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I bonus edilizi sostengono la ripresa economica, cosa accadrà nel 2024?

I bonus edilizi sostengono la ripresa economica, cosa accadrà nel 2024?

Lo studio dell’Osservatorio congiunturale Ance stima un calo degli investimenti del 7,4% dopo un 2023 positivo. I costruttori chiedono di risolvere l’impasse Superbonus

Vedi Aggiornamento del 29/01/2025
Bonus edilizi - Foto: foottoo 123RF.com
Bonus edilizi - Foto: foottoo 123RF.com
di Paola Mammarella
Vedi Aggiornamento del 29/01/2025
02/02/2024 - L’edilizia è cresciuta grazie ai bonus edilizi, ma nel 2024 la situazione potrebbe cambiare. Sono i dati che emergono dallo studio dell’Osservatorio congiunturale dell’Associazione nazionale costruttori edili (Ance).
 
I risultati, illustrati dalla Presidente dell’Ance Federica Brancaccio e dal Vicepresidente Piero Petrucco, evidenziano una crescita del 5% per il 2023, trainata dagli investimenti per la riqualificazione abitativa e stimolata dai bonus edilizi.
 
Secondo lo studio, il quadro per il 2024 cambierà, con un calo degli investimenti pari al 7,4% su base annua. Colpa del mancato apporto espansivo della manutenzione straordinaria a causa del venir meno dello strumento della cessione del credito.
 
La manutenzione straordinaria, che nell’ultimo triennio ha rappresentato il 40% del mercato, secondo l’Ance subirà una flessione del 27%. Il calo colpirà anche la nuova edilizia abitativa (-4,7%), mentre il PNRR continuerà a sostenere le opere pubbliche, con una crescita del 20%.
 

Bonus edilizi determinanti per la ripresa dell’economia

Secondo lo studio dell’Osservatorio congiunturale Ance, i bonus edilizi per la riqualificazione del patrimonio abitativo hanno agito da catalizzatori per la crescita del settore delle costruzioni, con importanti ricadute positive sull’economia del Paese. Come più volte evidenziato, nel biennio 2021-2022 il settore delle costruzioni è stato il principale motore di crescita dell’economia italiana.
 
In questo periodo, a fronte di un incremento del Pil del +12,3%, gli investimenti in costruzioni sono aumentati del 44,7%.
 
Ance stima che circa un terzo della crescita dell’economia del biennio è attribuibile alle costruzioni. Considerando la lunga filiera dell’edilizia e dell’immobiliare, il contributo raggiunge il 50%.
 
 

L’andamento dei bonus edilizi

Lo studio dell’Osservatorio mostra che nel 2020 la pandemia ha causato una battuta d’arresto nell’utilizzo dei bonus edilizi. Il biennio successivo ha fatto registrare invece una forte accelerazione, grazie allo sconto in fattura e alla cessione del credito.
 
Dai dati del Ministero dell’Economia e delle Finanze (Mef), sottolinea l’Ance, emerge un rallentamento nell’utilizzo dei bonus fiscali: nei primi 11 mesi del 2023, i bonus edilizi hanno movimentato 38,6 miliardi di euro, segnando una riduzione del 5% rispetto allo stesso periodo del 2022. L’Ance ipotizza che il 2023 si chiuderà con un segno negativo.
 

I bonus edilizi per il raggiungimento degli obiettivi UE

Ance sottolinea che i bonus edilizi stanno assumendo in ruolo centrale nelle scelte di politica economica. In base agli obiettivi della Direttiva Case Green, il patrimonio edilizio dovrebbe diventare o neutrale alle emissioni nocive entro il 2050 ed è quindi importante definire misure fiscali che favoriscano il processo di riqualificazione.
 
Analizzando i dati della piattaforma SIAPE (Sistema informativo sugli attestati di prestazione energetica), Ance rileva che c’è una grande concentrazione di immobili nelle categorie più energivore. Il 70% degli attestati di prestazione energetica si riferisce a immobili ricadenti nelle classi E, F, G. La classe G incide per oltre il 30%. Nel residenziale, l’incidenza della categoria A (da A1 a A4) è pari all’11%.
 
La parte più consistente degli immobili (quasi il 40%) è stata costruita tra il 1945 e il 1972. Gli immobili più recenti, realizzati dopo il 2015, sono il 7% nel residenziale.
 
Ance pensa che il Superbonus e gli altri bonus edilizi, grazie anche alla possibilità della cessione del credito o dello sconto in fattura, in quasi tre anni hanno dato il via ad un importante processo di efficientamento energetico.
 
Confrontando il numero degli interventi realizzati grazie al Superbonus con il totale degli edifici per cui la riqualificazione energetica è conveniente, risulta che è stato riqualificato il 5,4% degli immobili con una distribuzione diversa tra regioni del Centro-Nord e del Mezzogiorno. La differenza si spiega con le differenze climatiche presenti nel Paese.
 
Ance ribadisce che, per non vanificare i risultati raggiunti, è importante chiudere in maniera ordinata gli interventi ancora in essere. Tutto ciò, spiegano i costruttori, eviterebbe la perdita di posti di lavoro causata dalla sicura interruzione di migliaia di cantieri oltre all’insorgere di un enorme contenzioso tra condomìni e imprese.
 
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