbonus, Freni: ‘il 90% è più di un’ipotesi’
Secondo quanto affermato da Freni, dopo aver risolto il problema della cessione del credito, il Governo valuterà una riduzione dell'aliquota del Superbonus.Freni ha spiegato che “il 90% è più di un'ipotesi ed è allo studio l'estensione per le unifamiliari per cui c'era il termine del 30 settembre, termine che si può riaprire per le fasce di reddito che ne hanno realmente bisogno”. Le affermazioni di Freni sembrano confermare le ipotesi, circolate nei giorni scorsi, della riapertura dei termini solo per le prime case e per i proprietari sotto una soglia di reddito da definire.
Appurato che ci sarà la riduzione delle aliquote, bisogna capire il che modo sarà attuata. Cosa accadrà, ad esempio, ai condomìni? Le spese sostenute nel 2023, relative ad interventi già avviati, saranno agevolate con una detrazione inferiore o continueranno ad usufruire dell’aliquota al 110%, attualmente in vigore fino al 31 dicembre 2023?
In altre parole, il taglio della detrazione sarà retroattivo, e colpirà anche i lavori in corso, o varrà solo per i nuovi interventi, non ancora avviati?
Superbonus, investimenti a 55 miliardi e detrazioni attese per 60,5 miliardi
Qualunque soluzione si ripercuoterà sul volume degli investimenti, che si ridurrà, rispetto ai livelli attuali, per non pesare eccessivamente sulle Casse dello Stato.Dai dati Enea emerge che alla fine di ottobre sono stati ammessi alla detrazione investimenti pari a più di 55 miliardi di euro. Le detrazioni previste a fine lavori ammontano a 60,5 miliardi di euro.
Rispetto a settembre, mese in cui è stato registrato un aumento mai verificatosi prima, c’è stato un incremento negli investimenti di circa 4 miliardi di euro.
In generale, da quando il Superbonus è stato introdotto nel 2020, fino a maggio 2022, gli investimenti sono cresciuti di 3 miliardi di euro al mese. A giugno e luglio sono stati registrati aumenti pari rispettivamente a 4,6 miliardi e a 4,5 miliardi, mentre ad agosto gli investimenti sono tornati a crescere al ritmo di 3 miliardi al mese. A settembre, gli investimenti sono cresciuti di 8 miliardi di euro rispetto ad agosto. A ottobre la crescita continua, ma si dimezza rispetto a settembre.
Il totale degli investimenti è ripartito in 24 miliardi per i condomìni, circa 22 miliardi per gli edifici unifamiliari e 9 miliardi per le unità immobiliari funzionalmente indipendenti.
Non varia l’investimento medio riferito alle diverse tipologie di edifici, che resta pressoché stabile rispetto ai mesi passati: 594mila euro per i condomìni, 113mila euro per gli edifici unifamiliari e 97mila euro per le unità immobiliari funzionalmente indipendenti.
Sono state presentate in totale quasi 327mila asseverazioni, di cui 40,5mila per condomìni, 191mila per gli edifici unifamiliari e 95mila per le unità immobiliari funzionalmente indipendenti.